Eventi e cultura
La "poesia della sconfitta" di De Andrè raccontata dai Papaveri Rossi
Omaggio di Trani al compianto cantautore genovese
Trani - venerdì 11 marzo 2016
11.31
Da La Canzone di Marinella a La Guerra di Piero, passando da Bocca di Rosa al Testamento di Tito. Così ieri Trani si è accostata al mondo di Fabrizio De Andrè con "Passaggi di tempo", uno speciale tributo dei Papaveri Rossi, band che dal 2006 ripropone i migliori successi del cantautore genovese, a cura del Teatro Pubblico Pugliese e Comune di Trani. Non un concerto, ma un vero e proprio spettacolo curato in ogni minimo dettaglio che ha destato consenso e gradimento nella numerosa platea presente. De Andrè è rivissuto nella voce di Walter Santoro e le musiche del giovanissimo Marco Piazzolla alle chitarre, Antonio Filograna al basso, Claudio De Masi alla tastiera e fisa, Giuseppe Pisanò alla batteria e voce.
Ad aprire il concerto una voce narrante che ha tracciato il profilo artistico di Faber, le tematiche dei suoi testi, la forza della sua poesia. Poi le prime note hanno preso il sopravvento accompagnando il pubblico e coinvolgendolo in un "crescendo" di emozioni forti. E così via via tutti i principali successi di De Andrè, ciascuno dei quali è stato accompagnato da una voce narrante che liricamente ne spiegava il contenuto e significato. Un concerto sobrio ma curato nei dettagli che ha voluto porre al centro dell'attenzione del pubblico, per sublimarle, l'arte, la vis poetica e la musica del cantautore genovese.
I brani sono stati tutti rigorosamente arrangiati secondo la musicalità della Pfm, band con cui negli ultimi anni di vita De Andrè aveva avviato una proficua collaborazione. Filo conduttore dell'intero concerto la "poesia della sconfitta" di De Andrè, quella che celebrava i reietti della società come prostitute e Rom, mettendo in discussione gerarchie e potere avvelenandoli con le loro stesse controversie o l'amore, decantato in maniera mai banale e scontata. «Fabrizio non è andato mai di moda – ha affermato Pisanò a chiusura del concerto – ma le sue canzoni non sono mai passate perché legate alla storia di vita di ciascuno di noi».
Un vero proprio inno ad un "amico fragile" che quando "evaporava in una nuvola rossa" tra un mucchio di sigarette e qualche bicchiere di whisky, componeva veri e propri atti testamentari della sua vita, rivoluzionando sostanzialmente la musica italiana.
Ad aprire il concerto una voce narrante che ha tracciato il profilo artistico di Faber, le tematiche dei suoi testi, la forza della sua poesia. Poi le prime note hanno preso il sopravvento accompagnando il pubblico e coinvolgendolo in un "crescendo" di emozioni forti. E così via via tutti i principali successi di De Andrè, ciascuno dei quali è stato accompagnato da una voce narrante che liricamente ne spiegava il contenuto e significato. Un concerto sobrio ma curato nei dettagli che ha voluto porre al centro dell'attenzione del pubblico, per sublimarle, l'arte, la vis poetica e la musica del cantautore genovese.
I brani sono stati tutti rigorosamente arrangiati secondo la musicalità della Pfm, band con cui negli ultimi anni di vita De Andrè aveva avviato una proficua collaborazione. Filo conduttore dell'intero concerto la "poesia della sconfitta" di De Andrè, quella che celebrava i reietti della società come prostitute e Rom, mettendo in discussione gerarchie e potere avvelenandoli con le loro stesse controversie o l'amore, decantato in maniera mai banale e scontata. «Fabrizio non è andato mai di moda – ha affermato Pisanò a chiusura del concerto – ma le sue canzoni non sono mai passate perché legate alla storia di vita di ciascuno di noi».
Un vero proprio inno ad un "amico fragile" che quando "evaporava in una nuvola rossa" tra un mucchio di sigarette e qualche bicchiere di whisky, componeva veri e propri atti testamentari della sua vita, rivoluzionando sostanzialmente la musica italiana.