Ambiente
Illuminazione pubblica, Oikos: «Un possibile errore di valutazione con la City Green Light»
«Oggi stiamo pagando un servizio non efficiente che complessivamente costerà di più dei canoni che il Comune corrispondeva ad Amet»
Trani - lunedì 19 febbraio 2024
10.55
Dalla lettura del bilancio d'esercizio AMET al 31.12.2022 datato 31.10.2023 apprendiamo che "a partire dall'01.03.2023 il Comune ha inteso aderire alla convenzione Consip per l'efficientamento e manutenzione della Pubblica illuminazione e degli impianti semaforici, determinando il riscatto degli impianti attualmente di proprietà Amet, previa valutazione degli stessi".
Questo nonostante nello stesso anno Amet avesse effettuato circa 882 interventi e la predisposizione di numerose nuove linee di pubblica illuminazione, nuovi punti luce, sostegni, proiettori, armature stradali e lanterne, oltre alla sostituzione di più componenti degli impianti.
Alla data di sottoscrizione del bilancio 2022 il Comune non aveva ancora formalizzato la cessione del ramo aziendale inerente alla pubblica illuminazione. Il C.d.A., pur prendendo atto che la revoca del contratto da parte del Comune dipendeva dall'impossibilità di affidare il servizio ad Amet perché priva dei requisiti di società In House, precisa che "resta la problematica della proprietà degli impianti che dovranno essere trasferiti al Comune di Trani mediante specifico contratto di cessione del valore complessivo di circa 6 milioni di euro derivante da perizia giurata di stima redatta da professionista indipendente sulla base di specifica richiesta del socio unico".
Esiste un'incongruenza tra il valore stimato con perizia giurata redatta da un ingegnere pari appunto a circa 6 milioni di euro e il valore di € 3.150.000,00 oltre IVA indicato quale valore ipotetico di riscatto nel piano tecnico economico, allegato alla documentazione che il Consiglio Comunale approvò nel 2022, quando deliberò di aderire alla convenzione Consip affidando la gestione alla City Green Light. Riteniamo che l'amministrazione comunale debba fornire spiegazioni in merito, non può essere che la perizia di stima sia sbagliata, piuttosto sarebbe stato opportuno stabilire il valore congruo degli impianti di pubblica illuminazione prima della sottoscrizione della convenzione, che a questo punto non sappiamo se sia effettivamente vantaggiosa per la città.
Oggi possiamo affermare che stiamo pagando un servizio non efficiente che complessivamente costerà di più dei canoni che il Comune corrispondeva ad Amet e che senza neanche ridurre significativamente l'inquinamento luminoso – il 16 febbraio ricorreva la trentaduesima giornata nazionale sull'inquinamento luminoso – comporta una diffusa percezione di mancanza di sicurezza delle pubbliche vie.
Questo nonostante nello stesso anno Amet avesse effettuato circa 882 interventi e la predisposizione di numerose nuove linee di pubblica illuminazione, nuovi punti luce, sostegni, proiettori, armature stradali e lanterne, oltre alla sostituzione di più componenti degli impianti.
Alla data di sottoscrizione del bilancio 2022 il Comune non aveva ancora formalizzato la cessione del ramo aziendale inerente alla pubblica illuminazione. Il C.d.A., pur prendendo atto che la revoca del contratto da parte del Comune dipendeva dall'impossibilità di affidare il servizio ad Amet perché priva dei requisiti di società In House, precisa che "resta la problematica della proprietà degli impianti che dovranno essere trasferiti al Comune di Trani mediante specifico contratto di cessione del valore complessivo di circa 6 milioni di euro derivante da perizia giurata di stima redatta da professionista indipendente sulla base di specifica richiesta del socio unico".
Esiste un'incongruenza tra il valore stimato con perizia giurata redatta da un ingegnere pari appunto a circa 6 milioni di euro e il valore di € 3.150.000,00 oltre IVA indicato quale valore ipotetico di riscatto nel piano tecnico economico, allegato alla documentazione che il Consiglio Comunale approvò nel 2022, quando deliberò di aderire alla convenzione Consip affidando la gestione alla City Green Light. Riteniamo che l'amministrazione comunale debba fornire spiegazioni in merito, non può essere che la perizia di stima sia sbagliata, piuttosto sarebbe stato opportuno stabilire il valore congruo degli impianti di pubblica illuminazione prima della sottoscrizione della convenzione, che a questo punto non sappiamo se sia effettivamente vantaggiosa per la città.
Oggi possiamo affermare che stiamo pagando un servizio non efficiente che complessivamente costerà di più dei canoni che il Comune corrispondeva ad Amet e che senza neanche ridurre significativamente l'inquinamento luminoso – il 16 febbraio ricorreva la trentaduesima giornata nazionale sull'inquinamento luminoso – comporta una diffusa percezione di mancanza di sicurezza delle pubbliche vie.