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La Legambiente di Trani denuncia le "potature selvagge"

«Periodo sbagliato ed enormi capitozzature mutilanti»

«Anche quest'anno abbiamo assistito, inermi ed esterrefatti, allo scempio delle potature selvagge eseguito sul misero e violentato patrimonio arboreo che costituisce il verde pubblico della Città di Trani. A tal proposito abbiamo raccolto le penose lamentele di molti cittadini, ed in particolar modo del Prof. Fabiano, che da attento cittadino dotato di spirito critico e di senso civico, ci ha evidenziato tutte le incongruenze delle devastanti potature che hanno trasformato gli alberi cittadini in squallidi pali ed in malinconici totem a testimonianza dell'incompetenza e dell'insensibilità ambientale.

Le potature vengono da noi, senza esitazione, definite "selvagge" per almeno due ragioni pregnanti: periodo sbagliato ed enormi capitozzature mutilanti. Per quel che attiene il periodo, ancora una volta abbiamo assistito ai tagli dei lecci di Piazza della Repubblica e di altri alberi della città nei caldi mesi di Aprile e Maggio. Volendo essere caustici, potremmo affermare che è già andata meglio rispetto a qualche anno fa (2007-2004), quando assistemmo alle drastiche potature degli stessi lecci in pieno solleone (mese di Luglio). Molti cittadini hanno assistito, basiti, alle brutali capitozzature degli alberi di Corso Imbriani o dei tamerici del lungomare ponendosi un enigmatico "perché?". Qualcuno, non trovando alcuna logica spiegazione ha anche ipotizzato che il vero scopo dei tagli non era quello delle potature, bensì quello molto più squallido e triste del ‘fare legna' per altri scopi. Qualora la causa dei drastici tagli risiedesse in motivazioni connesse al risparmio economico, aggiungiamo che molte varietà di alberi presenti in città come i lecci, i ligustri (Corso Vittorio Emanuele), tamerici (lungomare), platani, non necessitano, secondo le buone pratiche agro-forestali, di una periodica potatura annuale. I tagli, più leggeri e meno deturpanti, potrebbero pertanto essere dilatati cronologicamente con periodo biennale a tutto vantaggio del ciclo vegetazionale delle piante.

Ebbene, anche noi ogni anno ci interroghiamo inesorabilmente non trovando alcuna ragionevole risposta, né sui testi agro-forestali, né nelle ‘mute' dichiarazioni tecnico-amministrative da parte dei responsabili comunali. Per questi ultimi, evidentemente, il verde pubblico costituisce un semplice elemento d'arredo urbano al pari di altri oggetti inanimati come pali, panchine, totem pubblicitari, rastrelliere, ecc.. Siamo indotti a ritenere che l'intero settore del verde pubblico sia gestito da non esperti del settore con evidente dilettantismo ed approssimazione. Quale triste iattura grava su noi tranesi condannati a ricercare l'ombra sotto squallidi alberi legnosi privi di rami e foglie? I più fortunati abitanti delle città vicine a Trani godono, viceversa, di frondosi alberi vigorosi che ombreggiano viali, piazze e strade. A tal proposito vorremmo che i responsabili del verde pubblico della Città di Trani effettuassero una missione esplorativa ad Andria per ammirare i lecci di Viale Roma, dove le alte chiome si incontrano formando un'ombrosa galleria sorretta dagli alberi presenti sui due marciapiedi opposti. Aggiungiamo, semmai ce ne fosse bisogno, che ogni drastico taglio lascia sulla pianta grandi cicatrici legnose che creano una potenziale area per la diffusione del marciume e dei parassiti. La pessima cura del verde pubblico in città è testimoniata, oltre che dalle potature selvagge, anche dalla mancata sostituzione degli alberi eliminati. Gli esempi offerti da Via Malcangi e Via San Giorgio ne costituiscono un esempio eclatante. I recenti lavori effettuati in Via San Giorgio hanno definitivamente privato i cittadini dei platani che ne bordavano i marciapiedi. La cura del verde e la presenza di aree naturali in città rappresentano il primo dei dieci parametri che il Touring club, insieme alla Legambiente, considera nelle valutazioni della Guida Blu. E' anche per questo che non dovremmo stupirci se Trani viene bollata con una penalizzante unica "vela". Concludiamo affermando che, con ogni probabilità, la prossima edizione della "festa dell'albero", andrebbe provocatoriamente ma saggiamente, organizzata dalla Legambiente negli spazi comunali anziché nelle scuole della città, per "formare" e "sensibilizzare" maggiormente gli operatori tecnici ed i dirigenti del settore».

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