Vita di città
L'àncora medievale trova casa in Villa
Domani la presentazione ufficiale con il suo scopritore
Trani - mercoledì 8 giugno 2016
0.46
E' stata ricollocata all'interno della villa comunale di Trani l'ancora in ferro rinvenuta in mare nel 2013 dalla ditta "Nuova Oceanus Orca". L'amministrazione comunale di Trani, in accordo con la Procura di Trani e con la Soprintendenza, ha inteso procedere al restauro dell'ancora in ferro ed alla collocazione all'interno della villa al fine di renderla visibile alla cittadinanza.
L'àncora, sottoposta a restauro, verrà presentata alla stampa all'interno della villa domani alle ore 18. Interverranno il sindaco della città, Amedeo Bottaro, Carlo Maria Capristo (già procuratore capo presso la procura di Trani), Francesco Giannella (procuratore capo facente funzioni presso la procura di Trani), Domenico Cotugno (funzionario amministrativo della procura di Trani), Umberto Papagno (della Nuova Oceanus Orca) e Pasquale Trizio (storico del commercio marittimo e della navigazione).
L'àncora ritrovata dalla società Oceanus Orca è appartenente ad una nave veneziana, presumibilmente una marsigliana, che nel 1755, a seguito di un violento fortunale, naufragò sulla costa vicino Trani, in località detta il caraturo. Nel naufragio morirono il comandante ed altri quattro membri dell'equipaggio con la perdita di gran parte del carico. La nave proveniva da Corfù ed era diretta a Venezia, suo porto di armamento.
Lo storico del mare Pasquale Trizio, che ha curato le ricerche storiche riguardanti l'ancora in oggetto, è così riuscito a ricostruire le vicende dell'antico reperto. Secondo quanto sostiene lo Trizio quella recuperata à una «àncora di speranza, attribuita alla nave veneziana nominata San Michele Arcangelo che, al comando del capitano Giacinto Adorno, proveniente da Santa Maura e diretta a Venezia con un carico di sale, olio e formaggi il 27 ottobre 1755, a seguito di una violenta tempesta in località detta "il Caraturo" ove diede fondo, due miglia distante da Trani, naufragò subito dopo. Cinque membri dell'equipaggio persero la vita, compreso il capitano, che fu sepolto, come d'uso, insieme ai suoi marinai, sul lido del mare».
L'àncora, sottoposta a restauro, verrà presentata alla stampa all'interno della villa domani alle ore 18. Interverranno il sindaco della città, Amedeo Bottaro, Carlo Maria Capristo (già procuratore capo presso la procura di Trani), Francesco Giannella (procuratore capo facente funzioni presso la procura di Trani), Domenico Cotugno (funzionario amministrativo della procura di Trani), Umberto Papagno (della Nuova Oceanus Orca) e Pasquale Trizio (storico del commercio marittimo e della navigazione).
L'àncora ritrovata dalla società Oceanus Orca è appartenente ad una nave veneziana, presumibilmente una marsigliana, che nel 1755, a seguito di un violento fortunale, naufragò sulla costa vicino Trani, in località detta il caraturo. Nel naufragio morirono il comandante ed altri quattro membri dell'equipaggio con la perdita di gran parte del carico. La nave proveniva da Corfù ed era diretta a Venezia, suo porto di armamento.
Lo storico del mare Pasquale Trizio, che ha curato le ricerche storiche riguardanti l'ancora in oggetto, è così riuscito a ricostruire le vicende dell'antico reperto. Secondo quanto sostiene lo Trizio quella recuperata à una «àncora di speranza, attribuita alla nave veneziana nominata San Michele Arcangelo che, al comando del capitano Giacinto Adorno, proveniente da Santa Maura e diretta a Venezia con un carico di sale, olio e formaggi il 27 ottobre 1755, a seguito di una violenta tempesta in località detta "il Caraturo" ove diede fondo, due miglia distante da Trani, naufragò subito dopo. Cinque membri dell'equipaggio persero la vita, compreso il capitano, che fu sepolto, come d'uso, insieme ai suoi marinai, sul lido del mare».