Territorio
Lapideo, crociata contro i nuovi aumenti della tassazione
Di Modugno chiede la revoca della delibera regionale. Aumenti del 50% per le cave poste al di sotto del livello statico di falda
BAT - mercoledì 20 luglio 2011
Nei giorni scorsi, nella sala giunta della Provincia di Foggia, si è tenuto un incontro con gli operatori del settore lapideo pugliese per fare il punto della situazione in seguito al provvedimento della Regione Puglia, approvato in giunta regionale a maggio, che dispone una tassazione sull'estensione delle cave autorizzate pugliesi. All'incontro erano presenti anche l'assessore alle attività produttive della Provincia di Barletta Andria Trani, Tonia Spina, ed il consigliere provinciale Stefano Di Modugno.
La Regione Puglia ha approvato un provvedimento che impone alle cave una tassazione di 1.200 euro per ettaro a far data dal 31 dicembre 2010, con aumenti del 40% per le cave con profondità superiore ai 40 metri e del 50% per quelle al di sotto del livello statico di falda. Il provvedimento, è stato fortemente criticato dagli operatori del settore che chiedono alla Regione Puglia la revoca immediata della delibera sulla nuova tassazione.
«Quello lapideo - ha spiegato Spina - rappresenta senza ombra di dubbio un settore trainante dell'intero tessuto economico del nostro territorio che, come noto, è stato coinvolto pesantemente dalla crisi economica internazionale e da una legislazione regionale poco attenta alle necessità del comparto. La decisione della Regione Puglia di imporre una tassazione tanto consistente arreca un danno significativo alle aziende pugliesi giacché, al contrario delle cave poste nelle altre regioni dove gli industriali del settore estrattivo sono soltanto concessionari dei suoli, in Puglia i terreni oggetto di escavazione sono tutti di proprietà delle imprese che quindi operano in un regime autorizzativo e non concessorio. Siamo evidentemente in presenza di una situazione che rischia di avere ripercussioni gravi sull'economia del territorio e di incidere in modo altrettanto pericoloso sui livelli occupazionali. Abbiamo espresso il nostro sostegno agli operatori del settore e formalizzeremo a breve le nostre proposte in merito a questo provvedimento; affronteremo anche gli aspetti più critici del settore estrattivo, di concerto con i sindaci, con gli operatori del settore, il distretto lapideo e le associazioni di categoria».
Dello stesso tenore, il consigliere provinciale Stefano Di Modugno, che non usa mezzi termini e definisce «scellerata la decisione del governo regionale, che applica tariffe a dir poco onerose agli imprenditori del settore lapideo». «Eppure - ricorda Di Modugno - prima di mettere nuovamente la mani nelle tasche di noi pugliesi, la Regione aveva avuto modo di confrontarsi con alcuni rappresentanti imprenditoriali, concordando soluzioni poi puntualmente disattese. Addirittura, si sono permessi il lusso di intimare il pagamento della tassa entro la fine del mese di giugno, poi prorogato a fine luglio. Ci mobiliteremo in tutte le sedi opportune perché venga revocata quella assurda delibera che rischia di mandare in crisi l'intero comparto».
La Regione Puglia ha approvato un provvedimento che impone alle cave una tassazione di 1.200 euro per ettaro a far data dal 31 dicembre 2010, con aumenti del 40% per le cave con profondità superiore ai 40 metri e del 50% per quelle al di sotto del livello statico di falda. Il provvedimento, è stato fortemente criticato dagli operatori del settore che chiedono alla Regione Puglia la revoca immediata della delibera sulla nuova tassazione.
«Quello lapideo - ha spiegato Spina - rappresenta senza ombra di dubbio un settore trainante dell'intero tessuto economico del nostro territorio che, come noto, è stato coinvolto pesantemente dalla crisi economica internazionale e da una legislazione regionale poco attenta alle necessità del comparto. La decisione della Regione Puglia di imporre una tassazione tanto consistente arreca un danno significativo alle aziende pugliesi giacché, al contrario delle cave poste nelle altre regioni dove gli industriali del settore estrattivo sono soltanto concessionari dei suoli, in Puglia i terreni oggetto di escavazione sono tutti di proprietà delle imprese che quindi operano in un regime autorizzativo e non concessorio. Siamo evidentemente in presenza di una situazione che rischia di avere ripercussioni gravi sull'economia del territorio e di incidere in modo altrettanto pericoloso sui livelli occupazionali. Abbiamo espresso il nostro sostegno agli operatori del settore e formalizzeremo a breve le nostre proposte in merito a questo provvedimento; affronteremo anche gli aspetti più critici del settore estrattivo, di concerto con i sindaci, con gli operatori del settore, il distretto lapideo e le associazioni di categoria».
Dello stesso tenore, il consigliere provinciale Stefano Di Modugno, che non usa mezzi termini e definisce «scellerata la decisione del governo regionale, che applica tariffe a dir poco onerose agli imprenditori del settore lapideo». «Eppure - ricorda Di Modugno - prima di mettere nuovamente la mani nelle tasche di noi pugliesi, la Regione aveva avuto modo di confrontarsi con alcuni rappresentanti imprenditoriali, concordando soluzioni poi puntualmente disattese. Addirittura, si sono permessi il lusso di intimare il pagamento della tassa entro la fine del mese di giugno, poi prorogato a fine luglio. Ci mobiliteremo in tutte le sedi opportune perché venga revocata quella assurda delibera che rischia di mandare in crisi l'intero comparto».