Eventi e cultura
La vittima e la giustizia, il magistrato-scrittore Caringella incontra avvocati e giornalisti
Cronaca e diritto a confronto nel convegno dell'Agifor
Trani - lunedì 30 maggio 2016
18.34
«Sono un giudice migliore da quando faccio lo scrittore perché scrivo meglio. I magistrati scrivono in maniera ripetitiva, la scrittura del romanzo invece deve essere armonia. Da quando faccio anche lo scrittore scrivo sentenze più brevi». Parole di Francesco Caringella, magistrato e presidente di sezione del Consiglio di Stato, che questo pomeriggio ha presentato il suo ultimo lavoro nella Biblioteca storica dell'ordine degli avvocati di Trani. "Dieci minuti per uccidere" è la seconda prova da scrittore di Caringella dopo "Non sono un assassino".
La figura di Caringella è stata al centro del convegno organizzato dall'Agifor (Associazione giovanile forense) su "La vittima e la giustizia: delitti inspiegabili e problematiche della famiglia 'indagata' tra cronaca e privacy", al quale hanno dato il loro contributo gli ordini degli avvocati e quello dei giornalisti. Con Caringella hanno dibattuto, infatti, il presidente dell'ordine degli avvocati di Trani, Tullio Bertolino, e quello dell'ordine dei giornalisti della Puglia, Valentino Losito. A moderare l'incontro il giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, Giampaolo Balsamo.
Il triller dello scrittore-magistrato barese indaga su un nuovo omicidio. Ma a indagare questa volta è la stessa vittima prima di morire. Rispondendo alle domande del moderatore, Francesco Caringella ha però assicurato di non volere cambiare mestiere come il suo collega Gianrico Carofiglio.
Una visione quella di Caringella che ha trovato l'apprezzamento di Tullio Bertolino, perché di riconoscimento anche per il ruolo degli avvocati. Valentino Losito ha richiamato, invece, l'attenzione sul ruolo dei giornalisti nei casi di cronaca e la loro responsabilità nei confronti delle vittime. «Le parole possono essere peggio delle pietre», ha detto. «Gli errori commessi da un medico durante un'operazione, magari, possono essere riparati con un altro intervento. I danni commessi alla reputazione delle persone no».
La figura di Caringella è stata al centro del convegno organizzato dall'Agifor (Associazione giovanile forense) su "La vittima e la giustizia: delitti inspiegabili e problematiche della famiglia 'indagata' tra cronaca e privacy", al quale hanno dato il loro contributo gli ordini degli avvocati e quello dei giornalisti. Con Caringella hanno dibattuto, infatti, il presidente dell'ordine degli avvocati di Trani, Tullio Bertolino, e quello dell'ordine dei giornalisti della Puglia, Valentino Losito. A moderare l'incontro il giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, Giampaolo Balsamo.
Il triller dello scrittore-magistrato barese indaga su un nuovo omicidio. Ma a indagare questa volta è la stessa vittima prima di morire. Rispondendo alle domande del moderatore, Francesco Caringella ha però assicurato di non volere cambiare mestiere come il suo collega Gianrico Carofiglio.
Una visione quella di Caringella che ha trovato l'apprezzamento di Tullio Bertolino, perché di riconoscimento anche per il ruolo degli avvocati. Valentino Losito ha richiamato, invece, l'attenzione sul ruolo dei giornalisti nei casi di cronaca e la loro responsabilità nei confronti delle vittime. «Le parole possono essere peggio delle pietre», ha detto. «Gli errori commessi da un medico durante un'operazione, magari, possono essere riparati con un altro intervento. I danni commessi alla reputazione delle persone no».