Cronaca
La Procura generale della Cassazione chiede sospensione dei magistrati arrestati
Associazione Nazionale Magistrati: «Pronti a intervenire con chi viola le regole»
Trani - giovedì 17 gennaio 2019
Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio ha chiesto alla Sezione disciplinare del Csm la fissazione dell'udienza cautelare per la sospensione obbligatoria dalle funzioni e dallo stipendio dei giudici deltribunale di Roma Antonio Savasta e Michele Nardi arrestati nei giorni scorsi. I due magistrati sono accusati di aver preso parte, quando prestavano servizio a Trani, ad un'associazione per delinquere finalizzata ad intascare tangenti per insabbiare indagini e pilotare sentenze giudiziarie e tributarie in favore di facoltosi imprenditori. Il provvedimento restrittivo è stato disposto dal gip di Lecce.
Sull'arresto dei colleghi è intervenuta anche l'associazione nazionale magistrati che ha ribadito: «Pronti a intervenire con chi viola regole»
La giunta dell'Associazione nazionale magistrati "ribadisce la centralità della questione morale" e assicura che "la magistratura è capace e pronta ad intervenire efficacemente nei confronti degli appartenenti all'ordine giudiziario che con i propri comportamenti e le proprie condotte violano le regole, tanto quelle penali quanto quelle, non certamente secondarie, disciplinari e del codice etico".
«Senza entrare nel merito delle vicende che saranno accertate dai colleghi che procedono e fatta salva la presunzione di non colpevolezza». La questione morale - sostiene l'Anm- è "cardine fondamentale e imprescindibile per un ordine giudiziario dotato di credibilità ed autorevolezza, valori che i magistrati per primi devono coltivare e praticare, sempre e senza eccezione alcuna, nell'esercizio e fuori dall'esercizio delle proprie funzioni".
Sull'arresto dei colleghi è intervenuta anche l'associazione nazionale magistrati che ha ribadito: «Pronti a intervenire con chi viola regole»
La giunta dell'Associazione nazionale magistrati "ribadisce la centralità della questione morale" e assicura che "la magistratura è capace e pronta ad intervenire efficacemente nei confronti degli appartenenti all'ordine giudiziario che con i propri comportamenti e le proprie condotte violano le regole, tanto quelle penali quanto quelle, non certamente secondarie, disciplinari e del codice etico".
«Senza entrare nel merito delle vicende che saranno accertate dai colleghi che procedono e fatta salva la presunzione di non colpevolezza». La questione morale - sostiene l'Anm- è "cardine fondamentale e imprescindibile per un ordine giudiziario dotato di credibilità ed autorevolezza, valori che i magistrati per primi devono coltivare e praticare, sempre e senza eccezione alcuna, nell'esercizio e fuori dall'esercizio delle proprie funzioni".