Vita di città
Il nuovo anno e i punti di riferimento
Giovanni Ronco, docente di etica traccia un'analisi sociale contemporanea
Trani - mercoledì 9 gennaio 2008
Prendo spunto da alcune riflessioni tenute da Mons. Vincenzo Franco, in occasione dell'omelia del primo giorno dell'anno, per riconsiderare insieme ai lettori e cittadini, una serie di punti di riferimento utili per orientarsi nella congerie d'impegni, affanni, progetti, che più o meno si realizzeranno, idee e pensieri che ci verranno incontro durante l'anno che è appena cominciato.
Tutto ciò che ci riguarda da vicino, dal mondo del lavoro, a quello della scuola, a quello dei giovani, fino alla sfera della Famiglia, sempre più intaccata da un "mondo esterno" che cerca di decomporla, scardinarla, privarla di significati. La questione dei giovani è una priorità: essi appaiono disorientati dalle mille sirene che spingono verso l'esaltazione del materialismo, del becero consumismo, di chi cerca di sfruttarli per interessi personali (vedi nel mondo del lavoro con l'imperversare del precariato). Come in un perverso effetto domino, il disorientamento dei giovani si ripercuote su famiglie non in grado di dare un'impostazione etica ai ragazzi, a loro volta, in seguito, genitori sprovveduti nell'immediato futuro.
Nel lavoro si cerca ciò che non si può subito ottenere: lo scontento e la mancanza di costanza, lo scoramento facile, generano quella molla che porta molti giovani a rinchiudersi in se stessi e a rimuginare sugli errori, invidiare le vite dorate, spesso fasulle, raccontate in tv e pronti a rincorrere un modello sociale che fa credere che, risolto l'aspetto economico, tutto possa andar liscio. Invece no. L'allontanamento da Dio, anche come mancanza di meditazione, di esame di coscienza, anche in senso laico, come onesta autocritica, lo sbertucciamento dei principi etici cristiani, così in sempre più larghe comunità, come a livello mediatico.
Questo "salto senza rete", nel vuoto delle illusioni, dei soldi facili, della tv bugiarda, della politica disinteressata a valorizzare i giovani, ma volta a utilizzarli come "specchietti" di un Nuovo che non viene mai nel concreto o come galoppini a tempo indeterminato.Tutto questo è il vero male. La scuola e le famiglie, la politica e i media devono prendersi questa responsabilità: innescare una mentalità nuova, uno stile di vita in controtendenza. mediare tra un sano e corretto laicismo ed un ritorno ai principi etici cristiani nel loro punto di forza: i rapporti interpersonali e non in semplici appelli o predicozzi. La vita reale ha bisogno di tutto il meglio che si possa offrire ai cittadini di oggi e domani: il meglio della convivenza civile laica e cristiana, il meglio della cultura e delle tradizioni, il meglio del progresso che non inneschi vuoti desideri sempre più grandi e irranggiungibili, ma comodità materiali e morali in grado di fare davvero un uomo migliore.
Giovanni Ronco
Tutto ciò che ci riguarda da vicino, dal mondo del lavoro, a quello della scuola, a quello dei giovani, fino alla sfera della Famiglia, sempre più intaccata da un "mondo esterno" che cerca di decomporla, scardinarla, privarla di significati. La questione dei giovani è una priorità: essi appaiono disorientati dalle mille sirene che spingono verso l'esaltazione del materialismo, del becero consumismo, di chi cerca di sfruttarli per interessi personali (vedi nel mondo del lavoro con l'imperversare del precariato). Come in un perverso effetto domino, il disorientamento dei giovani si ripercuote su famiglie non in grado di dare un'impostazione etica ai ragazzi, a loro volta, in seguito, genitori sprovveduti nell'immediato futuro.
Nel lavoro si cerca ciò che non si può subito ottenere: lo scontento e la mancanza di costanza, lo scoramento facile, generano quella molla che porta molti giovani a rinchiudersi in se stessi e a rimuginare sugli errori, invidiare le vite dorate, spesso fasulle, raccontate in tv e pronti a rincorrere un modello sociale che fa credere che, risolto l'aspetto economico, tutto possa andar liscio. Invece no. L'allontanamento da Dio, anche come mancanza di meditazione, di esame di coscienza, anche in senso laico, come onesta autocritica, lo sbertucciamento dei principi etici cristiani, così in sempre più larghe comunità, come a livello mediatico.
Questo "salto senza rete", nel vuoto delle illusioni, dei soldi facili, della tv bugiarda, della politica disinteressata a valorizzare i giovani, ma volta a utilizzarli come "specchietti" di un Nuovo che non viene mai nel concreto o come galoppini a tempo indeterminato.Tutto questo è il vero male. La scuola e le famiglie, la politica e i media devono prendersi questa responsabilità: innescare una mentalità nuova, uno stile di vita in controtendenza. mediare tra un sano e corretto laicismo ed un ritorno ai principi etici cristiani nel loro punto di forza: i rapporti interpersonali e non in semplici appelli o predicozzi. La vita reale ha bisogno di tutto il meglio che si possa offrire ai cittadini di oggi e domani: il meglio della convivenza civile laica e cristiana, il meglio della cultura e delle tradizioni, il meglio del progresso che non inneschi vuoti desideri sempre più grandi e irranggiungibili, ma comodità materiali e morali in grado di fare davvero un uomo migliore.
Giovanni Ronco