Eventi e cultura
Il violino di Auschwitz per il finissage della mostra "La notte dipingevo quadri rossi"
Grande emozione con il quartetto d'archi Lemuria nella sala conferenze del Polo museale
Trani - sabato 28 settembre 2024
8.18
Il 26 settembre, presso la Sala conferenze del Polo Museale di Trani, si è tenuto il concerto del M° Fabrizio Signorile che si è esibito con il "Violino di Auschwitz". Il musicista è stato accompagnato dal Quartetto d'archi Lemuria, costituito da Alessandro Fiore, Francesco Capuano ed Elia Ranieri, a chiusura della Mostra d'arte ebraica allestita nell'ex Sinagoga Scola Grande di Trani. La Fondazione S.E.C.A., in collaborazione con la Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (ILMC) di Barletta, ha presentato opere d'arte risalenti al periodo della Seconda Guerra Mondiale, donate alla fondazione barlettana dal poeta e scrittore milanese Roberto Malini. Si tratta di un patrimonio straordinario che troverà la sua collocazione definitiva nel Museo della Città della Musica Concentrazionaria, nell'area dell'ex Distilleria di Barletta. La collezione artistica è costituita da venti quadri dell'artista Vassover, da due opere di Simcha Nornberg e da un'opera di Samuel "Shmuel" Shmutler. Durante la serata di chiusura dell'evento il M° Lotoro, Presidente della Fondazione ILMC, ha presentato il primo brano, eseguito con il violino del musicista ebreo Sandor Kuti, da Fabrizio Signorile. Lotoro ha raccontato: "Quando venne avviata l'operazione di arresto e deportazione degli ungheresi, Sandor Kuti fu arrestato ma riuscì a fuggire in Transilvania e a stendere una sorta di diario nel quale riportò l'elenco delle proprie opere musicali. Fu nuovamente arrestato e portato nel campo di lavori forzati in Germania dove scrisse "La sonata per violino". Lotoro ha raccontato che la sonata era stata consegnata all'Istituto di Musicologia di Budapest ma nel momento in cui decise di recarsi di persona per visionare il manoscritto, il maestro ebbe la spiacevole sorpresa di non trovare più l'opera poiché era stata prelevata, l'anno precedente, dalla segretaria della vedova di Kuti. Fortunatamente l'Istituto di Musicologia aveva conservato delle foto del manoscritto grazie alle quali è stato possibile eseguire la sonata. Altri brani presentati durante la serata sono stati: uno di Emile Goue, deportato nel giugno del 1940 ma che durante la prigionia aveva continuato a comporre e a scrivere trattati di armonia musicale; uno di Marius Flothuis che, come racconta il M° Lotoro, "fu un grande musicista dei Paesi Bassi. Lui era di fede calvanista e quindi non correva rischi di essere deportato al contrario di sua moglie che era ebrea. Insieme cercarono di nascondersi in un paesino poco distante da Amsterdam ma furono intercettati e condotti in un grande campo di internamento nel nord dei Pesi Bassi"; è stato eseguito un brano di Jozef Kropinzy, musicista che allo scoppio della guerra fu deportato ad Auschwitz e lì scrisse 7 componimenti musicali, mentre a Buchenwald, dove venne trasferito successivamente, scrisse altre 411 opere; successivamente il pubblico ha ascoltato un brano di Frantisek Domazlicki, che arrestato con la sua fidanzata Eva verso la fine del 1944, scrisse molte opere andate perdute ma fortunatamente ricostruite a memoria dallo stesso autore. Uno di queste musiche è il "Canto di maggio per coro maschile" eseguito e durante la serata e apprezzato dal pubblico presente. Infine è stato ricordato Zigmund Schul, ebreo tedesco che, dopo l'emanazione delle leggi di Norimberga, nel 1941 fu arrestato e il materiale musicale del musicista fu ritrovato nel quaderno di un suo amico compositore, Viktor Ullmann. È stato un evento di chiusura dal grande impatto emotivo; i musicisti hanno trasmesso al pubblico forti sensazioni rimembrando un triste passato sempre vivo nel ricordo di ognuno. Il Quartetto d'archi, nonostante la complessità della scrittura musicale, è riuscito ad evocare la nostalgia ma al tempo stesso la speranza di quei musicisti la cui vita è stata interrotta dalla violenza della distruzione. Il pubblico in sala ha partecipato al concerto come stregato: l'esecuzione dei brani musicali è stato impeccabile e l'utilizzo del violino di Auschwit ha fatto sì che la serata fosse unica e irripetibile.