Cronaca
Giuseppe, il teenager aggredito in corso Italia nell'indifferenza dei passanti
Il suo racconto: «Più delle botte, fa male l'indifferenza della gente. Alle vittime di aggressioni dico siate resilienti»
Trani - mercoledì 8 febbraio 2023
19.24
La sua storia sui canali social ha fatto il giro del web. Il volto tumefatto a raccontare una serata da incubo vissuta a Trani.
Lui è Giuseppe de Nicolo, ragazzo prodigio dell'ambientalismo terlizzese, già vicino all'Associazione Nazionale Polizia di Stato. Lunedì scorso, 6 febbraio, intorno alle 19.30, si trovava a Trani dove avrebbe dovuto incontrare i suoi amici, nel centralissimo corso Italia, quando due suoi coetanei (secondo quanto gli è stato dato vedere) lo hanno fermato attirandone l'attenzione con una scusa e gli hanno subito chiesto danaro.
Al rifiuto di Giuseppe lo hanno picchiato selvaggiamente, colpendolo con tre pugni, il primo dei quali gli ha fatto volare gli occhiali. Tre pugni che gli hanno provocato una ferita allo zigomo ed altre profonde escoriazioni. Contusione anche alle gambe dopo la caduta.
Il ragazzo di Terlizzi, nonostante tutto, si è rialzato cercando di inseguire i suoi aggressori, dissoltisi nel nulla dopo qualche metro. La rabbia più grande è la totale indifferenza dei commercianti tranesi, alcuni dei quali hanno preferito non intervenire.
«Fa male più delle botte l'indifferenza della gente», ci ha detto quando lo abbiamo contattato telefonicamente. Ed ha ragione Giuseppe, nostro prezioso segnalatore quando venivano appiccati incendi nell'agro terlizzesi. Lucido, matura nella sua analisi: «Mi ha soccorso solo un farmacista che mi ha prestato le prime cure - ha detto -. So che in zona stazione, a Trani, ci sono state altre aggressioni e spero che la Polizia possa individuare i responsabili». Il commissariato tranese ha risposto con celerità inviando una volante sul posto.
Giuseppe è stato dichiarato guaribile in 7 giorni, ma dopo la radiografia effettuata ieri, pur avendo escluso fratture, il personale sanitario ha prospettato un periodo più lungo per la sua definitiva guarigione.
«Vorrei che tutti capissero l'importanza di immischiarsi, che tutti abbandonassero la paura e l'omertà, solo così potremmo davvero inchiodare i responsabili e costruire una società davvero solidale. Ed ai ragazzi che, come me, hanno subito aggressioni di questo genere sento di dire che dobbiamo essere resilienti, resistere a questo modo di vedere il mondo con l'educazione, la gentilezza, senza farci intimorire», è stata la sua ulteriore riflessione a margine di questa terribile disavventura. Bellissimo il suo messaggio sui social rivolto agli aggressori: «Vorrei conoscervi per strapparvi da tutto questo odio».
Va invece rimarcata una volta di più l'indifferenza con cui la cosiddetta comunità civile (in questo caso di Trani, ma potrebbe essere qualunque comunità al meridione) continua a voltarsi dall'altra parte, anche in casi del genere, quando non ci si trova davanti a malviventi di lungo corso, ma a giovanissimi delinquenti che avrebbero potuto essere bloccati e condotti a fare i conti con le loro responsabilità, tanto quanto le loro famiglie.
Nelle scorse ore è giunta al ragazzo ed alla sua famiglia la piena solidarietà dell'Associazione Nazionale Polizia di Stato di Terlizzi, per bocca del presidente, commendatore Andrea Cipriani.
Non è bullismo, dal nostro punto di vista, ma delinquenza minorile, perché se si cerca di estorcere danaro è un reato ben più pesante.
Seguiremo ancora la vicenda con la nostra redazione terlizzese, sperando che l'intenso e professionale lavoro portato avanti in queste ore dal Commissariato di Polizia del capoluogo della sesta provincia possa portare all'individuazione dei responsabili.
