Vita di città
“Ho voluto la bicicletta” di Maria Teresa Montaruli: un libro per raccontare la felicità gentile su due ruote
La prima "bike blogger" italiana, giornalista e scrittrice, racconta la sua passione nel ricordo delle estati a Trani e della prime pedalate nella villa dei nonni
Trani - martedì 21 settembre 2021
10.09
Il sorriso di Mariateresa Montaruli è contagioso, coinvolgente quasi un abbraccio: probabilmente la gioia di essere tra gli scrittori protagonisti dei Dialoghi di Trani è amplificata dal fatto di trovarsi nella città dove ha vissuto tante estati, fino all'adolescenza, nella villa del nonno a Colonna "dove sicuramente ho mosso le mie prime pedalate", a due passi dal mare dove l'abbiamo incontrata.
Quello che doveva essere un saluto alla città è diventata una gradevolissima chiacchierata che, pur mossa e un po' disturbata dal vento, racconta la sua grande passione: non semplicemente un mezzo di locomozione ma anche e soprattutto uno strumento di percorso interiore e di libertà, soprattutto per le donne, cui è rivolta in particolare la sua condivisione di esperienze. Non a caso è socia di GIULIA, Giornaliste Unite LIbere e Autonome, il cui intento è difendere la democrazia, la libertà di informazione e l'utiliizzo di un linguaggio che riconosca rispetto ed empowerment alle donne. Mariateresa Montaruli è non solo giornalista per Il Sole 24 ore e Io Donna, oltre che per altre prestigiose testate nazionali: ma soprattutto la prima "bike blogger" italiana, che dal suo blog ha aperto un mondo nuovo quanto a mete di cicloturismo, esperienze e percorsi di luoghi e di anima.
Da Fiab, la Federazione Ambiente e Bicicletta, per l'attenzione alla tematica della mobilità dolce e della parità di genere ha ricevuto il premio di Giornalista Amica della Bicicletta 2018 e poi ricevuto una menzione speciale per meriti sportivi e sociali dall'associazione sportiva Turbolento ThinkBike "perché nel 2014 ha abbracciato per la prima volta una bici da corsa e non ne è più scesa. Per il suo ritmo di pedalata tra il turbo e il lento e per il suo blog Ladra di biciclette che traduce al femminile il ciclismo". Nel marzo del 2019, con 48 Ore in bicicletta ad Atene, ha vinto il premio stampa Adutei, l'associazione degli enti del turismo stranieri in Italia, come 3° migliore articolo su un blog.
"Ho voluto la bicicletta" , ed. Vallardi, è la prima vera esperienza letteraria - dopo diverse pubblicazioni di guide legate al cicloturismo- di una narrazione che parte dalla propria biografia e dalla propria passione per raccontare quali possibilità possa rivelare un viaggio in bicicletta o anche una piccola passeggiata : ma soprattutto una "ciclogeografia" di percorsi da scoprire, di strade a bassa percorrenza, chiamate strade "zitte"- quiet ways" come fanno gli inglesi, dove il silenzio regna e consente di godere, pedalando, della bellezza di luoghi e natura e di cui la nostra penisola è davvero ricchissima.
Tra i suoi obiettivi quello di contribuire a costruire una vera e propria cultura della bicicletta anche qui al centro sud dove nelle città è spesso pericoloso transitare non solo per la mancanza di consuetudine degli automobilisti ad avere a che fare con la presenza di ciclisti , ma anche per l' assenza di piste ciclabili e di rastrelliere adeguate, quelle che dovrebbero consentire ai proprietari di biciclette di poterle parcheggiare in sicurezza non dalla ruota ma con l'intero telaio. Osservazioni che ci fanno capire quanto questo mondo e quel che vi ruota intorno oggi per Maria Teresa davvero non abbia più alcun segreto, a partire da quel "furto" di tanti anni fa quando da una vecchia cantina a Milano stavano portando via, in una discarica, una vecchia bicicletta verde, oggi gioiello prezioso come il segno di una svolta nella vita e nella professione.
