Attualità
L’anarchia di bulli e vandali impuniti
Tra educazione e maleducazione, ecco che periodo sta vivendo Trani
Trani - venerdì 15 dicembre 2017
L'ultima del "catalogo" delle bravate riguarda il furto delle palle di Natale all'albero della Despar in piazza Quercia; ma procedendo a ritroso, passando dai gravi atti di vandalismo a danno dei monumenti, agli incendi sempre più frequenti delle auto, ai rifiuti di ogni genere abbandonati tra centro abitato, meglio se periferico e campagna, ciò che resta è solo desolazione. Una città come Trani, tra le più incantevoli d'Europa, è completamente in balia di vandali e bulli anarchici, resi ancor più forti ed incalliti, orgogliosi d'essere recidivi, in quanto sicuri dell'impunità.
Ecco il primo nodo che sgretola ogni senso del limite: una sicurezza mai garantita al 100% in città: come non ricordare i continui assalti con scasso alle scuole. E' vero che le telecamere non sarebbero il toccasana definitivo, ma almeno un minimo deterrente ci sarebbe. Ho vissuto in altre città altrettanto caratteristiche, ma dalla bellezza anche inferiore rispetto a Trani e nessuno si sognava di torcere una foglia o scarabocchiare un muro, deturpare una piazza o rubare una decorazione natalizia.
Certo risalta il fatto che l'essere minorenni, spesso protagonisti delle bravate, porta a scarcerazioni immediate, dopo un eventuale fermo e questo ci sembra non più accettabile; quest'ultima situazione porta un senso di fierezza in certi bulletti, certi di non dover pagare alcun prezzo. Dove ha origine questo atteggiamento? Me lo sono chiesto spesso sia da educatore, oltre che da osservatore della realtà come tutti voi, ed ho notato l'assenza sempre più pesante della famiglia come istituzione, che nel peggiore dei casi non dialoga con gli adolescenti, rinunciando a trasmettere educazione; nel migliore dei casi delega quei compiti alla scuola, a sua volta spesso incapace di raddrizzare le vie di questi ragazzi, troppo presa da progetti alienanti con poca aderenza alla realtà o spesso colpevole di parcellizzare le risorse umane, temporali ed economiche a sua disposizione in tanti, troppi rivoli, finendo per perdere di vista, spesso e volentieri, l'obiettivo principale: quello educativo. Se poniamo una lente su Trani vediamo che queste situazioni appaiono ancora più distorte e dilatate, ingigantite dal rimpallo delle responsabilità tra istituzioni, dilaniate a loro volta da una cronica e disarmante superficialità.
Spesso mi capita di conoscere genitori più adolescenti dei figli adolescenti, riguardo al grado di maturità. Se poi l'esempio dall'alto è quello di farsi ognuno i cavoli propri, bulletti e vandali e anarchici metteranno in pratica al ribasso questo atteggiamento: il rappresentante istituzionale si fa i cavoli propri coltivando il proprio orticello e pensando solo a carriera e proprio conto in banca; quelli, intendono farsi i cavoli propri, i bulletti, vandalizzando e deturpando, impuntiti e vogliosi di sfogare una rabbia repressa accumulata in anni di abbandono da parte di chi avrebbe dovuto, per l'appunto, educarli.
Ecco il primo nodo che sgretola ogni senso del limite: una sicurezza mai garantita al 100% in città: come non ricordare i continui assalti con scasso alle scuole. E' vero che le telecamere non sarebbero il toccasana definitivo, ma almeno un minimo deterrente ci sarebbe. Ho vissuto in altre città altrettanto caratteristiche, ma dalla bellezza anche inferiore rispetto a Trani e nessuno si sognava di torcere una foglia o scarabocchiare un muro, deturpare una piazza o rubare una decorazione natalizia.
Certo risalta il fatto che l'essere minorenni, spesso protagonisti delle bravate, porta a scarcerazioni immediate, dopo un eventuale fermo e questo ci sembra non più accettabile; quest'ultima situazione porta un senso di fierezza in certi bulletti, certi di non dover pagare alcun prezzo. Dove ha origine questo atteggiamento? Me lo sono chiesto spesso sia da educatore, oltre che da osservatore della realtà come tutti voi, ed ho notato l'assenza sempre più pesante della famiglia come istituzione, che nel peggiore dei casi non dialoga con gli adolescenti, rinunciando a trasmettere educazione; nel migliore dei casi delega quei compiti alla scuola, a sua volta spesso incapace di raddrizzare le vie di questi ragazzi, troppo presa da progetti alienanti con poca aderenza alla realtà o spesso colpevole di parcellizzare le risorse umane, temporali ed economiche a sua disposizione in tanti, troppi rivoli, finendo per perdere di vista, spesso e volentieri, l'obiettivo principale: quello educativo. Se poniamo una lente su Trani vediamo che queste situazioni appaiono ancora più distorte e dilatate, ingigantite dal rimpallo delle responsabilità tra istituzioni, dilaniate a loro volta da una cronica e disarmante superficialità.
Spesso mi capita di conoscere genitori più adolescenti dei figli adolescenti, riguardo al grado di maturità. Se poi l'esempio dall'alto è quello di farsi ognuno i cavoli propri, bulletti e vandali e anarchici metteranno in pratica al ribasso questo atteggiamento: il rappresentante istituzionale si fa i cavoli propri coltivando il proprio orticello e pensando solo a carriera e proprio conto in banca; quelli, intendono farsi i cavoli propri, i bulletti, vandalizzando e deturpando, impuntiti e vogliosi di sfogare una rabbia repressa accumulata in anni di abbandono da parte di chi avrebbe dovuto, per l'appunto, educarli.