Vita di città
ICI: "innumerevoli disagi per i cittadini tranesi"
Sulle cartelle pazze interviene anche il PSDI
Trani - martedì 3 gennaio 2006
«La questione ICI a Trani è diventato ormai il tormentone delle festività natalizie: pare, infatti, siano stati notificati in meno di un mese circa 16.000 avvisi di accertamento e rettifica dell' imposta comunale per gli anni 2001-2002.
I ristretti tempi a disposizione per la presentazione di eventuali ricorsi e per il pagamento delle presunte somme dovute con la fruizione del beneficio della sanzione ridotta del 30% (rispettivamente 60 e 90 giorni dalla data di notificazione dell'atto) hanno poi contribuito a seminare il panico tra i cittadini ai quali non è rimasta altra possibilità se non quella di precipitarsi a Palazzo di Città per ottenere chiarimenti e delucidazioni.
Ed è proprio alle porte del Comune che si assiste alla scena più sconcertante: le lunghissime code cominciano alle prime ore del mattino, addirittura alle 6.00, nonostante l'orario di ricevimento stabilito sia dalle 9.00 alle 12.00; ognuno si munisce di numeretto, come davanti al banco dei salumi al supermercato, ed attende pazientemente il proprio turno per ore rischiando di perdere un'intera giornata lavorativa. Ciò che è peggio è che arrivati finalmente davanti al funzionario si apprende con sommo stupore che le dichiarazioni rese in autocertificazione non sono valide: ciò comporta che per dimostrare, ad esempio, che l'immobile oggetto di accertamento è adibito ad abitazione principale del contribuente occorre recarsi all' Ufficio anagrafe, fare un'altra fila per procurarsi il certificato di residenza, tornare all'Ufficio Ici per esibire la documentazione e sentirsi dire che è necessario rimettersi in coda perchè il proprio turno è saltato. Ben si comprende che con questi ritmi si riescono a smaltire durante l'orario di ricevimento circa 40 pratiche: se la matematica non è un'opinione si avrebbe bisogno quindi di 400 giorni per recepire le istanze di tutti i contribuenti accertati, a fronte dei 60 previsti dalla legge.
Ed allora ci chiediamo: non sarebbe stato più corretto nei confronti dei cittadini effettuare una scrematura iniziale degli avvisi di accertamento da notificare? Così facendo si sarebbero potuti benissimo evitare errori grossolani come quello di recapitare a casa del contribuente un avviso di accertamento in cui si asserisce che l'immobile sito nella stessa via in cui è stata effettuata la notifica non è abitazione principale bensì è unità immobiliare a disposizione (e come tale sottoposto all'aliquota Ici massima). E ancora, perchè gli avvisi di accertamento non sono stati notificati prima del mese di dicembre atteso che era noto che il 31/12 avrebbe rappresentato il termine ultimo per effettuare i controlli sull' ICI relativa agli anni 2001 e 2002, pena la decadenza?
A questo punto auspichiamo che l'amministrazione comunale si impegni a porre rimedio, almeno in parte, all'enorme disagio arrecato ai cittadini dal suo modo di fare approssimativo e superficiale, concedendo una proroga dei termini affinché a ciascun contribuente sia data la possibilità di controdedurre con l'ufficio preposto evitando che si instauri il contenzioso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale con aggravio di ulteriori spese.»
dott. Antonino Battista
Segreteria PSDI Trani
I ristretti tempi a disposizione per la presentazione di eventuali ricorsi e per il pagamento delle presunte somme dovute con la fruizione del beneficio della sanzione ridotta del 30% (rispettivamente 60 e 90 giorni dalla data di notificazione dell'atto) hanno poi contribuito a seminare il panico tra i cittadini ai quali non è rimasta altra possibilità se non quella di precipitarsi a Palazzo di Città per ottenere chiarimenti e delucidazioni.
Ed è proprio alle porte del Comune che si assiste alla scena più sconcertante: le lunghissime code cominciano alle prime ore del mattino, addirittura alle 6.00, nonostante l'orario di ricevimento stabilito sia dalle 9.00 alle 12.00; ognuno si munisce di numeretto, come davanti al banco dei salumi al supermercato, ed attende pazientemente il proprio turno per ore rischiando di perdere un'intera giornata lavorativa. Ciò che è peggio è che arrivati finalmente davanti al funzionario si apprende con sommo stupore che le dichiarazioni rese in autocertificazione non sono valide: ciò comporta che per dimostrare, ad esempio, che l'immobile oggetto di accertamento è adibito ad abitazione principale del contribuente occorre recarsi all' Ufficio anagrafe, fare un'altra fila per procurarsi il certificato di residenza, tornare all'Ufficio Ici per esibire la documentazione e sentirsi dire che è necessario rimettersi in coda perchè il proprio turno è saltato. Ben si comprende che con questi ritmi si riescono a smaltire durante l'orario di ricevimento circa 40 pratiche: se la matematica non è un'opinione si avrebbe bisogno quindi di 400 giorni per recepire le istanze di tutti i contribuenti accertati, a fronte dei 60 previsti dalla legge.
Ed allora ci chiediamo: non sarebbe stato più corretto nei confronti dei cittadini effettuare una scrematura iniziale degli avvisi di accertamento da notificare? Così facendo si sarebbero potuti benissimo evitare errori grossolani come quello di recapitare a casa del contribuente un avviso di accertamento in cui si asserisce che l'immobile sito nella stessa via in cui è stata effettuata la notifica non è abitazione principale bensì è unità immobiliare a disposizione (e come tale sottoposto all'aliquota Ici massima). E ancora, perchè gli avvisi di accertamento non sono stati notificati prima del mese di dicembre atteso che era noto che il 31/12 avrebbe rappresentato il termine ultimo per effettuare i controlli sull' ICI relativa agli anni 2001 e 2002, pena la decadenza?
A questo punto auspichiamo che l'amministrazione comunale si impegni a porre rimedio, almeno in parte, all'enorme disagio arrecato ai cittadini dal suo modo di fare approssimativo e superficiale, concedendo una proroga dei termini affinché a ciascun contribuente sia data la possibilità di controdedurre con l'ufficio preposto evitando che si instauri il contenzioso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale con aggravio di ulteriori spese.»
dott. Antonino Battista
Segreteria PSDI Trani