Scuola e Lavoro
Lavoro, la Uilta Uil chiede alla politica di battere un colpo
C’è attesa in vista dell’incontro barese di martedì. «Accumunare il destino della vertenza Franzoni a quella Adelchi»
Trani - lunedì 5 dicembre 2011
18.54
In vista dell'incontro che si terrà a Bari, in Regione, il prossimo 6 dicembre, la Uilta Uil auspica che dalla politica possano giungere segnali incoraggianti per il futuro degli ex lavoratori della Franzoni Filati e dei disoccupati del territorio. Sul tavolo c'è l'ipotesi di accomunare il destino della vertenza Franzoni a quello della vertenza Adelchi, per la quale la Regione, attraverso il vicepresidente, Loredana Capone, si è fatta promotrice di una richiesta di attivazione di un tavolo interministeriale (Ministero dello sviluppo ed attività produttive e ministero del lavoro) affinché possa essere considerata nella definizione dell'estensione dell'accordo di programma del cluster Filanto.
«Ciò che a noi preme sottolineare - scrivono del sindacato - è che non siamo figli di un Dio minore. Pertanto martedì ci aspettiamo di essere inseriti in questa molto efficace proposta fatta dalla vicepresidente della Regione Puglia per l'Adelchi, funzionale anche contemporaneamente per la Franzoni. La Regione Puglia ha fatto importanti interventi sull'occupazione, per cui confidiamo nell'assoluta sensibilità degli amministratori regionali».
La convocazione del tavolo a Bari ha fatto rientrare la protesta di alcuni aderenti al sindacato che hanno utilizzato come cassa di risonanza, per la terza volta, il campanile della chiesa di San Giuseppe: «Siamo la punta di un iceberg che si chiama disoccupazione e povertà. La sua dimensione è enorme ed anche se la politica fa finta di non vederla è li, fatta da tante famiglie dei lavoratori, alcuni protetti da ammortizzatori sociali, ma tantissimi, i più, senza neanche quelli. I più fortunati, eufemisticamente parlando, si sono organizzati per far sentire la loro voce mentre tanti non hanno la possibilità di farlo perché nessuno li ascolta. La politica è completamente assente o al massimo presente solo quando, in presenza di forum, fa analisi e poi dimentica. Ma il problema è li».
La contestazione maggiore che la Uilta Uil muove ai vari governi nazionali che si sono succeduti (di tutti i colori politici) è di aver favorito in questi anni il processo di delocalizzazione delle imprese italiane. Ed alla politica (e ai parlamentari del territorio) il sindacato chiede un segnale di inversione di tendenza: «Ci riferiamo alla restituzione di 1,8 milioni di euro al ministero dello sviluppo economico da parte della Franzoni Filati, poiché ritenuta dallo stesso ministero inadempiente sul programma 488/92, oltre alla revoca della concessione da parte del ministero dell'università e della ricerca di circa 8 milioni di euro per la definizione di un progetto di ricerca sul cotone antibatterico».
«Ciò che a noi preme sottolineare - scrivono del sindacato - è che non siamo figli di un Dio minore. Pertanto martedì ci aspettiamo di essere inseriti in questa molto efficace proposta fatta dalla vicepresidente della Regione Puglia per l'Adelchi, funzionale anche contemporaneamente per la Franzoni. La Regione Puglia ha fatto importanti interventi sull'occupazione, per cui confidiamo nell'assoluta sensibilità degli amministratori regionali».
La convocazione del tavolo a Bari ha fatto rientrare la protesta di alcuni aderenti al sindacato che hanno utilizzato come cassa di risonanza, per la terza volta, il campanile della chiesa di San Giuseppe: «Siamo la punta di un iceberg che si chiama disoccupazione e povertà. La sua dimensione è enorme ed anche se la politica fa finta di non vederla è li, fatta da tante famiglie dei lavoratori, alcuni protetti da ammortizzatori sociali, ma tantissimi, i più, senza neanche quelli. I più fortunati, eufemisticamente parlando, si sono organizzati per far sentire la loro voce mentre tanti non hanno la possibilità di farlo perché nessuno li ascolta. La politica è completamente assente o al massimo presente solo quando, in presenza di forum, fa analisi e poi dimentica. Ma il problema è li».
La contestazione maggiore che la Uilta Uil muove ai vari governi nazionali che si sono succeduti (di tutti i colori politici) è di aver favorito in questi anni il processo di delocalizzazione delle imprese italiane. Ed alla politica (e ai parlamentari del territorio) il sindacato chiede un segnale di inversione di tendenza: «Ci riferiamo alla restituzione di 1,8 milioni di euro al ministero dello sviluppo economico da parte della Franzoni Filati, poiché ritenuta dallo stesso ministero inadempiente sul programma 488/92, oltre alla revoca della concessione da parte del ministero dell'università e della ricerca di circa 8 milioni di euro per la definizione di un progetto di ricerca sul cotone antibatterico».