Territorio
Il ponte di via Istria invaso dall'ailanto: un "Jumanji" per pedoni e ciclisti?
La vegetazione sta invadendo i due lati della carreggiata, insieme a rifiuti e transito di topi e serpenti
Trani - martedì 14 giugno 2022
11.35
È la domanda che si pongono i tanti cittadini che ogni giorno a piedi percorrono il ponte: ma anche i ciclisti che, costretti a evitare i rami che ormai invadono la carreggiata, oltre i numerosi rifiuti che stagnano lì per settimane - cerchioni di auto, pezzi di cassette dell'ortofrutta, persino capi di abbigliamento - rischiano ogni giorno di essere travolti dalle automobili.
Automobili che, è il caso di ricordare, arrivano sul ponte venendo da via Corato come se dovessero decollare da una rampa di lancio, a tutta velocità, facilitati dalla totale assenza di qualunque tipo di dissuasore, salvo delle strisce pedonali in corrispondenza di via Donizetti quasi sempre ignorate con spavalda indifferenza.
I polloni e le cime degli alberi che invadono in più punti la strada sia dal lato del marciapiede che dall'altro lato oltretutto sono i punti di passaggio preferiti da topi e anche serpenti, come testimoniano i passanti abituali del tratto di strada, davvero quasi a trovarsi in una jungla cittadina come nel celebre film con Robin Williams citato nel titolo.
Altra questione da non sottovalutare è la specie degli alberi che ormai da anni hanno invaso tutta la zona intorno al ponte che cavalca, appunto la ferrovia, comunemente chiamati alberi del Paradiso per la loro capacità di diventare molto alti in tempi rapidissimi, ma che di angelico in realtà hanno ben poco: e costituiscono invece una vera e propria disdetta, anzi, sciagura, per diversi aspetti.
Si chiamano in realtà Ailanthus Altissima e crescono ovunque, anche nei posti più impensabili (sui muri, ai margini delle strade, in aree dismesse o ferroviarie, appunto) e di essi è difficile, quasi impossibile se non si agisce in maniera mirata , liberarsi. Una pianta cosiddetta infestante a tutti gli effetti e portatrice di diversi problemi. La colpa della sua diffusione incontrollata, nel paese dei cantieri eterni, è spesso nella burocrazia e nella mancata manutenzione cittadina che favorisce la creazione dell'habitat perfetto per le piante ruderali.
Oltre il pericolo di danneggiamenti a strade, ponti e palazzi, soprattutto datati, laddove cresce l' alianto si potrebbe dire che non cresca più l'erba, nel senso che ha una capacità di annullare qualunque altro tipo di sviluppo vegetativo di altre specie con un danno all'ecosistema.
La sua eradicazione è però difficile e anche costosa, ma pare che i suoi fiori facciano produrre alle api un miele di eccellenza: la soluzione potrebbe essere carina, e anche redditizia, ma si dovrebbe fare attenzione a procedere alla potatura dei fiori non appena le api abbiano fatto il loro lavoro, per evitare che i semi si disperdono ancora di più nell'ambiente ampliando la foresta. Nell'attesa di danni seri e irreversibili al ponte vogliamo metterci a fare miele?!
Automobili che, è il caso di ricordare, arrivano sul ponte venendo da via Corato come se dovessero decollare da una rampa di lancio, a tutta velocità, facilitati dalla totale assenza di qualunque tipo di dissuasore, salvo delle strisce pedonali in corrispondenza di via Donizetti quasi sempre ignorate con spavalda indifferenza.
I polloni e le cime degli alberi che invadono in più punti la strada sia dal lato del marciapiede che dall'altro lato oltretutto sono i punti di passaggio preferiti da topi e anche serpenti, come testimoniano i passanti abituali del tratto di strada, davvero quasi a trovarsi in una jungla cittadina come nel celebre film con Robin Williams citato nel titolo.
Altra questione da non sottovalutare è la specie degli alberi che ormai da anni hanno invaso tutta la zona intorno al ponte che cavalca, appunto la ferrovia, comunemente chiamati alberi del Paradiso per la loro capacità di diventare molto alti in tempi rapidissimi, ma che di angelico in realtà hanno ben poco: e costituiscono invece una vera e propria disdetta, anzi, sciagura, per diversi aspetti.
Si chiamano in realtà Ailanthus Altissima e crescono ovunque, anche nei posti più impensabili (sui muri, ai margini delle strade, in aree dismesse o ferroviarie, appunto) e di essi è difficile, quasi impossibile se non si agisce in maniera mirata , liberarsi. Una pianta cosiddetta infestante a tutti gli effetti e portatrice di diversi problemi. La colpa della sua diffusione incontrollata, nel paese dei cantieri eterni, è spesso nella burocrazia e nella mancata manutenzione cittadina che favorisce la creazione dell'habitat perfetto per le piante ruderali.
Oltre il pericolo di danneggiamenti a strade, ponti e palazzi, soprattutto datati, laddove cresce l' alianto si potrebbe dire che non cresca più l'erba, nel senso che ha una capacità di annullare qualunque altro tipo di sviluppo vegetativo di altre specie con un danno all'ecosistema.
La sua eradicazione è però difficile e anche costosa, ma pare che i suoi fiori facciano produrre alle api un miele di eccellenza: la soluzione potrebbe essere carina, e anche redditizia, ma si dovrebbe fare attenzione a procedere alla potatura dei fiori non appena le api abbiano fatto il loro lavoro, per evitare che i semi si disperdono ancora di più nell'ambiente ampliando la foresta. Nell'attesa di danni seri e irreversibili al ponte vogliamo metterci a fare miele?!