Vita di città
La protesta solitaria di Michele De Lucia
Denunciò reati ambientali, dal primo dicembre il suo sit-in contro Aqp
Trani - sabato 6 dicembre 2014
7.34
Dal primo dicembre, di fronte alla sede cittadina dell'Acquedotto Pugliese, è in corso una solitaria protesta: è quella di Michele De Lucia, che rivendica i suoi diritti di lavoratore contro un'azienda che non l'avrebbe mai sostenuto nella sua attività di detective ambientale. Proprio l'Acquedotto, invece, gli negherebbe riconoscimenti e promozioni per le sue attività "di disturbo" a importanti uomini politici e d'affari della zona e non solo.
La storia di Michele ha inizio nel lontano 2010, quando denunciò i reati ambientali perpetrati dai proprietari di molti scarichi abusivi lungo la costa tranese. Al centro delle sue attenzioni, le ville dei ricchi abitanti delle zone più esclusive di Trani. Dopo essersi immerso e aver ripreso i rifiuti giunti direttamente in acqua, il suo coraggio gli avrebbe portato in dote minacce di licenziamento e, cosa ben più grave, di morte.
Dal lungomare Mongelli alla penisola di Colonna, dai confini con le coste biscegliesi fino al porto di Trani, parecchie sono le illegalità scoperte dal dipendente Aqp Michele De Lucia. In conseguenza delle sue azioni investigative, sarebbero giunti i problemi sul lavoro. Le perizie psichiatriche. Le voci di sospensione dall'attività lavorativa. Un turbinio di concause che lo hanno portato a vivere in una macchina, a sostenersi grazie all'aiuto di fidati amici, della Cisl, suo sindacato, e di tutti i passanti che solidarizzano con la sua storia. La faccenda è ben più dura e triste di quanto si possa scrivere. L'unico augurio è che si possa risolvere nel migliore dei modi.
La storia di Michele ha inizio nel lontano 2010, quando denunciò i reati ambientali perpetrati dai proprietari di molti scarichi abusivi lungo la costa tranese. Al centro delle sue attenzioni, le ville dei ricchi abitanti delle zone più esclusive di Trani. Dopo essersi immerso e aver ripreso i rifiuti giunti direttamente in acqua, il suo coraggio gli avrebbe portato in dote minacce di licenziamento e, cosa ben più grave, di morte.
Dal lungomare Mongelli alla penisola di Colonna, dai confini con le coste biscegliesi fino al porto di Trani, parecchie sono le illegalità scoperte dal dipendente Aqp Michele De Lucia. In conseguenza delle sue azioni investigative, sarebbero giunti i problemi sul lavoro. Le perizie psichiatriche. Le voci di sospensione dall'attività lavorativa. Un turbinio di concause che lo hanno portato a vivere in una macchina, a sostenersi grazie all'aiuto di fidati amici, della Cisl, suo sindacato, e di tutti i passanti che solidarizzano con la sua storia. La faccenda è ben più dura e triste di quanto si possa scrivere. L'unico augurio è che si possa risolvere nel migliore dei modi.