Ambiente
Impianto rifiuti, alcune associazioni: «L'Amministrazione si faccia promotrice di un'interlocuzione con la società 4R»
Il commento dopo la sentenza del Consiglio di Stato che rigetta l'opposizione avanzata dal Comune
Trani - mercoledì 27 luglio 2022
13.45
«Sulla vicenda dell'impianto di produzione di compost e di biometano che la società 4r intende realizzare a Trani, la sentenza del Consiglio di Stato, rigettando l'opposizione avanzata dalla nostra amministrazione, ha rivelato la debolezza delle argomentazioni presentate dal Comune, basate su aspetti tecnici di scarsa rilevanza piuttosto che su quelli politici offerti da una pianificazione regionale che già prevede altri impianti pubblici analoghi sul nostro territorio»: lo affermano in una nota alcune associazioni ambientaliste.
«E' lecito dunque domandarsi il motivo di questa arrendevolezza. E a porsi questo interrogativo sono oggi alcune associazioni come Comitato Bene Comune, Legambiente, AnimaTerrae, enti di rappresentanza datoriale come Legacoop Puglia, Il colore degli anni, Tummà (associazioni aderenti alla consulta ambientale) che si pongono ora l'obiettivo, non di sfruttare l'occasione per una inconcludente propaganda che potrebbe danneggiare l'interesse dei cittadini, ma di provare a rimediare agli errori commessi per scongiurare il rischio che l'azienda possa dare priorità all'acquisizione di rifiuti organici e produzione del biometano per massimizzare i profitti a discapito della collettività, piuttosto che coniugare interesse pubblico e privato attraverso la produzione di un compost di qualità e una selezione e controllo del materiale in entrata nell'impianto.
Riteniamo pertanto che sia di fondamentale importanza che l'amministrazione si faccia ora promotrice di una interlocuzione con la società proponente per provare a trovare un'intesa su un possibile accordo di programma. In considerazione del fatto che qualsiasi rischio di impatto ambientale, compreso quello delle emissioni odorigene, viene scongiurato se l'impianto è realizzato a norma e se c'è un monitoraggio costante, riteniamo fortemente auspicabile un'intesa tra le parti per una convivenza serena sul territorio. Chiediamo quindi che si provi a trovare un accordo che possa prevedere un controllo pubblico dei flussi di rifiuti in ingresso e in uscita nell'impianto facendo leva ad esempio sulla convenienza per l'azienda di ricevere i rifiuti del nostro territorio. Per noi inoltre potrebbe essere l'occasione per ottenere un prezzo più basso di conferimento con possibili ricadute positive per i cittadini in termini di riduzione della Tari.
Auspichiamo poi che questa vicenda sia di insegnamento per l'amministrazione che si trova oggi a fronteggiare un'altra proposta di altro impianto analogo, avanzata dalla società La Rosa s.r.l.. Già la sentenza del TAR di aprile ha evidenziato che l'inerzia del Comune ha prodotto la decorrenza dei termini per l'istruttoria del procedimento. Per evitare dunque di dover correre ai ripari quando ormai è troppo tardi invitiamo l'amministrazione e i membri del consiglio comunale di adoperarsi sollecitamente contro il rischio di trovarci di fronte ad un altro impianto privato che raddoppi i rischi già presentati dall'impianto in questione,
Considerato l'ottimo lavoro fatto negli ultimi mesi dalla consulta ambientale, ci dispiace non essere riusciti a trovare una sintesi unitaria al suo interno. Grazie ad una migliore organizzazione, alla maggiore trasparenza e collaborazione rispetto al passato, la stessa si sta rendendo uno spazio di reale elaborazione e propositività per il miglioramento della città e non vorremmo quindi che alcuni soggetti utilizzino questo importante strumento di partecipazione come spazio di polemica e propaganda politica, inficiando così la sua importante funzione».
«E' lecito dunque domandarsi il motivo di questa arrendevolezza. E a porsi questo interrogativo sono oggi alcune associazioni come Comitato Bene Comune, Legambiente, AnimaTerrae, enti di rappresentanza datoriale come Legacoop Puglia, Il colore degli anni, Tummà (associazioni aderenti alla consulta ambientale) che si pongono ora l'obiettivo, non di sfruttare l'occasione per una inconcludente propaganda che potrebbe danneggiare l'interesse dei cittadini, ma di provare a rimediare agli errori commessi per scongiurare il rischio che l'azienda possa dare priorità all'acquisizione di rifiuti organici e produzione del biometano per massimizzare i profitti a discapito della collettività, piuttosto che coniugare interesse pubblico e privato attraverso la produzione di un compost di qualità e una selezione e controllo del materiale in entrata nell'impianto.
Riteniamo pertanto che sia di fondamentale importanza che l'amministrazione si faccia ora promotrice di una interlocuzione con la società proponente per provare a trovare un'intesa su un possibile accordo di programma. In considerazione del fatto che qualsiasi rischio di impatto ambientale, compreso quello delle emissioni odorigene, viene scongiurato se l'impianto è realizzato a norma e se c'è un monitoraggio costante, riteniamo fortemente auspicabile un'intesa tra le parti per una convivenza serena sul territorio. Chiediamo quindi che si provi a trovare un accordo che possa prevedere un controllo pubblico dei flussi di rifiuti in ingresso e in uscita nell'impianto facendo leva ad esempio sulla convenienza per l'azienda di ricevere i rifiuti del nostro territorio. Per noi inoltre potrebbe essere l'occasione per ottenere un prezzo più basso di conferimento con possibili ricadute positive per i cittadini in termini di riduzione della Tari.
Auspichiamo poi che questa vicenda sia di insegnamento per l'amministrazione che si trova oggi a fronteggiare un'altra proposta di altro impianto analogo, avanzata dalla società La Rosa s.r.l.. Già la sentenza del TAR di aprile ha evidenziato che l'inerzia del Comune ha prodotto la decorrenza dei termini per l'istruttoria del procedimento. Per evitare dunque di dover correre ai ripari quando ormai è troppo tardi invitiamo l'amministrazione e i membri del consiglio comunale di adoperarsi sollecitamente contro il rischio di trovarci di fronte ad un altro impianto privato che raddoppi i rischi già presentati dall'impianto in questione,
Considerato l'ottimo lavoro fatto negli ultimi mesi dalla consulta ambientale, ci dispiace non essere riusciti a trovare una sintesi unitaria al suo interno. Grazie ad una migliore organizzazione, alla maggiore trasparenza e collaborazione rispetto al passato, la stessa si sta rendendo uno spazio di reale elaborazione e propositività per il miglioramento della città e non vorremmo quindi che alcuni soggetti utilizzino questo importante strumento di partecipazione come spazio di polemica e propaganda politica, inficiando così la sua importante funzione».