Cronaca
Il muratore Costantino Baratta uomo dell'anno per l'Espresso
L'uomo di Trani che ha salvato 11 ragazzi e una ragazza alla deriva
Trani - domenica 29 dicembre 2013
10.00
Costantino Baratta è per l'Espresso l'uomo dell'anno. La mattina del 3 ottobre il muratore 56enne, è uscito in barca dal porto di Lampedusa ed è entrato nella cronaca di una tragedia che ha segnato indelebilmente il 2013. Inginocchiato su un piccolo scafo di cinque metri e mezzo, Costantino ha sollevato dall'acqua 11 ragazzi e una ragazza alla deriva nel mare piatto ricoperto dai riflessi arcobaleno della nafta. Li ha afferrati dai pantaloni per tirarli a bordo come manichini stremati. E quando li ha trovati completamente nudi, si è aggrappato alla loro pelle unta di carburante fino ad adagiarli ai suoi piedi.
Quei 12 profughi eritrei sono stati gli ultimi ripescati vivi dal naufragio del peschereccio che dalla Libia li aveva portati a poche centinaia di metri dalla scogliera di Cala Madonna. Un gesto che ha fermato il bilancio a 153 superstiti e 366 morti: uomini, donne e 16 bambini annegati per aver cercato scampo dal pugno di ferro del presidente Isaias Afewerki, dittatore africano e caro amico del governo italiano.
Costantino Baratta si racconta ai giornalisti de l'Espresso: il muratore di Trani vive a Lampedusa da 26 anni, si è trasferito nell'isola dal 1987. «Però la prima volta sono venuto nel 1976, essendo fidanzato con una lampedusana che ha studiato e si è diplomata alle magistrali a Trani».
L'Espresso ha voluto dedicare la copertina dell'anno a Costantino Baratta e con lui a tutti coloro che quella mattina, come tante altre mattine negli ultimi vent'anni, si sono ritrovati in mare: i lampedusani e i profughi, i soccorritori e i naufraghi, sopravvissuti e annegati, salvati e sommersi lungo questa prima linea d'Europa.
L'intero articolo è pubblicato su questa pagina: http://espresso.repubblica.it
Quei 12 profughi eritrei sono stati gli ultimi ripescati vivi dal naufragio del peschereccio che dalla Libia li aveva portati a poche centinaia di metri dalla scogliera di Cala Madonna. Un gesto che ha fermato il bilancio a 153 superstiti e 366 morti: uomini, donne e 16 bambini annegati per aver cercato scampo dal pugno di ferro del presidente Isaias Afewerki, dittatore africano e caro amico del governo italiano.
Costantino Baratta si racconta ai giornalisti de l'Espresso: il muratore di Trani vive a Lampedusa da 26 anni, si è trasferito nell'isola dal 1987. «Però la prima volta sono venuto nel 1976, essendo fidanzato con una lampedusana che ha studiato e si è diplomata alle magistrali a Trani».
L'Espresso ha voluto dedicare la copertina dell'anno a Costantino Baratta e con lui a tutti coloro che quella mattina, come tante altre mattine negli ultimi vent'anni, si sono ritrovati in mare: i lampedusani e i profughi, i soccorritori e i naufraghi, sopravvissuti e annegati, salvati e sommersi lungo questa prima linea d'Europa.
L'intero articolo è pubblicato su questa pagina: http://espresso.repubblica.it