Attualità
In Cina per lavoro da sei anni, la testimonianza del tranese Carlo Dragonetti
«Ho fiducia nel sistema sanitario italiano a discapito di quello cinese»
Trani - lunedì 2 marzo 2020
9.51
Carlo Dragonetti, cittadino tranese in Cina da quasi 6 anni, dopo aver terminato i suoi studi presso il liceo linguistico di Andria, spinto dalla passione di conoscere altre lingue più 'lontane' e particolari, decide di intraprendere all'università lo studio della lingua cinese.
Durante i suoi studi universitari decide di partire alla scoperta della Cina, al fine di raggiungere una maggiore consapevolezza culturale, sociale e linguistica.
Una volta arrivato a Pechino si innamora di quella realtà geografica e culturale capendo di aver finalmente trovato «un posto adatto a me, che mi sembrava essere frizzante, pieno di opportunità, un posto in cui io sarei dovuto rimanere», ha evidenziato Carlo.
Su suggerimento della sua famiglia, che lo ha sempre supportato nelle sue scelte, decide di vivere un'esperienza di studio e di lavoro nel continente americano prima di intraprendere in maniera definitiva la scelta di restare in Cina.
A quel punto Carlo si dirige a Vancouver, nel Canada dell'ovest, per uno stage presso la Camera di Commercio italiana. Una volta giunto lì si rende conto della presenza di un grandissimo numero di cinesi, «una coincidenza, o come direbbero i cinesi 'Yuán Fèn» che lo rende consapevole di aver trovato nella Cina «il mio posto nel mondo, il luogo adatto a me».
Così nel 2013, dopo aver ottenuto la prima borsa di studio del governo cinese ed averne vinta una seconda, sempre del governo cinese, per un master in relazioni internazionali, inizia la sua carriera lavorativa in Cina preceduta solo dal suo celebre discorso di laurea con 200 milioni di visualizzazioni su Weibo, il twitter cinese. Un percorso inizialmente dedicato agli studi che lo hanno, in seguito, condotto nel mondo del lavoro ottenendo importanti soddisfazioni personali: Carlo è, infatti, diventato lo scorso anno il Marketing Manager di 'Istituto Ganassini', azienda produttrice di 18 brand .
Carlo Dragonetti da circa due mesi sta vivendo con occhio diretto e concreto la realtà che vede come protagonista il Corona Virus, da una settimana giunto anche in Italia, e ha potuto notare un approccio diverso all'emergenza virus tra i due paesi: «E' importante isolare le zone più pericolose ma è altresì importante non far prevalere il panico tra le persone. E' evidente che ci siano problemi dal punto di vista economico specialmente in quelle zone definite 'rosse' o 'gialle': ristoranti vuoti o con pochi clienti, settore turistico in crisi, supermercati presi d'assalto, ed è importante che il governo dia un sostegno alle imprese che sono in un momento di difficoltà dettato da un panico generale superiore a quello che sarebbe dovuto essere», sono queste le parole di Carlo che esprime i suoi pensieri riguardo la situazione Corona Virus in Italia.
Erano i primi giorni di gennaio quando in Cina si iniziava a sentire parlare del 'Corona Virus' e da quel momento in poi le persone hanno iniziato a prendere le precauzioni necessarie per affrontare al meglio la situazione.
A Shangai, città in cui Carlo vive, una prima reazione è stata la quarantena per coloro provenissero dall'esterno, quarantena non obbligatoria ma che tanti si 'autoinfliggevano', nonostante la distanza di quasi 2 mila km tra Shangai e Wuhan, un esempio di consapevolezza e di senso civico tra i cittadini cinesi.
Il 24 gennaio, nel periodo del Capodanno Cinese quando anche nel resto del mondo si iniziava a parlare del virus scoppiato in Cina, Carlo è tornato in Italia per la sua 'business review', la presentazione di quello che è stato il business dell'ultimo semestre.
Durante il viaggio Carlo ha avuto la possibilità di notare i diversi approcci nei diversi paesi dall'Asia all'Europa: in Asia vi era un'attenzione all'utilizzo delle precauzioni, come ad esempio le mascherine, mentre nelle persone in Europa, e in Italia, non era ancora nata quella consapevolezza alla prevenzione.
«Ho fiducia nel sistema sanitario italiano a discapito del sistema sanitario cinese, non perché non lo ritengo valido ma poiché reputo il sistema sanitario italiano tra i migliori al mondo nonostante tutte le pecche che un sistema sanitario in generale possa avere», ha affermato Carlo Dragonetti.
«Ciò che reputo essere il vaccino di questo periodo è banalmente il senso civico e un rispetto del prossimo. È importante rispettare quelle che sono le indicazioni dell'OMS, dell'Istituto superiore di Sanità, regioni, province e comuni, al fine di garantire sicurezza per la propria salute ma anche per quella degli altri», sono queste le parole con cui Carlo ha voluto sottolineare due valori importanti che ogni essere umano dovrebbe avere.
Attualmente Carlo è in Puglia e sente dentro di sé la mancanza della sua quotidianità in Cina, paese che ormai lo vede presente ogni giorno da circa 6 anni: «E' bellissimo per me essere in Puglia, dalla mia famiglia, dai miei amici, dalle persone a me care ma mi mancano tanto quelle che sono le persone, da 6 anni a questa parte, che fanno parte della mia quotidianità cinese», ha espresso Carlo, riflettendo su quanto sia complicato avere il cuore in due paesi così diversi e lontani tra loro quali l'Italia, paese che lo ha visto nascere e formarsi, e la Cina, paese che invece lo sta vedendo, giorno dopo giorno, crescere e realizzarsi dal punto di vista umano e professionale.
