Eventi e cultura

"Le Fate Migranti" : la doppia esclusione delle donne immigrate

Se ne parlerà nel dibattito pubblico organizzato dall’Oasi2 di Trani

Una ricerca, condotta dell'Oasi2 di Trani nel territorio della BAT provincia, evidenzia che l'arrivo delle donne immigrate nelle nostre terre non è quasi mai casuale. La quasi totalità delle immigrate intervistate, il 93,3%, ha eletto specificamente l'Italia come luogo di destinazione della propria migrazione e lo ha fatto per uno scopo ben preciso: trovare lavoro (per circa il 50%). Ma i servizi pubblici, Centri Per l'Impiego (CPI) e Servizi Comunali, che dovrebbero fornire una possibilità di integrazione lavorativa e sociale alle persone immigrate sono totalmente assenti però, in questo percorso complesso di inserimento. Soltanto il 3,7% delle donne intervistate ha dichiarato di rivolgersi ai CPI e nessuna di esse ai Servizi Comunali nè per cercare lavoro né per altre ragioni. Tra le immigrate lavoratrici, il 71% si occupa di servizi alla persona come badante o colf e vive spessissimo nella casa della famiglia per la quale lavora. Alla quasi totalità delle immigrate, anche se non alla ricerca attiva di lavoro, è stato chiesto di lavorare come badante. Inoltre, il 10% di tutte le donne immigrate intervistate ha dichiarato di aver ricevuto (o di ricevere) "attenzioni sessuali" dal proprio datore di lavoro. Anche in forza dei dati indicati, le donne immigrate si configurano come soggetti deboli tra i deboli, persone sottoposte a forte rischio di discriminazione, di esclusione sociale e lavorativa, quando non di violenza sessuale. S'impone, dunque, una riflessione sulle dinamiche che hanno consentito il (ri)prodursi di una situazione così grave che vede rapidamente naufragare i sogni delle donne immigrate nel momento stesso in cui esse approdano sulle nostre terre. Si deve discutere di quali politiche pubbliche e di quali meccaniche sociali e culturali determinino quella condizione di profondo isolamento delle donne, e delle donne immigrate in particolare, che è, spesso, l'anticamera dell'indebolimento della condizione di sicurezza personale e, conseguentemente, della esposizione a rischi di discriminazione sociale, relazionale, lavorativa e di prevaricazione sessuale. L'iniziativa organizzata dall'Oasi2 di Trani è volutamente un dibattito, una discussione aperta, un confronto pubblico nel quale esperte, rappresentanti istituzionali, cittadini e cittadine sensibili al tema possano ognuno con le proprie competenze arricchire il mosaico della comprensione dei problemi sul campo. Ognuna delle donne relatrici della serata contribuirà a fornire col proprio specifico un quadro completo dell'attuale situazione migratoria nei nostri territori, declinata al femminile. Il dibattito si terrà simbolicamente nella giornata dell'otto marzo, presso la sede dell'Oasi2 in via Pedaggio Santa Chiara, 57/bis, a Trani, a partire dalle 18,30. Il programma prevede l'introduzione e la moderazione di Antonella De Benedittis (Responsabile di Kipepeio, l'Area Migrazioni dell'Oasi2), prevede la partecipazione della prof.ssa Patrizia Resta (docente di antropologia dell'Università di Foggia e presidente dell'Osservatorio Immigrazione della Provincia di Foggia), di Anna Vitale (Assessore ai Servizi Sociali di Ceglie Messapica), di Rosaria Gasparro (direttrice della rivista Suddest) e di Manjola Kadiu (Peer Work Councelo del progetto Equal penisolaDONNA).
La partecipazione di donne italiane e migranti, di donne occupate nei servizi pubblici e nel privato sociale e di donne attente ad una riflessione non stereotipata dei percorsi femminili tesi ad una lettura differente della storia e delle storie è fortemente auspicata.
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