Vita di città
In Villa comunale l'àncora Papagno: oggi il taglio del nastro
Alle ore 18 cerimonia con autorità e scopritore del reperto
Trani - giovedì 9 giugno 2016
0.52
Sarà inaugurata questo pomeriggio, alle ore 18, nella Villa comunale l'àncora medievale in ferro rinvenuta in mare nel 2013 dalla ditta "Nuova Oceanus Orca". L'amministrazione comunale di Trani, in accordo con la Procura di Trani e con la Soprintendenza, ha inteso procedere al restauro dell'ancora in ferro ed alla collocazione all'interno della villa al fine di renderla visibile alla cittadinanza. Alla presentazione interverranno il sindaco Amedeo Bottaro; l'ex procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo (attualmente a capo della Procura di Taranto); il procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella (procuratore capo facente), il funzionario della Procura, Domenico Cotugno; lo scopritore dell'àncora, Umberto Papagno, e lo storico del commercio marittimo e della navigazione, Pasquale Trizio.
L'àncora ritrovata dalla società Oceanus Orca apparteneva a una nave veneziana, presumibilmente una marsigliana, che nel 1755, a seguito di un violento fortunale, naufragò sulla costa vicino Trani, in località detta il caraturo. Nel naufragio morirono il comandante ed altri quattro membri dell'equipaggio con la perdita di gran parte del carico. La nave proveniva da Corfù ed era diretta a Venezia, suo porto di armamento.
Lo storico del mare Pasquale Trizio, che ha curato le ricerche storiche riguardanti l'ancora in oggetto, è così riuscito a ricostruire le vicende dell'antico reperto. Secondo quanto sostiene lo Trizio quella recuperata à una «àncora di speranza, attribuita alla nave veneziana nominata San Michele Arcangelo che, al comando del capitano Giacinto Adorno, proveniente da Santa Maura e diretta a Venezia con un carico di sale, olio e formaggi il 27 ottobre 1755, a seguito di una violenta tempesta in località detta "il Caraturo" ove diede fondo, due miglia distante da Trani, naufragò subito dopo. Cinque membri dell'equipaggio persero la vita, compreso il capitano, che fu sepolto, come d'uso, insieme ai suoi marinai, sul lido del mare».
L'àncora ritrovata dalla società Oceanus Orca apparteneva a una nave veneziana, presumibilmente una marsigliana, che nel 1755, a seguito di un violento fortunale, naufragò sulla costa vicino Trani, in località detta il caraturo. Nel naufragio morirono il comandante ed altri quattro membri dell'equipaggio con la perdita di gran parte del carico. La nave proveniva da Corfù ed era diretta a Venezia, suo porto di armamento.
Lo storico del mare Pasquale Trizio, che ha curato le ricerche storiche riguardanti l'ancora in oggetto, è così riuscito a ricostruire le vicende dell'antico reperto. Secondo quanto sostiene lo Trizio quella recuperata à una «àncora di speranza, attribuita alla nave veneziana nominata San Michele Arcangelo che, al comando del capitano Giacinto Adorno, proveniente da Santa Maura e diretta a Venezia con un carico di sale, olio e formaggi il 27 ottobre 1755, a seguito di una violenta tempesta in località detta "il Caraturo" ove diede fondo, due miglia distante da Trani, naufragò subito dopo. Cinque membri dell'equipaggio persero la vita, compreso il capitano, che fu sepolto, come d'uso, insieme ai suoi marinai, sul lido del mare».