Eventi e cultura
«Gli ospedali, i cinema e i teatri sono tutti luoghi di cura»: l'intervento del dott. Maurizio Turturo
Purtroppo «i tranesi continueranno a curarsi nei comuni limitrofi»
Trani - sabato 9 ottobre 2021
10.54
"Gli Ospedali, i Cinema e i Teatri sono tutti luoghi di cura. Con la chiusura del Cinema Impero non abbiamo perso solo l'ultimo Cinema Teatro della città ma abbiamo perso anche un luogo di cura. I tranesi sanno cosa significa. Il riferimento all'Ospedale non è casuale. Cinema e Teatri sono luoghi di cura a tutti gli effetti": il dott. Maurizio Turturo interviene nel dibattito di TraniViva sull'offerta culturale tranese, soprattutto in termini di strutture pubbliche e private, aperto da Franco Caffarella qualche giorno fa su queste pagine (click qui).
Maurizio Turturo, dunque, parla di vera e propria "cura: "Lo dimostra la storia. Nell'antica Grecia, allo scopo di curare le persone che presentavano problemi depressivi, i primi medici filosofi utilizzavano le grotte come ambiente terapeutico. Essi avevano capito che un ambiente buio, circoscritto e dalle caratteristiche "avvolgenti", poteva riportare alla memoria la situazione di protezione affettiva vissuta nel ventre materno, generando una percezione di maggiore sicurezza e libertà di espressione del proprio sé.
Lo dimostrano studi scientifici. Il cinema produce un processo di amplificazione delle emozioni grazie all'utilizzo delle inquadrature e dei primi piani sui protagonisti. Lo spettatore percepisce profondamente le emozioni dei protagonisti, le elabora, le decodifica accostandole alle proprie e trova così con gli attori una complicità emozionale, identificandosi spesso nel protagonista. Esprimere le proprie emozioni è estremamente salutare per ognuno di noi. Jung spiegava che le emozioni trattenute o soffocate non fanno altro che acquisire sempre più forza fino ad esplodere senza controllo quando la loro "contenzione" risulta insopportabile.
Lo prova il fatto che alcuni ospedali, anche in Italia, hanno al loro interno sale di proiezione per i pazienti. L'idea della sala cinematografica in ospedale e della cinematerapia nasce per offrire alle persone ricoverate terapie integrate e complementari ai trattamenti medici e chirurgici già offerti dall'ospedale. Per vedere un film in prima visione i tranesi dovranno andare fuori.
Il tranese, nessuno si offenda, è certamente il meno campanilista tra i cittadini della BAT, e continuerà a "curarsi" nei comuni limitrofi. Oppure non si curerà affatto. Stona però e tanto che al momento in una città piena di bellezza qual è Trani la città sia totalmente priva di un cinema teatro comunale.
Rimane come unico baluardo curativo il "Circolo del Cinema Dino Risi" che seppur con grandi difficoltà continua ad offrire proiezioni e rassegne cinematografiche di grande qualità e spessore nel ventre accogliente degli spazi che mette a disposizione. Alimentiamolo. Domando ai concittadini tranesi: Cosa vogliamo e possiamo fare per tornare ad avere un cinema teatro comunale?". E su questa domanda finale, rimaniamo in attesa di risposte. Pubbliche e private.
Maurizio Turturo, dunque, parla di vera e propria "cura: "Lo dimostra la storia. Nell'antica Grecia, allo scopo di curare le persone che presentavano problemi depressivi, i primi medici filosofi utilizzavano le grotte come ambiente terapeutico. Essi avevano capito che un ambiente buio, circoscritto e dalle caratteristiche "avvolgenti", poteva riportare alla memoria la situazione di protezione affettiva vissuta nel ventre materno, generando una percezione di maggiore sicurezza e libertà di espressione del proprio sé.
Lo dimostrano studi scientifici. Il cinema produce un processo di amplificazione delle emozioni grazie all'utilizzo delle inquadrature e dei primi piani sui protagonisti. Lo spettatore percepisce profondamente le emozioni dei protagonisti, le elabora, le decodifica accostandole alle proprie e trova così con gli attori una complicità emozionale, identificandosi spesso nel protagonista. Esprimere le proprie emozioni è estremamente salutare per ognuno di noi. Jung spiegava che le emozioni trattenute o soffocate non fanno altro che acquisire sempre più forza fino ad esplodere senza controllo quando la loro "contenzione" risulta insopportabile.
Lo prova il fatto che alcuni ospedali, anche in Italia, hanno al loro interno sale di proiezione per i pazienti. L'idea della sala cinematografica in ospedale e della cinematerapia nasce per offrire alle persone ricoverate terapie integrate e complementari ai trattamenti medici e chirurgici già offerti dall'ospedale. Per vedere un film in prima visione i tranesi dovranno andare fuori.
Il tranese, nessuno si offenda, è certamente il meno campanilista tra i cittadini della BAT, e continuerà a "curarsi" nei comuni limitrofi. Oppure non si curerà affatto. Stona però e tanto che al momento in una città piena di bellezza qual è Trani la città sia totalmente priva di un cinema teatro comunale.
Rimane come unico baluardo curativo il "Circolo del Cinema Dino Risi" che seppur con grandi difficoltà continua ad offrire proiezioni e rassegne cinematografiche di grande qualità e spessore nel ventre accogliente degli spazi che mette a disposizione. Alimentiamolo. Domando ai concittadini tranesi: Cosa vogliamo e possiamo fare per tornare ad avere un cinema teatro comunale?". E su questa domanda finale, rimaniamo in attesa di risposte. Pubbliche e private.