Restano due domande inevase che ribadiamo a chiusura: come mai la storia di Giuseppe, poco meno di venti minuti dopo l'accaduto, era di dominio pubblico, finita sui social e sui media locali, senza che però nessuno si sia fatto avanti quando si è trattato di indirizzare la Polizia? Perché in una strada centrale nessuno è intervenuto?
Lui è Giuseppe de Nicolo, ragazzo prodigio dell'ambientalismo terlizzese, già vicino all'Associazione Nazionale Polizia di Stato. Lunedì scorso, 6 febbraio, intorno alle 19.30, si trovava a Trani dove avrebbe dovuto incontrare i suoi amici, nel centralissimo corso Italia, quando due suoi coetanei (secondo quanto gli è stato dato vedere) lo hanno fermato attirandone l'attenzione con una scusa e gli hanno subito chiesto danaro.
Al rifiuto di Giuseppe lo hanno picchiato selvaggiamente, colpendolo con tre pugni, il primo dei quali gli ha fatto volare gli occhiali. Tre pugni che gli hanno provocato una ferita allo zigomo ed altre profonde escoriazioni. Contusione anche alle gambe dopo la caduta.
Il ragazzo di Terlizzi, nonostante tutto, si è rialzato cercando di inseguire i suoi aggressori, dissoltisi nel nulla dopo qualche metro. La rabbia più grande è la totale indifferenza dei commercianti tranesi, alcuni dei quali hanno preferito non intervenire.
«Fa male più delle botte l'indifferenza della gente», ci ha detto quando lo abbiamo contattato telefonicamente. Ed ha ragione Giuseppe, nostro prezioso segnalatore quando venivano appiccati incendi nell'agro terlizzesi. Lucido, matura nella sua analisi: «Mi ha soccorso solo un farmacista che mi ha prestato le prime cure - ha detto -. So che in zona stazione, a Trani, ci sono state altre aggressioni e spero che la Polizia possa individuare i responsabili». Il commissariato tranese ha risposto con celerità inviando una volante sul posto.
Giuseppe è stato dichiarato guaribile in 7 giorni, ma dopo la radiografia effettuata ieri, pur avendo escluso fratture, il personale sanitario ha prospettato un periodo più lungo per la sua definitiva guarigione.
«Vorrei che tutti capissero l'importanza di immischiarsi, che tutti abbandonassero la paura e l'omertà, solo così potremmo davvero inchiodare i responsabili e costruire una società davvero solidale. Ed ai ragazzi che, come me, hanno subito aggressioni di questo genere sento di dire che dobbiamo essere resilienti, resistere a questo modo di vedere il mondo con l'educazione, la gentilezza, senza farci intimorire», è stata la sua ulteriore riflessione a margine di questa terribile disavventura. Bellissimo il suo messaggio sui social rivolto agli aggressori: «Vorrei conoscervi per strapparvi da tutto questo odio».
Va invece rimarcata una volta di più l'indifferenza con cui la cosiddetta comunità civile (in questo caso di Trani, ma potrebbe essere qualunque comunità al meridione) continua a voltarsi dall'altra parte, anche in casi del genere, quando non ci si trova davanti a malviventi di lungo corso, ma a giovanissimi delinquenti che avrebbero potuto essere bloccati e condotti a fare i conti con le loro responsabilità, tanto quanto le loro famiglie.
Nelle scorse ore è giunta al ragazzo ed alla sua famiglia la piena solidarietà dell'Associazione Nazionale Polizia di Stato di Terlizzi, per bocca del presidente, commendatore Andrea Cipriani.
Non è bullismo, dal nostro punto di vista, ma delinquenza minorile, perché se si cerca di estorcere danaro è un reato ben più pesante.
Seguiremo ancora la vicenda con la nostra redazione terlizzese, sperando che l'intenso e professionale lavoro portato avanti in queste ore dal Commissariato di Polizia del capoluogo della sesta provincia possa portare all'individuazione dei responsabili.
Restano due domande inevase che ribadiamo a chiusura: come mai la storia di Giuseppe, poco meno di venti minuti dopo l'accaduto, era di dominio pubblico, finita sui social e sui media locali, senza che però nessuno si sia fatto avanti quando si è trattato di indirizzare la Polizia? Perché in una strada centrale nessuno è intervenuto?