Politica
«Le proteste sulla Pegaso giungono da soggetti inconcludenti»
Dopo l’inaugurazione in biblioteca, De Noia passa all’attacco. Per il presidente della commissione cultura ci saranno importanti risvolti occupazionali
Trani - mercoledì 24 luglio 2013
12.40
Francesco De Noia, presidente della commissione consiliare cultura, porta a casa il risultato: la sala Ronchi della biblioteca è diventata sede d'esami dell'università privata telematica. De Noia attacca chi ha contestato questa decisione: «La straripante e qualificata folla che ha gremito la sala in occasione della cerimonia inaugurale – dice il consigliere pidiellino – è segno inequivocabile di come la città ed i suoi cittadini abbiano apprezzato la scelta dell'amministrazione. Non a caso l'assessore alle attività produttive della Provincia di Bari, Onofrio Resta, ha aperto il suo intervento manifestando, simpaticamente, una certa invidia per la scelta dell'Ateneo telematico di dislocare a Trani la sua sede d'esame in Puglia, preferendola a Bari. Quanto alle strumentali, insensate ed infondate proteste, posso dire che provengono dai soliti soggetti che non propongono mai nulla di concreto per lo sviluppo socio-economico della città e per la sua crescita culturale ed occupazionale».
De Noia è convinto che, su questo aspetto, la Pegaso fornirà risposte importanti: «Trani – dice - sarà l'unica sede d'esame della Regione Puglia: il che significa che tutti gli studenti pugliesi dell'università telematica (ad oggi 2000 iscritti), verranno nella nostra città a sostenere gli esami, spendendo di conseguenza nelle nostre attività commerciali e turistiche. Inoltre la predisposizione dei relativi uffici amministrativi (in un immobile privato) e di un numero rilevante di collaborazioni, fornirà lavoro a tantissimi giovani e meno giovani».
Quanto alle polemiche sull'utilizzo della sala Ronchi, De Noia, respinge al mittente qualsiasi critica: «Oltre a far vivere la sala, che, nei due anni precedenti, era stata utilizzata solo 1 volta, non dimentichiamo che i giovani studenti tranesi delle scuole superiori potranno partecipare gratuitamente ad attività culturali, didattiche e formative erogate dall'Ateneo telematico, arricchendo il proprio bagaglio culturale. Quella dell'erogazione dei corsi ai nostri giovani studenti è l'opzione che si è preferita al pagamento del canone della sala Benedetto Ronchi. Per evitare che il canone venisse utilizzato per finanziare attività diverse da quelle culturali, o peggio ancora coprire i debiti di qualche mala gestio, si è preferito avere dall'università, quale corrispettivo per l'utilizzo della sala Ronchi, un prodotto che venisse utilizzato direttamente dai cittadini, e in special modo dai nostri giovani. L'operazione fatta dal Comune, pertanto, si sposa con la connotazione di altissimo profilo culturale della nostra città e che i contestatori, non essendone all'altezza, non potranno mai capire».
De Noia è convinto che, su questo aspetto, la Pegaso fornirà risposte importanti: «Trani – dice - sarà l'unica sede d'esame della Regione Puglia: il che significa che tutti gli studenti pugliesi dell'università telematica (ad oggi 2000 iscritti), verranno nella nostra città a sostenere gli esami, spendendo di conseguenza nelle nostre attività commerciali e turistiche. Inoltre la predisposizione dei relativi uffici amministrativi (in un immobile privato) e di un numero rilevante di collaborazioni, fornirà lavoro a tantissimi giovani e meno giovani».
Quanto alle polemiche sull'utilizzo della sala Ronchi, De Noia, respinge al mittente qualsiasi critica: «Oltre a far vivere la sala, che, nei due anni precedenti, era stata utilizzata solo 1 volta, non dimentichiamo che i giovani studenti tranesi delle scuole superiori potranno partecipare gratuitamente ad attività culturali, didattiche e formative erogate dall'Ateneo telematico, arricchendo il proprio bagaglio culturale. Quella dell'erogazione dei corsi ai nostri giovani studenti è l'opzione che si è preferita al pagamento del canone della sala Benedetto Ronchi. Per evitare che il canone venisse utilizzato per finanziare attività diverse da quelle culturali, o peggio ancora coprire i debiti di qualche mala gestio, si è preferito avere dall'università, quale corrispettivo per l'utilizzo della sala Ronchi, un prodotto che venisse utilizzato direttamente dai cittadini, e in special modo dai nostri giovani. L'operazione fatta dal Comune, pertanto, si sposa con la connotazione di altissimo profilo culturale della nostra città e che i contestatori, non essendone all'altezza, non potranno mai capire».