Politica

Laurora, abolire le nuove province. (ma non quelle già approvate)

«Valutare caso per caso in relazione alla dimensione geografica»

«Indubbiamente la Provincia è l'anello debole di come si è venuto configurando l'assetto politico italiano. Penso che la grande maggioranza dei cittadini non sappia (e non abbia nessun interesse a sapere) quali sono le competenze e le strutture delle Province. Schiacciate tra le Regioni, sempre più titolari di poteri, e i Comuni, che hanno un incontestabile ruolo di riferimento locale, le Province non sono certo un ente inutile, ma potrebbero essere integrate meglio nella logica dello Stato, soprattutto se si vuole seguire il principio di sussidiarietà da una parte e l'esigenza di rendere più snello ed agile il settore pubblico dall'altra.
Ecco allora la proposta di abolire non le Province in assoluto, ma di valutare caso per caso in relazione alla dimensione geografica, alla opportunità socio- demografica e alla rilevanza economico-culturale.
Infatti, la struttura tecnico-operativa di una Provincia, così come naturalmente la dimensione geografica, potrebbe diventare il braccio esecutivo di scelte "politiche" molto meglio gestibili su base regionale. Perché questo? Soprattutto per invertire la tendenza di uno Stato sempre più invadente e che mira a moltiplicare la propria presenza.
E' significativa in questo senso la corsa alle nuove province con richieste che vengano da tutta Italia e che tendono a creare nuovi ambiti di potere e di sottogoverno oltre che ad intersecare l'attività dei Comuni e delle Regioni.
Per concludere se guardiamo alle strade possibili per lo sviluppo, ancora di più ci si può accorgere che, in una società in cui la crescita può venire solo da un sapiente equilibrio tra il locale ed il globale, gli interventi sul territorio possono avere successo solo se costruttivamente coordinati con dimensioni più ampie in una prospettiva di infrastrutture a rete. Scendere al di sotto della dimensione regionale può costituire un rischio sul fronte dell'efficienza e dell'economicità ma può rappresentare, senza dubbio, una grande opportunità per lo sviluppo economico e sociale in un contesto culturale e politico che guarda al "federalismo solidale" come unica via d'uscita.» Carlo LauroraConsigliere Regionale Forza Italia
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