Durante i suoi studi universitari decide di partire alla scoperta della Cina, al fine di raggiungere una maggiore consapevolezza culturale, sociale e linguistica.
Una volta arrivato a Pechino si innamora di quella realtà geografica e culturale capendo di aver finalmente trovato «un posto adatto a me, che mi sembrava essere frizzante, pieno di opportunità, un posto in cui io sarei dovuto rimanere», ha evidenziato Carlo.
Su suggerimento della sua famiglia, che lo ha sempre supportato nelle sue scelte, decide di vivere un'esperienza di studio e di lavoro nel continente americano prima di intraprendere in maniera definitiva la scelta di restare in Cina.
A quel punto Carlo si dirige a Vancouver, nel Canada dell'ovest, per uno stage presso la Camera di Commercio italiana. Una volta giunto lì si rende conto della presenza di un grandissimo numero di cinesi, «una coincidenza, o come direbbero i cinesi 'Yuán Fèn» che lo rende consapevole di aver trovato nella Cina «il mio posto nel mondo, il luogo adatto a me».
Così nel 2013, dopo aver ottenuto la prima borsa di studio del governo cinese ed averne vinta una seconda, sempre del governo cinese, per un master in relazioni internazionali, inizia la sua carriera lavorativa in Cina preceduta solo dal suo celebre discorso di laurea con 200 milioni di visualizzazioni su Weibo, il twitter cinese. Un percorso inizialmente dedicato agli studi che lo hanno, in seguito, condotto nel mondo del lavoro ottenendo importanti soddisfazioni personali: Carlo è, infatti, diventato lo scorso anno il Marketing Manager di 'Istituto Ganassini', azienda produttrice di 18 brand .
Carlo Dragonetti da circa due mesi sta vivendo con occhio diretto e concreto la realtà che vede come protagonista il Corona Virus, da una settimana giunto anche in Italia, e ha potuto notare un approccio diverso all'emergenza virus tra i due paesi: «E' importante isolare le zone più pericolose ma è altresì importante non far prevalere il panico tra le persone. E' evidente che ci siano problemi dal punto di vista economico specialmente in quelle zone definite 'rosse' o 'gialle': ristoranti vuoti o con pochi clienti, settore turistico in crisi, supermercati presi d'assalto, ed è importante che il governo dia un sostegno alle imprese che sono in un momento di difficoltà dettato da un panico generale superiore a quello che sarebbe dovuto essere», sono queste le parole di Carlo che esprime i suoi pensieri riguardo la situazione Corona Virus in Italia.
Erano i primi giorni di gennaio quando in Cina si iniziava a sentire parlare del 'Corona Virus' e da quel momento in poi le persone hanno iniziato a prendere le precauzioni necessarie per affrontare al meglio la situazione.
A Shangai, città in cui Carlo vive, una prima reazione è stata la quarantena per coloro provenissero dall'esterno, quarantena non obbligatoria ma che tanti si 'autoinfliggevano', nonostante la distanza di quasi 2 mila km tra Shangai e Wuhan, un esempio di consapevolezza e di senso civico tra i cittadini cinesi.
Il 24 gennaio, nel periodo del Capodanno Cinese quando anche nel resto del mondo si iniziava a parlare del virus scoppiato in Cina, Carlo è tornato in Italia per la sua 'business review', la presentazione di quello che è stato il business dell'ultimo semestre.
Durante il viaggio Carlo ha avuto la possibilità di notare i diversi approcci nei diversi paesi dall'Asia all'Europa: in Asia vi era un'attenzione all'utilizzo delle precauzioni, come ad esempio le mascherine, mentre nelle persone in Europa, e in Italia, non era ancora nata quella consapevolezza alla prevenzione.
«Ho fiducia nel sistema sanitario italiano a discapito del sistema sanitario cinese, non perché non lo ritengo valido ma poiché reputo il sistema sanitario italiano tra i migliori al mondo nonostante tutte le pecche che un sistema sanitario in generale possa avere», ha affermato Carlo Dragonetti.
«Ciò che reputo essere il vaccino di questo periodo è banalmente il senso civico e un rispetto del prossimo. È importante rispettare quelle che sono le indicazioni dell'OMS, dell'Istituto superiore di Sanità, regioni, province e comuni, al fine di garantire sicurezza per la propria salute ma anche per quella degli altri», sono queste le parole con cui Carlo ha voluto sottolineare due valori importanti che ogni essere umano dovrebbe avere.
Attualmente Carlo è in Puglia e sente dentro di sé la mancanza della sua quotidianità in Cina, paese che ormai lo vede presente ogni giorno da circa 6 anni: «E' bellissimo per me essere in Puglia, dalla mia famiglia, dai miei amici, dalle persone a me care ma mi mancano tanto quelle che sono le persone, da 6 anni a questa parte, che fanno parte della mia quotidianità cinese», ha espresso Carlo, riflettendo su quanto sia complicato avere il cuore in due paesi così diversi e lontani tra loro quali l'Italia, paese che lo ha visto nascere e formarsi, e la Cina, paese che invece lo sta vedendo, giorno dopo giorno, crescere e realizzarsi dal punto di vista umano e professionale.