Vita di città
Il Consiglio di Stato blocca il termovalorizzatore anche a Canosa
Legambiente: «secondo stop inflitto alla dirigenza Amet...»
Trani - mercoledì 28 marzo 2007
Riceviamo e pubblichiamo una nota del circolo di Trani di Legambiente: Il Consiglio di Stato, con una sentenza, ha dato ragione al Comune di Canosa di Puglia che aveva annullato la concessione rilasciata dall'ufficio tecnico cinque anni fa consentendo la realizzazione di un inceneritore in contrada "Tufarelle". La concessione, cassata sia in sede comunale che dal Consiglio di Stato, boccia definitivamente la possibilità di realizzare l'impianto di incenerimento della SOLVIC e della REA; quest'ultima costituita a sua volta da AMET Trani e Noy Vallesina: le stesse società proponenti l'inceneritore di Trani, già bocciato dal nuovo piano regionale dei rifiuti. Il Circolo di Trani della Legambiente ha seguito da vicino le vicissitudini legate alla vibrata ed energica protesta dei cittadini di Canosa che, supportati anche dal locale circolo della Legambiente, hanno prodotto una chiara, irremovibile ed efficace, opposizione alla realizzazione dell'impianto. In quest'ultimo anno la Legambiente di Trani ha particolarmente solidarizzato con gli amici di Canosa fornendo, insieme al sostegno morale, un particolare incoraggiamento per cercare di compensare l'imbarazzante responsabilità dell'AMET Trani.
Tutto e bene quel che finisce bene: anche questo inceneritore, momentaneamente, non si farà; l'aria che tutti respiriamo non sarà ulteriormente contaminata dalle polveri ultrafini che penetrando fin negli alveoli polmonari e nell'apparato circolatorio, provocano non solo rischi a livello respiratorio, ma anche ischemie a livello cardiovascolare o cerebrale. Inutile dire che le microparticelle emesse dagli inceneritori si sarebbero negativamente sommate a quelle degli impianti industriali e del traffico automobilistico che, purtroppo, continua a crescere in maniera esponenziale.
Dopo il secondo stop inflitto alla dirigenza AMET sulla questione inceneritore, tiriamo un meritato sospiro di sollievo ma nel contempo non ci illudiamo: siamo consapevoli che i sagaci ed 'illuminati' inceneritoristi tranesi non demorderanno, e ben presto, ci riproveranno ignorando anche il tentativo di referendum popolare soffocato con ponderose e dispendiose azioni giudiziarie. Con ogni probabilità si faranno nuovi accordi, nuove corporazioni, nuove società, ma la sostanza della questione sarà la stessa: prima gli affari e gli inceneritori, e poi la salute dei cittadini.
A questo punto una considerazione è d'obbligo e riguarda i citati affari: i molteplici ed inefficaci tentativi di realizzazione degli inceneritori da parte dell'AMET avranno verosimilmente nuociuto alle finanze della società controllata dal Comune di Trani: fino a quando queste fantasiose, vacue ed infruttuose società a capitale misto, potranno continuare a utilizzare patrimoni pubblici avendo come spettatori passivi i cittadini su cui graveranno insieme ai danni economici anche quelli sanitari?» Circolo di Trani di Legambiente
Tutto e bene quel che finisce bene: anche questo inceneritore, momentaneamente, non si farà; l'aria che tutti respiriamo non sarà ulteriormente contaminata dalle polveri ultrafini che penetrando fin negli alveoli polmonari e nell'apparato circolatorio, provocano non solo rischi a livello respiratorio, ma anche ischemie a livello cardiovascolare o cerebrale. Inutile dire che le microparticelle emesse dagli inceneritori si sarebbero negativamente sommate a quelle degli impianti industriali e del traffico automobilistico che, purtroppo, continua a crescere in maniera esponenziale.
Dopo il secondo stop inflitto alla dirigenza AMET sulla questione inceneritore, tiriamo un meritato sospiro di sollievo ma nel contempo non ci illudiamo: siamo consapevoli che i sagaci ed 'illuminati' inceneritoristi tranesi non demorderanno, e ben presto, ci riproveranno ignorando anche il tentativo di referendum popolare soffocato con ponderose e dispendiose azioni giudiziarie. Con ogni probabilità si faranno nuovi accordi, nuove corporazioni, nuove società, ma la sostanza della questione sarà la stessa: prima gli affari e gli inceneritori, e poi la salute dei cittadini.
A questo punto una considerazione è d'obbligo e riguarda i citati affari: i molteplici ed inefficaci tentativi di realizzazione degli inceneritori da parte dell'AMET avranno verosimilmente nuociuto alle finanze della società controllata dal Comune di Trani: fino a quando queste fantasiose, vacue ed infruttuose società a capitale misto, potranno continuare a utilizzare patrimoni pubblici avendo come spettatori passivi i cittadini su cui graveranno insieme ai danni economici anche quelli sanitari?» Circolo di Trani di Legambiente