Politica

Legambiente Trani: «Vendola blocchi i termovalorizzatori di Fitto»

Per il circolo ecologista pottrebbero amentare le patologie tumorali

«Se volessimo individuare un emblema della stupidità umana faremmo fatica a non inserire gli inceneritori tra i primissimi posti della miserabile graduatoria. Se, infatti, a qualunque individuo dotato di buonsenso si chiedesse cosa pensasse della possibilità di arroventare rifiuti a 700-800 gradi centigradi, di stemperare le alte temperature con abbondanti spruzzate di vapore acqueo ottenuto sprecando preziosissima acqua e di disperderne le particelle derivanti dalla combustione nell'atmosfera, ci sentiremmo sicuramente rispondere che si è davanti ad una ipotesi tanto bislacca quanto pericolosa.

Non potrebbe essere definito che "insensato" un impianto industriale capace di fagocitare, al pari di una creatura mostruosa, centinaia di tonnellate di rifiuti al giorno disperdendo drammaticamente miliardi di microscopiche particelle nell'aria in poche frazioni di secondo, con un inesorabile rito quotidiano senza alcuna sosta per trecentosessantacinque giorni l'anno.

L'inceneritore a griglia di Trani non è da meno e lavorerà con le stesse modalità e gli stessi ritmi. Avrà, ovviamente, una orrida ciminiera ben più alta del glorioso campanile della Cattedrale. Tuttavia, mentre quest'ultimo proietta idealmente l'animo umano verso il creatore elevandone la trascendenza, l'alto camino del nefasto impianto sarà capace di emettere, come da una grossa bocca di fuoco, becere microparticelle alla velocità di oltre 400 chilometri orari che avranno una drammatica ricaduta entro un raggio di alcuni chilometri e ben oltre, se soffiasse una flebile bava di vento. Potremmo considerare le nanoparticelle emesse dal camino dell'inceneritore al pari di miliardi di piccolissime biglie costituite da sostanze, chimicamente, molto stabili e quindi scientificamente definite "persistenti".

Ebbene tali sostanze come i PCB (policlorobifenili), furani, diossine, piombo, ecc. pioverebbero dal cielo depositandosi sul suolo, sulle foglie degli alberi, sull'erba, sui capelli, sul bucato steso nei balconi ad asciugare, sulla pelle degli sfortunati abitanti che popolano il territorio circostante. Dopo essersi depositate, le piccolissime particelle incominceranno un viaggio tanto avventuroso quanto micidiale per l'organismo umano. Le diossine e le altre sostanze sono bioaccumulabili negli organismi viventi e quindi hanno la capacità di risalire la catena alimentare, giungendo sino all'uomo dove, gradualmente, si accumulano. Una tra le sostanze più pericolose e cancerogene tra quelle emesse dagli inceneritori anche di ultimissima generazione, è proprio il piombo.

Secondo l'ex direttore esecutivo dello IARC (Associazione internazionale per la ricerca sul cancro), Lorenzo Tomatis, "Dopo l'abolizione del piombo tetraetile dalla benzina, una fra le fonti principali di emissione di piombo nell'atmosfera è la combustione di residui solidi. Il piombo è stato valutato dallo IARC come probabile cancerogeno umano e incluso quindi nel gruppo 2A della sua classificazione dei cancerogeni. L'esposizione a questo metallo pesante è stata associata ad un aumento di frequenza di tumori dello stomaco, del rene e dell'encefalo. Il piombo causa lesioni del sistema nervoso centrale e a basse concentrazioni può deprimere lo sviluppo mentale e causare serie deficienze nell'apprendimento. Può traversare la barriera placentare e alterare lo sviluppo del sistema nervoso di bambini". Pertanto, intorno agli inceneritori le ombre sono sicuramente più tetre e drammatiche delle luci che abbagliano i loro sostenitori.

E' paradossale come la moderna società governata dai potenti mezzi mediatici riesca a trasformare la realtà: a chi minaccia la salute pubblica gli si attribuisce l'appellativo di "moderati"; a chi, invece, cerca di opporsi, gli si attribuisce l'appellativo di "estremisti". Tuttavia, è sicuramente un valido motivo d'orgoglio essere additati come "allarmisti" o "terroristi" se si lotta per difendere la salute umana. Alle considerazioni sanitarie si aggiungono quelle strettamente connesse al ciclo dei rifiuti. La prevenzione, la riduzione a monte dei rifiuti e la raccolta differenziata verranno certamente disincentivate dalla presenza nel territorio di questo mostruoso impianto industriale le cui nefaste emissioni si sommeranno a tutte quelle già presenti nell'area tranese.

Infatti, la Legge Delega strenuamente difesa dal Ministro Matteoli, che contemplerebbe addirittura un impianto di incenerimento per ogni ATO e che regolamenta la materia, sposta l'obiettivo previsto dal Decreto Ronchi del 35% di raccolta differenziata dal 2003 al 2006. Si tratta dell'ennesimo favore alla lobby degli inceneritoristi. D'altro canto che interessi avrebbero i gestori degli inceneritori a potenziare la raccolta differenziata? Più saranno i rifiuti destinati all'incenerimento, maggiori saranno gli utili e più alti saranno i rischi di ammalarsi nei paesi che circondano lo scellerato impianto.

Per le ragioni innanzi esposte e per molte altre che non possono trovare spazio nella presente nota, il Circolo di Trani della Legambiente chiede al Commissario per l'emergenza rifiuti in Puglia, Nichi Vendola, di bloccare l'autorizzazione ad ogni nuovo impianto di incenerimento previsto dal precedente piano rifiuti dell'amministrazione Fitto.»I soci del Circolo di Trani di Legambiente
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