Eventi e cultura
La scuola medica tranese, nuovo appuntamento nel laboratorio "Medical Humanities"
Ospite dello studio di Maurizio Turturo, Vittorio Tolomeo
Trani - venerdì 31 gennaio 2020
9.28
Con il Patrocinio del Comune di Trani e dell'Ordine dei Medici BAT, sabato 1 febbraio, alle ore 18, presso la sede in corso Vittorio Emanuele 139, si svolgerà il secondo appuntamento del laboratorio Medical Humanities guidato dal dottor Maurizio Turturo con Vittorio Tolomeo dal titolo "La scuola medica tranese".
Il contributo di Trani nella Storia della medicina sicuramente presenta aspetti molto singolari, a volte avvincenti e per certi aspetti intriganti. La ricerca dell'amico Vittorio Tolomeo parte da una lapide murata nell'androne della Chiesa di Ognissanti, che attesta la presenza del sepolcro dell'Abbate Costantino, medicus, «Hic Requiescit Costantinus Abbas Et Medicus Orate Pro Anima Eius». Come nel migliore dei romanzi gialli, l'indagine piano piano si dipana attraverso una serie di indizi intorno ai quali ruota il famoso Codice di Bratislavia, rinvenuto dal Dott. Henschel in Slesia nella Biblioteca di Kutilitadl che dimostra come l'arte medica era ben conosciuta nella nostra città, e questo ci fa pensare all'esistenza di una Scuola, o che comunque esistesse una officina dove si realizzavano i preparati officinalis.
L'incontro tra pensiero greco-islamico e religione cristiana fa sì che la malattia venga connotata con valori simbolici, in quanto l'infermità appare segno della giustizia divina e il farmaco rappresenta uno strumento che restituisce non solo l'integrità del corpo ma anche la sanità dell'anima. (Piero Morpurgo - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – (2013)) All'epoca i pochi medici esistenti, risiedevano principalmente nelle città più importanti, dove potevano ottenere salari e privilegi consistenti. Rinvenire nelle nostre antiche pergamene, la presenza di un Pietro, suddiacono e medico, già nell'anno 1033, testimonia lo splendore della nostra città, quando in altri luoghi questa attività erano rette da mammane e stregoni. Dovranno passare ancora molti anni quando Federico II, nelle Constitutiones Melphitanae sotto i titoli III, 46 e III, 47 regolamenterà la professione del medico e dei farmacisti, e, cosa curiosa, stabilirà che il medico non è più tenuto ad ammonire il paziente a chiamare il sacerdote, prima di essere preso in cura.
Anche a Trani, come a Salerno tutto questo avveniva in una città connotata da una forte presenza ebraica e aperta ai contatti con il mondo arabo. Questo spiega il mito dei 'quattro fondatori' della scuola medica salernitana, un ebreo, un arabo, un greco e un latino: intesi non come individui, bensì come tradizioni culturali che concorsero alla formazione all'ars medica. Di tutto questo avremo occasione di dialogare in occasione dell'incontro che si terrà presso Palazzo Mongelli nella ricorrenza di Santa Brigida d'Irlanda in data 1° febbraio 2020, ore 18, nota, da buona irlandese, di trasformare l'acqua in molti barili di birra.
L'invito è aperto a tutti.
Il contributo di Trani nella Storia della medicina sicuramente presenta aspetti molto singolari, a volte avvincenti e per certi aspetti intriganti. La ricerca dell'amico Vittorio Tolomeo parte da una lapide murata nell'androne della Chiesa di Ognissanti, che attesta la presenza del sepolcro dell'Abbate Costantino, medicus, «Hic Requiescit Costantinus Abbas Et Medicus Orate Pro Anima Eius». Come nel migliore dei romanzi gialli, l'indagine piano piano si dipana attraverso una serie di indizi intorno ai quali ruota il famoso Codice di Bratislavia, rinvenuto dal Dott. Henschel in Slesia nella Biblioteca di Kutilitadl che dimostra come l'arte medica era ben conosciuta nella nostra città, e questo ci fa pensare all'esistenza di una Scuola, o che comunque esistesse una officina dove si realizzavano i preparati officinalis.
L'incontro tra pensiero greco-islamico e religione cristiana fa sì che la malattia venga connotata con valori simbolici, in quanto l'infermità appare segno della giustizia divina e il farmaco rappresenta uno strumento che restituisce non solo l'integrità del corpo ma anche la sanità dell'anima. (Piero Morpurgo - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – (2013)) All'epoca i pochi medici esistenti, risiedevano principalmente nelle città più importanti, dove potevano ottenere salari e privilegi consistenti. Rinvenire nelle nostre antiche pergamene, la presenza di un Pietro, suddiacono e medico, già nell'anno 1033, testimonia lo splendore della nostra città, quando in altri luoghi questa attività erano rette da mammane e stregoni. Dovranno passare ancora molti anni quando Federico II, nelle Constitutiones Melphitanae sotto i titoli III, 46 e III, 47 regolamenterà la professione del medico e dei farmacisti, e, cosa curiosa, stabilirà che il medico non è più tenuto ad ammonire il paziente a chiamare il sacerdote, prima di essere preso in cura.
Anche a Trani, come a Salerno tutto questo avveniva in una città connotata da una forte presenza ebraica e aperta ai contatti con il mondo arabo. Questo spiega il mito dei 'quattro fondatori' della scuola medica salernitana, un ebreo, un arabo, un greco e un latino: intesi non come individui, bensì come tradizioni culturali che concorsero alla formazione all'ars medica. Di tutto questo avremo occasione di dialogare in occasione dell'incontro che si terrà presso Palazzo Mongelli nella ricorrenza di Santa Brigida d'Irlanda in data 1° febbraio 2020, ore 18, nota, da buona irlandese, di trasformare l'acqua in molti barili di birra.
L'invito è aperto a tutti.