"Se anche solo un manipolo di donne - perché è in particolare alle donne che mi rivolgo, per una libertà non ancora raggiunta di andare e venire, e il suo pensiero va alle donne vittime di soprusi e violenze , dal nostro paese al resto del mondo, passando per il dramma attualissimo dell'Afghanistan, dopo aver letto il mio libro riuscisse a recuperare la vecchia bicicletta e a cominciare a pedalare e a scoprire questo mezzo di felicità gentile, potrò dire di essere felice".
Quello che doveva essere un saluto alla città è diventata una gradevolissima chiacchierata che, pur mossa e un po' disturbata dal vento, racconta la sua grande passione: non semplicemente un mezzo di locomozione ma anche e soprattutto uno strumento di percorso interiore e di libertà, soprattutto per le donne, cui è rivolta in particolare la sua condivisione di esperienze. Non a caso è socia di GIULIA, Giornaliste Unite LIbere e Autonome, il cui intento è difendere la democrazia, la libertà di informazione e l'utiliizzo di un linguaggio che riconosca rispetto ed empowerment alle donne. Mariateresa Montaruli è non solo giornalista per Il Sole 24 ore e Io Donna, oltre che per altre prestigiose testate nazionali: ma soprattutto la prima "bike blogger" italiana, che dal suo blog ha aperto un mondo nuovo quanto a mete di cicloturismo, esperienze e percorsi di luoghi e di anima.
Da Fiab, la Federazione Ambiente e Bicicletta, per l'attenzione alla tematica della mobilità dolce e della parità di genere ha ricevuto il premio di Giornalista Amica della Bicicletta 2018 e poi ricevuto una menzione speciale per meriti sportivi e sociali dall'associazione sportiva Turbolento ThinkBike "perché nel 2014 ha abbracciato per la prima volta una bici da corsa e non ne è più scesa. Per il suo ritmo di pedalata tra il turbo e il lento e per il suo blog Ladra di biciclette che traduce al femminile il ciclismo". Nel marzo del 2019, con 48 Ore in bicicletta ad Atene, ha vinto il premio stampa Adutei, l'associazione degli enti del turismo stranieri in Italia, come 3° migliore articolo su un blog.
"Ho voluto la bicicletta" , ed. Vallardi, è la prima vera esperienza letteraria - dopo diverse pubblicazioni di guide legate al cicloturismo- di una narrazione che parte dalla propria biografia e dalla propria passione per raccontare quali possibilità possa rivelare un viaggio in bicicletta o anche una piccola passeggiata : ma soprattutto una "ciclogeografia" di percorsi da scoprire, di strade a bassa percorrenza, chiamate strade "zitte"- quiet ways" come fanno gli inglesi, dove il silenzio regna e consente di godere, pedalando, della bellezza di luoghi e natura e di cui la nostra penisola è davvero ricchissima.
Tra i suoi obiettivi quello di contribuire a costruire una vera e propria cultura della bicicletta anche qui al centro sud dove nelle città è spesso pericoloso transitare non solo per la mancanza di consuetudine degli automobilisti ad avere a che fare con la presenza di ciclisti , ma anche per l' assenza di piste ciclabili e di rastrelliere adeguate, quelle che dovrebbero consentire ai proprietari di biciclette di poterle parcheggiare in sicurezza non dalla ruota ma con l'intero telaio. Osservazioni che ci fanno capire quanto questo mondo e quel che vi ruota intorno oggi per Maria Teresa davvero non abbia più alcun segreto, a partire da quel "furto" di tanti anni fa quando da una vecchia cantina a Milano stavano portando via, in una discarica, una vecchia bicicletta verde, oggi gioiello prezioso come il segno di una svolta nella vita e nella professione.
"Se anche solo un manipolo di donne - perché è in particolare alle donne che mi rivolgo, per una libertà non ancora raggiunta di andare e venire, e il suo pensiero va alle donne vittime di soprusi e violenze , dal nostro paese al resto del mondo, passando per il dramma attualissimo dell'Afghanistan, dopo aver letto il mio libro riuscisse a recuperare la vecchia bicicletta e a cominciare a pedalare e a scoprire questo mezzo di felicità gentile, potrò dire di essere felice".