Sanità
La speranza per la cura del tumore al pancreas nasce da un dramma che ha colpito una paziente tranese
Tumore sparito, ma la donna era già morta per una infezione polmonare
Trani - giovedì 11 novembre 2021
14.50
Una speranza per la cura dei tumori. Una speranza che nasce purtroppo da un dramma.
Era una donna tranese di 68 anni, in cura per un tumore al pancreas giunto al terzo stadio, la paziente "numero uno" di un protocollo sperimentale messo a punto a Bari, nel Dipartimento di Oncologia interventistica e medica dell'istituto tumori "Giovanni Paolo II": grazie alle cure di quel protocollo della equipe del dott. Cosimo Damiano Gadaleta, il tumore è sorprendentemente sparito, come ha rivelato l'autopsia. Ne ha parlato nei giorni scorsi il quotidiano "La Repubblica" in un articolo dedicato al caso.
Abbiamo usato il presente per un fatto passato perché purtroppo, come sottolineato nell'articolo, la straordinaria scoperta è avvenuta troppo tardi. La donna infatti morì il 14 marzo scorso non a causa del tumore ma per una infezione polmonare poli-microbica.
La famiglia della donna, che in quel periodo aveva subito diversi ricoveri, sporse denuncia sull'accaduto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, ipotizzando che avesse potuto contrarre l'infezione all'interno della struttura ospedaliera, e per questo il magistrato dispose l'autopsia della salma.
Ora, pur non cancellando il dramma della vicenda, si parla della sorprendente scoperta che potrebbe contrastare una delle patologie più difficili da trattare, e che in stato avanzato è considerato inoperabile e lascia pochi mesi di vita. Dopo la morte della donna, infatti, la terapia sperimentale era stata bloccata, e adesso si chiede che il protocollo venga nuovamente sbloccato.
Era una donna tranese di 68 anni, in cura per un tumore al pancreas giunto al terzo stadio, la paziente "numero uno" di un protocollo sperimentale messo a punto a Bari, nel Dipartimento di Oncologia interventistica e medica dell'istituto tumori "Giovanni Paolo II": grazie alle cure di quel protocollo della equipe del dott. Cosimo Damiano Gadaleta, il tumore è sorprendentemente sparito, come ha rivelato l'autopsia. Ne ha parlato nei giorni scorsi il quotidiano "La Repubblica" in un articolo dedicato al caso.
Abbiamo usato il presente per un fatto passato perché purtroppo, come sottolineato nell'articolo, la straordinaria scoperta è avvenuta troppo tardi. La donna infatti morì il 14 marzo scorso non a causa del tumore ma per una infezione polmonare poli-microbica.
La famiglia della donna, che in quel periodo aveva subito diversi ricoveri, sporse denuncia sull'accaduto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, ipotizzando che avesse potuto contrarre l'infezione all'interno della struttura ospedaliera, e per questo il magistrato dispose l'autopsia della salma.
Ora, pur non cancellando il dramma della vicenda, si parla della sorprendente scoperta che potrebbe contrastare una delle patologie più difficili da trattare, e che in stato avanzato è considerato inoperabile e lascia pochi mesi di vita. Dopo la morte della donna, infatti, la terapia sperimentale era stata bloccata, e adesso si chiede che il protocollo venga nuovamente sbloccato.