Religioni
Il presepe della Madonna di Fatima, simbolo di contrasto alla Povertà
Nell'ambito del Progetto triennale del Consiglio pastorale diocesano
Trani - mercoledì 30 dicembre 2020
9.29
È la Povertà, con tutti i mezzi e gli strumenti per contrastarla e farne a sua volta emblema di umiltà ed impegno sociale, il tema scelto per il primo dei tre anni di progetto, iter, cammino, da parte del Consiglio pastorale diocesano. In tale direzione ed a tale tematica hanno deciso di uniformare il presepe di quest'anno i padri Rogazionisti e la comunità della parrocchia della Madonna di Fatima di Trani.
Quale occasione migliore, se non quella di rifarsi proprio al paradigma di valori e strumenti legati al fondatore dei padri Rogazionisti, ossia Sant'Annibale Maria Di Francia. Il Santo siciliano, originario di Messina, indirizzo' fin dall'inizio la sua azione vocazionale e missionaria, proprio a favore dei poveri del quartiere, popolare e malfamato della sua città, chiamato Avignone.
I pannelli, l'iconografia e la rappresentazione generale del presepe di quest'anno, posto ai piedi dell'altare maggiore, raffigurano la Natività con ai lati le immagini salienti dell'Opera di Sant'Annibale: dal sostegno e analfabetizzazione dell'infanzia abbandonata, al supporto per l'avvio alle professioni per i giovani e ad una carità quindi "attiva", non fine a se stessa, non solo assistenziale, verso poveri e disoccupati.
Quale occasione migliore, se non quella di rifarsi proprio al paradigma di valori e strumenti legati al fondatore dei padri Rogazionisti, ossia Sant'Annibale Maria Di Francia. Il Santo siciliano, originario di Messina, indirizzo' fin dall'inizio la sua azione vocazionale e missionaria, proprio a favore dei poveri del quartiere, popolare e malfamato della sua città, chiamato Avignone.
I pannelli, l'iconografia e la rappresentazione generale del presepe di quest'anno, posto ai piedi dell'altare maggiore, raffigurano la Natività con ai lati le immagini salienti dell'Opera di Sant'Annibale: dal sostegno e analfabetizzazione dell'infanzia abbandonata, al supporto per l'avvio alle professioni per i giovani e ad una carità quindi "attiva", non fine a se stessa, non solo assistenziale, verso poveri e disoccupati.