
Attualità
Il preside della Scuola "Rocca Bovio Palumbo D’Annunzio" di Trani racconta l’Erasmus+
In un’intervista il dirigente scolastico Giovanni Cassanelli ha raccontato l’esperienza degli alunni della sua scuola
Trani - sabato 29 marzo 2025
11.36
L' Istituto Comprensivo "Rocca Bovio Palumbo D'Annunzio" a Indirizzo Musicale di Trani è impegnata da alcuni anni nel percorso di mobilità all'estero dei suoi alunni; proprio in questi giorni un gruppo di studenti è partito alla volta della Germania, mentre altri studenti stranieri sono attesi nei prossimi mesi. Abbiamo affidato al preside Giovanni Cassanelli il racconto di un'esperienza che ha cambiato il modo di fare scuola.
D: Professore, come nasce questo progetto?
R: Il progetto nasce anni fa ed è promosso dall'Agenzia Nazionale e dall'Unione Europea, che si prefiggono l'obiettivo di contribuire alla creazione della cittadinanza europea per promuovere una cultura di pace. Sappiamo bene che l'Unione Europea ci ha consentito di vivere tanti anni di pace e purtroppo, in questo momento, c'è il problema serissimo delle guerre. A ciò si aggiungono altri valori aggiunti, legati all'apertura mentale degli alunni, che già tenera età fanno un'esperienza così importante. La scuola ha già partecipato in passato: gli alunni conoscono ragazzi di tante nazionalità differenti, parlano con loro esclusivamente in inglese, e questo li motiva fortemente, al loro rientro, ad approfondire lo studio della lingua.
D: Com'è strutturato il progetto? C'è stata una selezione fra gli alunni?
R: Ci sono tante possibilità all'interno del progetto: una è la mobilità degli studenti; essi vanno all'estero dove frequentano, per quei giorni, la scuola con cui il nostro istituto instaura il rapporto ben prima della partenza, strutturando un progetto comune su un tema scelto, come la sostenibilità ambientale o la storia dei rispettivi territori: questo distingue l'Erasmus dai comuni di viaggi d'istruzione. Un' altra possibilità è il job shadowing, con cui il personale scolastico può andare in una scuola estera e osservare come si lavori per far tesoro delle diverse esperienze. È possibile sostenere dei corsi di lingua e di metodologia all'estero per i docenti. C'è, inoltre, la possibilità di ospitare degli esperti dall'estero, come docenti universitari di pedagogia che vengano a portare il loro contributo al nostro personale.
Ma ciò su cui noi veramente puntiamo tanto è proprio la mobilità degli alunni, che vengono individuati in diversi modi attraverso, per esempio, con criteri meritocratici, oppure, alcuni posti sono riservati agli alunni con minori opportunità.
D: Quali attività svolgono i ragazzi?
R: A scuola svolgono lavori di gruppo, seguono le lezioni in classe con gli altri ragazzi; naturalmente, poi, c'è anche la scoperta del territorio con le study visiting. Questo accade anche qui perché noi ospitiamo, a nostra volta, dall'estero. Stanno arrivando - proprio oggi - dei ragazzi della Germania che saranno qui per una settimana e seguiranno attività nelle classi, poi altre attività specifiche legate al progetto che stanno seguendo; ci saranno visite sul territorio e potranno vivere la dimensione scolastica e del territorio davvero a 360 °.
D: I genitori come hanno accolto questo progetto?
R: Straordinariamente bene! I genitori sono entusiasti; noi abbiamo fatto in modo che i ragazzi siano ospiti delle famiglie; quindi, i nostri vanno ospiti delle famiglie straniere e viceversa.
I genitori sono contentissimi perché si stanno creando delle vere e proprie amicizie che spesso si mantengono anche nel tempo, e si rendono conto che l'esperienza non è solo dei loro figli ma anche la loro, perché essi stessi hanno la possibilità, ospitando questi ragazzi, di entrare in una dimensione internazionale che magari non hanno vissuto.
D: Qual è l'arricchimento che deriva dall'Erasmus?
