Nightlife
Il caso Movida di Via Lagalante: parla Mario Schiralli
Intervento anche del direttore provinciale della Confesercenti
Trani - martedì 25 febbraio 2014
Movida sì, movida no fino a tarda ora. E' questo il dilemma che, da settimane, vede protagonista la movida tranese di Via Lagalante. Gli abitanti della zona, come è noto, lamentano il troppo caos che si genera anche in tarda serata, mentre gli esercenti si battono per il loro diritto di lavorare anche dopo la mezzanotte.
A riguardo, è intervenuto anche Mario Schiralli che ricorda la nascita della movida nei primi anni Novanta, inventata dalla Confesercenti tranese nel centro storico. Ma col passare del tempo si incominciano a verificare i primi malumori: sono gli abitanti delle zone interessate che mal sopportano musiche e vocii fuori orario. Fino a qualche giorno fa quando "scoppia" il vero e proprio caso (la Gazzetta lo riporta a tutta pagina il 17 febbraio scorso) di Via Lagalante, una stradina di poche decine di metri che condensa due, tre locali alla moda frequentati da giovani in massa fino a tarda ora. I residenti non sopportano più e si rivolgono diverse volte alle forze dell'ordine.
«"Innocentisti" (i gestori dei locali) e "colpevolisti" (gli abitanti della stradina) protestano. I primi perché hanno il diritto di lavorare. I secondi perché viene loro "negato" il giusto riposo notturno. Né gli interventi delle forze dell'ordine o delle autorità comunali sortisce la risoluzione del problema. Sulla vicenda registriamo l'intervento di Mario Landriscina, direttore provinciale delle Politiche Sviluppo Territoriale della Confesercenti che nella nascita della movida tranese ebbe un ruolo di primo piano».
E allora ecco che Landriscina suggerisce per il centro storico, zona in cui si concentrano i disturbatori, non interventi a tampone, ma un gruppo di lavoro, creato dalla nuova Amministrazione Comunale, che studi le varie soluzioni possibili per far fronte a questa e a tutte le altre problematiche.
«Basta con gli incontri saltuari fra i singoli esercenti e il sindaco o l'assessore di turno dopo ogni protesta - dice Landriscina - Non portano a nulla. Occorrerebbe invece un tavolo di concertazione tra i rappresentanti delle associazioni dei commercianti e la pubblica amministrazione. Magari per razionalizzare le attività nel centro storico proponendo studi di sviluppo di altre zone della città, altrettanto belle, come Colonna, il Lungomare Colombo, le coste e via dicendo,. Ma Trani, purtroppo, è carente per quanto riguarda la programmazione e pianificazione dei piani commerciali, delle coste, della rigenerazione urbana necessari, per l'adozione dei quali stiamo spingendo ormai da tempo immemorabile».
Recentemente vi è stata una determina regionale che ha imposto alle Asl di fare controlli per quanto riguarda le attrezzature sanitarie dei vari locali, prevedendo servizi igienici anche in base al numero dei potenziali avventori. «Ma è una soluzione, questa, - precisa Landriscina - che riguarda solo i regolamenti di igiene e consente di emanare deroghe in materia e nient'altro. Ben vengano le rivendicazioni quando se ne presenti l'occasione, ma non risolvono il problema alla radice. Occorre, pertanto, un piano globale di intervento che sia di ampia portata e duri nel tempo».
A riguardo, è intervenuto anche Mario Schiralli che ricorda la nascita della movida nei primi anni Novanta, inventata dalla Confesercenti tranese nel centro storico. Ma col passare del tempo si incominciano a verificare i primi malumori: sono gli abitanti delle zone interessate che mal sopportano musiche e vocii fuori orario. Fino a qualche giorno fa quando "scoppia" il vero e proprio caso (la Gazzetta lo riporta a tutta pagina il 17 febbraio scorso) di Via Lagalante, una stradina di poche decine di metri che condensa due, tre locali alla moda frequentati da giovani in massa fino a tarda ora. I residenti non sopportano più e si rivolgono diverse volte alle forze dell'ordine.
«"Innocentisti" (i gestori dei locali) e "colpevolisti" (gli abitanti della stradina) protestano. I primi perché hanno il diritto di lavorare. I secondi perché viene loro "negato" il giusto riposo notturno. Né gli interventi delle forze dell'ordine o delle autorità comunali sortisce la risoluzione del problema. Sulla vicenda registriamo l'intervento di Mario Landriscina, direttore provinciale delle Politiche Sviluppo Territoriale della Confesercenti che nella nascita della movida tranese ebbe un ruolo di primo piano».
E allora ecco che Landriscina suggerisce per il centro storico, zona in cui si concentrano i disturbatori, non interventi a tampone, ma un gruppo di lavoro, creato dalla nuova Amministrazione Comunale, che studi le varie soluzioni possibili per far fronte a questa e a tutte le altre problematiche.
«Basta con gli incontri saltuari fra i singoli esercenti e il sindaco o l'assessore di turno dopo ogni protesta - dice Landriscina - Non portano a nulla. Occorrerebbe invece un tavolo di concertazione tra i rappresentanti delle associazioni dei commercianti e la pubblica amministrazione. Magari per razionalizzare le attività nel centro storico proponendo studi di sviluppo di altre zone della città, altrettanto belle, come Colonna, il Lungomare Colombo, le coste e via dicendo,. Ma Trani, purtroppo, è carente per quanto riguarda la programmazione e pianificazione dei piani commerciali, delle coste, della rigenerazione urbana necessari, per l'adozione dei quali stiamo spingendo ormai da tempo immemorabile».
Recentemente vi è stata una determina regionale che ha imposto alle Asl di fare controlli per quanto riguarda le attrezzature sanitarie dei vari locali, prevedendo servizi igienici anche in base al numero dei potenziali avventori. «Ma è una soluzione, questa, - precisa Landriscina - che riguarda solo i regolamenti di igiene e consente di emanare deroghe in materia e nient'altro. Ben vengano le rivendicazioni quando se ne presenti l'occasione, ma non risolvono il problema alla radice. Occorre, pertanto, un piano globale di intervento che sia di ampia portata e duri nel tempo».