Scuola e Lavoro
Imparare la lingua italiana per incentivare il dialogo con etnie diverse
Lezione sul progetto "Italiano in rete"
Trani - venerdì 21 marzo 2014
11.19
Si è svolta giovedì 20 marzo, presso il terzo circolo didattico D'Annunzio, davanti una stanza gremita di genitori con bambini immigrati a Trani, la presentazione del progetto "Italiano in rete", il grande piano regionale finanziato dal ministero dell'interno e realizzato dalla Regione Puglia, dall'Ufficio scolastico regionale Puglia e dall'associazione Quasar con l'obiettivo di insegnare l'italiano ai cittadini migranti che vivono in Puglia. Il progetto consta di undici corsi su tutto il territorio regionale, oltre 250 allievi (cifra non trascurabile rispetto all'esiguo numero di altri corsi di lingua) che a giugno sosterranno l'esame di certificazione delle competenze linguistiche CELI1 dell'Università per gli stranieri di Perugia, eccellenza internazionale nel settore dell'interlinguistica e nella didattica linguistica per stranieri. I corsi saranno avviati da 20 docenti, 20 mediatori interculturali e 10 tutor impegnati e sarà garantito un servizio di babysitting specializzato e assistenza scolastica per i figli delle donne immigrate che frequentano i corsi.
Alla lezione sono intervenuti il coordinatore di progetto e rappresentante dell'associazione Quasar, Gianvito Ricci, il sindaco, Gigi Riserbato, l'assessore alle politiche giovanili e cittadinanza sociale delle Regione Puglia, Guglialmo Minervini e il dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Maria Girone. Ricci ha sottolineato come i costi di partecipazione del corso sono stati notevolmente ridotti per permettere una maggiore partecipazione di immigrati e che l'elevato numero di iscritti ha rivelato il successo dell'iniziativa. Il primo cittadino ha, invece, evidenziato come progetti di questo tipo siano sempre più importanti per la Puglia ed in particolare per la città di Trani, oggi realtà variegata, dove convivono più comunità di etnie diverse.
Minervini ha voluto ribadire quanta importanza assume nel nostro territorio un corso che insegni agli immigrati a parlare l'italiano: «La Puglia, ma l'Italia in generale, è il ponte del Mediterraneo e da sempre il crocevia di popoli diversi. Imparare la lingua del popolo d'arrivo è il primo tassello fondamentale da cui si avvia l'integrazione. È questa la sfida che la nostra nazione oggi è chiamata ad affrontare». «Tutti i bambini nati e cresciuti in Italia - ha poi precisato Minervini -, benché figli di genitori di nazionalità diversa da quella italiana, dovrebbero essere considerati al pari degli altri cittadini italiani. È la cultura che si acquisisce che forgia, non il posto in cui si nasce».
Partire, dunque, dai finanziamenti alla cultura (in un'epoca dove spesso sono più i tagli che gli incentivi!) dimostra come soltanto investendo nella scuola si può imparare, fin da piccoli, alla reale e pacifica convivenza con etnie differenti dalla propria. Imparare una lingua vuol dire incentivare il dialogo: è questa l'unica vera risorsa e la chiave di fondo che si prefigge come scopo ultimo l'intera iniziativa.
Alla lezione sono intervenuti il coordinatore di progetto e rappresentante dell'associazione Quasar, Gianvito Ricci, il sindaco, Gigi Riserbato, l'assessore alle politiche giovanili e cittadinanza sociale delle Regione Puglia, Guglialmo Minervini e il dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Maria Girone. Ricci ha sottolineato come i costi di partecipazione del corso sono stati notevolmente ridotti per permettere una maggiore partecipazione di immigrati e che l'elevato numero di iscritti ha rivelato il successo dell'iniziativa. Il primo cittadino ha, invece, evidenziato come progetti di questo tipo siano sempre più importanti per la Puglia ed in particolare per la città di Trani, oggi realtà variegata, dove convivono più comunità di etnie diverse.
Minervini ha voluto ribadire quanta importanza assume nel nostro territorio un corso che insegni agli immigrati a parlare l'italiano: «La Puglia, ma l'Italia in generale, è il ponte del Mediterraneo e da sempre il crocevia di popoli diversi. Imparare la lingua del popolo d'arrivo è il primo tassello fondamentale da cui si avvia l'integrazione. È questa la sfida che la nostra nazione oggi è chiamata ad affrontare». «Tutti i bambini nati e cresciuti in Italia - ha poi precisato Minervini -, benché figli di genitori di nazionalità diversa da quella italiana, dovrebbero essere considerati al pari degli altri cittadini italiani. È la cultura che si acquisisce che forgia, non il posto in cui si nasce».
Partire, dunque, dai finanziamenti alla cultura (in un'epoca dove spesso sono più i tagli che gli incentivi!) dimostra come soltanto investendo nella scuola si può imparare, fin da piccoli, alla reale e pacifica convivenza con etnie differenti dalla propria. Imparare una lingua vuol dire incentivare il dialogo: è questa l'unica vera risorsa e la chiave di fondo che si prefigge come scopo ultimo l'intera iniziativa.