Attualità
La Lampara: un disastro che si poteva evitare
Ma non tutto è perduto. Parla Giorgio Lattante, presidente della Cooperativa Lavoratori La Lampara
Trani - sabato 26 settembre 2020
12.00
"La Lampara è un disastro che si poteva evitare", cosi il presidente della Cooperativa Lavoratori La Lampara, Giorgio Lattante, commenta il crollo di una parte del tetto dopo il violento nubifragio di giovedì.
"Ricordo che nei primi anni in cui iniziammo la gestione – ci racconta - abbiamo rappresentato un caso di eccellenza che in qualsiasi parte di Italia, sarebbe stato premiato. Eravamo stati per tanti anni i dipendenti della società che gestiva l'immobile che dopo una grave crisi economica, stava chiudendo e noi, pur di mantenere l'azienda aperta e il posto di lavoro facemmo il grande passo e ci trasformammo, da semplici stipendiati, in soci di una cooperativa di lavoratori, imprenditori di noi stessi. Un giro della scrivania pieno di responsabilità ma che ci ha regalato tante soddisfazioni nel corso di quegli anni".
Da quel lontano 2013 la Cooperativa ha pagato al Comune di Trani, proprietario dell'immobile, "il canone di locazione unito ad una situazione debitoria (del precedente gestore) che non le competeva, mantenendo la struttura viva e moltiplicando i posti di lavoro stagione dopo stagione. Un'opportunità per tutta la città e per l'indotto (ristoranti, hotel, ecc) oltre che una rendita per lo stesso comune".
Racconta Giorgio: "Iniziamo quindi ad interloquire con l'amministrazione per darci la possibilità di continuare questo percorso lavorativo, per mantenere la Lampara come un fiore all'occhiello di Trani, garantire decine di posti di lavoro ai giovani e ottemperare al pagamento del debito che il vecchio gestore aveva lasciato al Comune di Trani.
Abbiamo avuto, dopo anni di trattative, la possibilità di realizzare un accordo sancito da un atto dirigenziale e condiviso dalla amministrazione e da noi che ci consentiva di procedere in quel percorso. Ma un assessore al Patrimonio e il nuovo dirigente posero il veto a quella procedura che era oramai avviata. E da quel momento è stata decretata la fine della Lampara. Prima una gara approssimativa indetta per la gestione dell'immobile indetta nell'estate 2018, che non ha visto nessun vincitore, poiché tutti i partecipanti non avevano i titoli minimi per aggiudicarsela e poi l'abbandono e la vandalizzazione".
Sottolinea Lattante: "Il disastro fu così completo". Il tempo ha fatto il resto: "In due anni la struttura ha subito continui furti ed atti vandalici, sino al crollo di una buona porzione del tetto, proprio quella struttura concepita dall'architetto spagnolo Juan De La Fuente nel 1954 e voluta dal Comune di Trani, per sottolineare la vocazione turistica - ricettiva della città, segno indelebile che il tempo passa più velocemente sotto l'incuria dell'uomo.
"Ma non tutto è perduto" conclude ancora Giorgio Lattante. "Raccogliamo l'ultima dichiarazione del Sindaco Bottaro, che in questi anni ha più di una volta desiderato completare quell'accordo, intavolando la trattativa ma che prima per questioni politiche, poi per l'emergenza Covid ed ancora per le appena concluse elezioni non ha ancora avuto epilogo felice. La Cooperativa è pronta a trovare una soluzione non rinnegando la parola data all'amministrazione. Ma dobbiamo fare in fretta poiché la struttura è compromessa e potrebbe crollare definitivamente lasciando solo macerie. Macerie non solo fisiche ma anche storiche".
"Ricordo che nei primi anni in cui iniziammo la gestione – ci racconta - abbiamo rappresentato un caso di eccellenza che in qualsiasi parte di Italia, sarebbe stato premiato. Eravamo stati per tanti anni i dipendenti della società che gestiva l'immobile che dopo una grave crisi economica, stava chiudendo e noi, pur di mantenere l'azienda aperta e il posto di lavoro facemmo il grande passo e ci trasformammo, da semplici stipendiati, in soci di una cooperativa di lavoratori, imprenditori di noi stessi. Un giro della scrivania pieno di responsabilità ma che ci ha regalato tante soddisfazioni nel corso di quegli anni".
Da quel lontano 2013 la Cooperativa ha pagato al Comune di Trani, proprietario dell'immobile, "il canone di locazione unito ad una situazione debitoria (del precedente gestore) che non le competeva, mantenendo la struttura viva e moltiplicando i posti di lavoro stagione dopo stagione. Un'opportunità per tutta la città e per l'indotto (ristoranti, hotel, ecc) oltre che una rendita per lo stesso comune".
Racconta Giorgio: "Iniziamo quindi ad interloquire con l'amministrazione per darci la possibilità di continuare questo percorso lavorativo, per mantenere la Lampara come un fiore all'occhiello di Trani, garantire decine di posti di lavoro ai giovani e ottemperare al pagamento del debito che il vecchio gestore aveva lasciato al Comune di Trani.
Abbiamo avuto, dopo anni di trattative, la possibilità di realizzare un accordo sancito da un atto dirigenziale e condiviso dalla amministrazione e da noi che ci consentiva di procedere in quel percorso. Ma un assessore al Patrimonio e il nuovo dirigente posero il veto a quella procedura che era oramai avviata. E da quel momento è stata decretata la fine della Lampara. Prima una gara approssimativa indetta per la gestione dell'immobile indetta nell'estate 2018, che non ha visto nessun vincitore, poiché tutti i partecipanti non avevano i titoli minimi per aggiudicarsela e poi l'abbandono e la vandalizzazione".
Sottolinea Lattante: "Il disastro fu così completo". Il tempo ha fatto il resto: "In due anni la struttura ha subito continui furti ed atti vandalici, sino al crollo di una buona porzione del tetto, proprio quella struttura concepita dall'architetto spagnolo Juan De La Fuente nel 1954 e voluta dal Comune di Trani, per sottolineare la vocazione turistica - ricettiva della città, segno indelebile che il tempo passa più velocemente sotto l'incuria dell'uomo.
"Ma non tutto è perduto" conclude ancora Giorgio Lattante. "Raccogliamo l'ultima dichiarazione del Sindaco Bottaro, che in questi anni ha più di una volta desiderato completare quell'accordo, intavolando la trattativa ma che prima per questioni politiche, poi per l'emergenza Covid ed ancora per le appena concluse elezioni non ha ancora avuto epilogo felice. La Cooperativa è pronta a trovare una soluzione non rinnegando la parola data all'amministrazione. Ma dobbiamo fare in fretta poiché la struttura è compromessa e potrebbe crollare definitivamente lasciando solo macerie. Macerie non solo fisiche ma anche storiche".