Inchiesta Zero Titoli
Inchiesta Zero Titoli
Cronaca

Inchiesta "Zero Titoli", i nomi dei nove arrestati

Gli illeciti prodotti impiegati per l'acquisto di beni mobili e immobili tra Trani e Foggia

Maria Saveria e Fortunata Giada Modaffari, rispettivamente di 38 e 35 anni, nate a Reggio Calabria; Maria Ornella Attisano, 57 anni, di Locri; Lucia Catalano, alias Lucy, 44 anni, di San Severo; Savino Cianci, detto Nino, 60 anni, di Trani; Leonardo Catalano, detto Leo, 42enne di San Severo; Marco Lombardi, 52 anni, di Stornarella (Foggia); Antonio Caporale, 33 anni, di Foggia; e Maria M'Daraa, 36 anni, di Stornarella (Foggia).

Sono questi i nomi delle nove persone arrestate persone arrestate e portate in carcere questa mattina dalla Guardia di finanza facevano parte di un'organizzazione che rilasciava titoli di studio e professionali falsi, o comunque senza valore legale in Italia, emessi da sedicenti enti universitari, da istituti scolastici di istruzione superiore paritari, e scuole professionali dislocate in varie regioni (Lazio, Lombardia, Calabria e Sicilia). I numerosi clienti erano aspiranti insegnanti, laureati e diplomati, che pagavano 8mila euro ciascuno per conseguire un titolo e accedere a concorsi pubblici nella scuola e diventare, tra l'altro, insegnanti di sostegno.

Il giro d'affari prodotto era davvero cospicuo: la Guardia di finanza ha infatti sequestrato beni per un valore complessivo di quasi 10 milioni di euro. Complessivamente sono 30 le persone indagate nell'inchiesta denominata "Zero Titoli". I reati di cui sono accusate, a vario titolo e in concorso tra di loro, sono associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale, corruzione e autoriciclaggio. Cianci (marito di Lucy, entrambi soci e amministratori della CS Consulting Group srl con sede a Foggia), in particolare, avrebbe gestito e organizzato "l'attività delittuosa e le sedi dell'organizzazione nelle città di Trani e Foggia". I profitti illeciti sarebbero poi stati impiegati per l'acquisto di beni mobili e immobili a Trani e Foggia. La coppia Cianci-Catalano avrebbe persino corrotto un funzionario del governo albanese con la donazione di una borsa da Louis Vuitton dal valore di 1200 euro. Per ripulire il denaro "sporco" risulterebbe anche l'acquisto di una Maserati intestata alla CS Consulting Group srl.
  • Guardia di Finanza
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