Religioni

Il digiuno di Tishà a Trani con hazan Shalom Meghnagi

Sarà officiata presso la Sinagoga Scolanova

Dal tramonto di lunedi 23 luglio al tramonto di martedi 24 gli Ebrei osserveranno il digiuno di Tishà beAv (9 di Av). Tishà beAv irrompe nella vita ebraica proprio nel pieno della stagione estiva, preannunciato nei giorni precedenti da una serie di simboli e usi prescritti dai Rabbanim nel corso dei secoli (divieto di tagliarsi la barba, astensione dalle carni fuorchè di Shabbath, limitazione di piaceri e occasioni felici, ecc.). Tishà beAv ricorda la distruzione del primo e secondo Bet haMikdash (Tempio) di Gerusalemme ma altri avvenimenti nefasti furono associati a questa data. Nella Mishnà (Taanit 4:6) troviamo scritto: cinque sven­ture capitarono nel giorno di Tishà beAv: fu decretato che i nostri padri nel deserto non sarebbero entrati nella terra d'Israele prima di 40 anni, fu distrutto il tempio di Salomone la prima e seconda volta, fu conquistata la città di Betar e Gerusalemme fu rasa al suolo. La disfatta di Betar fece seguito all'ultima ribellione del popolo ebraico contro i Romani. Il condottiero Simone soprannomi­nato Bar-Cochbà (figlio della stella) fu sconfitto e ucciso insieme al grande Rabbi Akivà; quest'ultimo fu scorticato vivo dai Romani con pettini di ferro. L'ultima sciagura descritta nella Mishnà fu la distruzione di Geru­salemme come profetizzato da Geremia (26:18): Sion come un campo sarà completamente arata. Rico­struita in seguito dai Romani, le fu cambiato il nome da Gerusalemme in Elia Capitolina. Anche quest'ultima disgrazia, come le precedenti, avvenne secondo la tradizione ebraica il 9 di Av. In seguito, altri avvenimen­ti nefasti coincisero con la data di Tishà beAv; tra i più importanti è da ricordare la cac­ciata degli Ebrei dalla Spagna avvenuta il 2 Agosto 1492 (coincidente con il 9 di Av) e la rivolta ebraica nel Ghet­to di Varsavia contro i nazisti iniziata il 9 di Av del 1942 e tragicamente terminata il 27 Nissan del 1943. Per evitare di fruire della gioia della lettura della Legge, dalla vigilia di Tishà beAv è proibito studiare la Torà. Si possono leggere Giobbe, i capitoli di Geremia che annunciano disgrazie, la Meghillàth Echà (Lamentazioni di Geremia) e i relativi commentarii ma seduti a terra e comunque non sui banchi del tempio. Prima del tramonto, dopo aver fatto un pasto abbondante, si consuma la seudàth hamafsèket (pasto di interruzione) mangiando un uovo sodo con del pane e da soli per evitare il Zim­mun (invito a benedire). Da 20 minuti prima del tramonto ossia al comparire di tre stelle in cielo è proibito mangiare e bere. In questo giorno è ammesso lavorare anche se è preferibile astenersi dal lavo­ro; sono vietati svaghi e di­vertimenti ed è uso recarsi al cimitero. La Sinagoga è illuminata solo con candele e priva degli arredi più significativi. Sia la sera che la mattina si legge la Meghillàth Echà. La mattina non si indossa né il Tallèth ga­dol né i Tefillìn che vanno indossati durante la preghiera pomeridiana; è permesso il Tallèth katan senza recitare la bene­dizione.
Secondo la tradizione ebraica, nella distruzione ci sono già i semi della redenzione e proprio in questa data sventurata arriverà il Messia e in que­sto giorno sarà ricostruito il terzo Bet haMikdash. Tishà beAv sarà officiata presso la Sinagoga Scolanova di Trani dal hazan Shalom Meghnagi. A Trani si entra in Tishà beAv lunedi sera alle 20:21 e si esce martedi sera alle 20:59. Chi intende consumare la seudàth hamafsèket in Sinagoga è pregato di arrivare almeno un'ora prima dell'inizio del digiuno.
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