Vita di città

Giuseppe Antonacci, di Trani, protagonista mercoledì della trasmissione "Le Iene"

Licenziato per aver rilasciato dichiarazioni sulla TAV

È tornato sul luogo del delitto, ripercorrendo le tappe della sua storia e della vicenda che lo ha visto protagonista. Giuseppe Antonacci è stato ancora protagonista della trasmissione televisiva di Italia uno «Le Iene».
Antonacci, 40 anni, aveva rilasciato un'intervista alle Iene che indagavano sui lavori della Tav in Toscana. All'indomani della messa in onda del servizio (il 24 ottobre scorso) fu licenziato a causa delle sue dichiarazioni sui ritardi dei lavori. Antonacci in Toscana era dipendente di un'azienda che sta realizzando in subappalto una galleria nell'ambito delle opere della Tav. Faceva l'autista.
Antonacci fu intervistato da una delle Iene, Alessandro Sortino, appena dopo aver scaricato in un cantiere del cemento da una betoniera. Gli fu chiesto se fosse a conoscenza dei motivi per i quali i lavori procedevano con ritardo. Lui rispose che forse c'era qualcosa che non andava nel progetto e affermò che una galleria di due chilometri e mezzo era stata fatta due volte proprio in virtù di questi errori. Il 25 ottobre, ossia il giorno dopo del servizio, Antonacci fu licenziato in tronco.
Tornato a Trani, Antonacci si è rivolto all'avvocato Domenico Regina, il quale ha impugnato il licenziamento. La sua vicenda occupò le pagine dei maggiori giornali nazionali fra cui La Gazzetta del Mezzogiorno. La storia di Antonacci ha poi avuto un lieto fine: la società di Draining di Gioia del Colle, che si occupa della raccolta e della trasformazione del siero di latte prodotto dai caseifici pugliesi, saputo della vicenda gli ha offerto un lavoro. Che lui ha accettato.
A distanza di tempo la jena Alessandro Sortino ha nuovamente incontrato Antonacci, stavolta a Trani, ripercorrendo le tappe di quella vicenda e intervistando anche il suo avvocato, Domenico Regina, il giornalista de La Gazzetta che aveva realizzato il servizio (Ruggiero Cristallo), il suo nuovo datore di lavoro e il ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro che ha garantito ai microfoni «di voler colpire i responsabili in una storia anomala tutta italiana». Biagio Fanelli Junior
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