R: L'arricchimento è totale; i professori mi dicono che i ragazzi al rientro sono trasformati in meglio, hanno una maggiore consapevolezza del loro ruolo, dell'importanza dello studio e della formazione. Sono proiettati in una dimensione futura, concreta e reale e vivono ancora di più la scuola come un trampolino di lancio per la vita. E poi, ribadisco, al primo posto c'è la costruzione della pace, perché viviamo in un'epoca davvero molto molto difficile e noi siamo orgogliosi di essere promotori della cultura di pace.
D: Professore, come nasce questo progetto?
R: Il progetto nasce anni fa ed è promosso dall'Agenzia Nazionale e dall'Unione Europea, che si prefiggono l'obiettivo di contribuire alla creazione della cittadinanza europea per promuovere una cultura di pace. Sappiamo bene che l'Unione Europea ci ha consentito di vivere tanti anni di pace e purtroppo, in questo momento, c'è il problema serissimo delle guerre. A ciò si aggiungono altri valori aggiunti, legati all'apertura mentale degli alunni, che già tenera età fanno un'esperienza così importante. La scuola ha già partecipato in passato: gli alunni conoscono ragazzi di tante nazionalità differenti, parlano con loro esclusivamente in inglese, e questo li motiva fortemente, al loro rientro, ad approfondire lo studio della lingua.
D: Com'è strutturato il progetto? C'è stata una selezione fra gli alunni?
R: Ci sono tante possibilità all'interno del progetto: una è la mobilità degli studenti; essi vanno all'estero dove frequentano, per quei giorni, la scuola con cui il nostro istituto instaura il rapporto ben prima della partenza, strutturando un progetto comune su un tema scelto, come la sostenibilità ambientale o la storia dei rispettivi territori: questo distingue l'Erasmus dai comuni di viaggi d'istruzione. Un' altra possibilità è il job shadowing, con cui il personale scolastico può andare in una scuola estera e osservare come si lavori per far tesoro delle diverse esperienze. È possibile sostenere dei corsi di lingua e di metodologia all'estero per i docenti. C'è, inoltre, la possibilità di ospitare degli esperti dall'estero, come docenti universitari di pedagogia che vengano a portare il loro contributo al nostro personale.
Ma ciò su cui noi veramente puntiamo tanto è proprio la mobilità degli alunni, che vengono individuati in diversi modi attraverso, per esempio, con criteri meritocratici, oppure, alcuni posti sono riservati agli alunni con minori opportunità.
D: Quali attività svolgono i ragazzi?
R: A scuola svolgono lavori di gruppo, seguono le lezioni in classe con gli altri ragazzi; naturalmente, poi, c'è anche la scoperta del territorio con le study visiting. Questo accade anche qui perché noi ospitiamo, a nostra volta, dall'estero. Stanno arrivando - proprio oggi - dei ragazzi della Germania che saranno qui per una settimana e seguiranno attività nelle classi, poi altre attività specifiche legate al progetto che stanno seguendo; ci saranno visite sul territorio e potranno vivere la dimensione scolastica e del territorio davvero a 360 °.
D: I genitori come hanno accolto questo progetto?
R: Straordinariamente bene! I genitori sono entusiasti; noi abbiamo fatto in modo che i ragazzi siano ospiti delle famiglie; quindi, i nostri vanno ospiti delle famiglie straniere e viceversa.
I genitori sono contentissimi perché si stanno creando delle vere e proprie amicizie che spesso si mantengono anche nel tempo, e si rendono conto che l'esperienza non è solo dei loro figli ma anche la loro, perché essi stessi hanno la possibilità, ospitando questi ragazzi, di entrare in una dimensione internazionale che magari non hanno vissuto.
D: Qual è l'arricchimento che deriva dall'Erasmus?
R: L'arricchimento è totale; i professori mi dicono che i ragazzi al rientro sono trasformati in meglio, hanno una maggiore consapevolezza del loro ruolo, dell'importanza dello studio e della formazione. Sono proiettati in una dimensione futura, concreta e reale e vivono ancora di più la scuola come un trampolino di lancio per la vita. E poi, ribadisco, al primo posto c'è la costruzione della pace, perché viviamo in un'epoca davvero molto molto difficile e noi siamo orgogliosi di essere promotori della cultura di pace.