Politica

I Verdi per la tutela dei beni ambientali

Di Gregorio denuncia: cementificazione selvaggia nella zona Capirro

Pubblichiamo una interrogazione dei Verdi sul tema della tutela dei beni ambientali: «In una nostra precedente nota richiamavano il decreto legislativo n. 42 del 22.01.2004, al fine di sottoporre ad idonea tutela alcuni beni ambientali e culturali presenti nella nostra città. Infatti l'art. 10 lettera f) della suddetta legge concede la possibilità di estendere la tutela anche alle ville, ai parchi ed ai giardini che abbiano interesse artistico o storico. Per verificare la esistenza dell'interesse culturale dei beni mobili ed immobili intervengono competenti organi del Ministero per i Beni Culturali, dietro richiesta dei soggetti cui i beni appartengono. Nel caso di affermazione di dichiarazione dell'interesse culturale dei beni segnalati, questi ultimi, sono sottoposti ad una specifica tutela disciplinata dalle norme successive.

Nella nostra città almeno due sono i siti che potrebbero ottenere il suddetto riconoscimento: i Giardini di Piazza della Repubblica e la Villa Comunale che per la oro storia e per la loro valenza ambientale sono unanimemente riconosciuti unici nel loro genere. Per questo motivo richiediamo nuovamente all'amministrazione comunale di intraprendere le opportune iniziative tese ad ottenere dal Ministero competente la dichiarazione di riconoscimento ufficiale di beni culturali dei due beni menzionati.

Segnaliamo inoltre un'altra particolare situazione che negli ultimi mesi sta di fatto stravolgendo il paesaggio delle nostre campagne. Infatti, nella zona rurale chiamata "Capirro", tra Trani e Corato, enormi ville, in realtà a volte si tratta di vere e proprie palazzine (meglio "casermoni" di cemento), stanno prendendo il posto delle distese di ulivi ci cui era piena, in quella zona la nostra campagna. In sostanza avviene, con una velocità impressionante, che tantissimi alberi di ulivo sono espiantati per permettere l'edificazione del terreno. Il fenomeno è da tenere in considerazione sia per il numero impressionante di manufatti di cemento che sostituiscono nel giro di pochi giorni enormi distese di grandi alberi di ulivo, sia per la etereogenità dei manufatti stessi, che essendo diversi l'uno dall'altro per dimensione, forma, struttura e colori hanno stravolto la zona trasformandola in una sorta di "Carnevale edilizio".

Occorre quindi un intervento immediato dell'amministrazione teso innanzitutto a garantire una minima omogeneità strutturale e di coli degli immobili che si stanno costruendo, in secondo luogo l'amministrazione dovrebbe preoccuparsi della sostituzione degli alberi espiantati e soprattutto del reimpianto degli alberi di ulivo espiantati.
Avevamo proposto alcuni mesi l'adesione del nostro comune all'istituendo "Parco agrario degli ulivi" che coinvolge molti comuni della c.d. "Piana degli Ulivi" (Monopoli, Fasano, Ostuni etc.).

Questa sarebbe una possibilità non solo per tutelare il nostro patrimonio naturale ma anche per sviluppare un ciclo economico virtuoso, legato sia alla produzione dell'olio di oliva di qualità, sia ad altre attività economiche quali ad esempio il turismo rurale e l'artigianato. Infatti, accanto alla tutela che la Regione Puglia si appresta ad adottare con il Disegno di legge per la tutela degli ulivi secolari, recentemente predisposto dagli assessorati competenti, il nostro comune potrebbe avviare delle iniziative come quelle poste in essere tra la SEAP (società che gestisce gli aeroporti pugliesi) e la Regione stessa. Infatti, questi due soggetti hanno concluso un protocollo d'intesa per la ricollocazione e la messa a dimora degli alberi di ulivo che saranno espiantati per far posto alle opere infrastrutturali per il potenziamento dell'aeroporto civile di Grottaglie.

Ebbene, una simile intesa potrebbe essere concordata tra il Comune di Trani ed i costruttori, che al momento del rilascio della licenza edilizia, dovrebbero impegnarsi a reimpiantare in una determinata zona gli alberi di ulivo espiantati per la costruzione dell'edificio. Tale iniziativa, tesa non ad ostacolare l'attività edilizia, ma semplicemente a renderla assolutamente compatibile con l'ambiente che da secoli caratterizza la nostra campagna, potrebbe evitare lo scempio sotto gli occhi di tutti i cittadini, che rischia di mutare irrimediabilmente il nostro territorio, che i nostri avi hanno saggiamente preservato nei secoli scorsi».

Michele di Gregorio
Capogruppo Consiliare del Movimento dei Verdi
  • Verdi
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