Vita di città
Lestingi VI: sale sul tetto del Comune e poi s'incatena sulle scale
E la storia continua.
Trani - giovedì 1 ottobre 2009
Prosegue senza soste la protesta del giostraio Piero Lestingi. Questa mattina "il nostro" è tornato alla carica. Dopo aver eluso la sorveglianza del Comune, Lestingi è salito fin sulla terrazza del palazzo municipale, munito dell'immancabile megafono. Dopo l'intervento dei Carabinieri, Lestingi è sceso dal tetto e si è incatenato sulla scalinata d'ingresso di Palazzo di Città.
La battaglia personale del giostraio si protrae ormai da tre anni, dal settembre del 2006 quando la sua azienda subì il trasferimento coattivo delle giostre da piazza Plebiscito all'ingresso della villa, sul lato del lungomare Chiarelli, sito che poi si è rivelato essere di proprietà del Demanio. Dopo aver subito il sequestro delle strutture (anno 2007), Lestingi ha provato vanamente a proseguire in altro luogo la propria attività.
Di recente, dopo una delle tante proteste inscenate, Lestingi è stato ricevuto dall'ingegnere capo dell'ufficio tecnico, Giuseppe Affatato, per ricevere chiarimenti su uno degli ultimi progetti presentati. Dal Comune gli hanno risposto che esiste un regolamento (approvato dal Commissario straordinario, Angelo Trovato) in cui si individuano cinque aree destinate ad accogliere attrattive per bambini. Le aree verranno assegnate mediante partecipazione ad un bando di gara, in fase di redazione. Al bando potranno partecipare tutti i giostrai che operano in campo nazionale, indistintamente. Lestingi però rivendica l'applicazione di una legge (la numero 337 del 1968) che tutela i lavoratori residenti e tiene conto degli anni di anzianità lavorativa.
Lestingi ha così deciso di andare avanti con la protesta. «Questa amministrazione - spiega - ha messo in ginocchio una famiglia intera e due società distinte. Non ho più nulla da perdere. Stavolta sono intenzionato ad andare avanti ad oltranza, rivendicando il diritto al lavoro sancito dall'articolo 4 della Costituzione e l'applicazione delle leggi che tutelano la categoria e la mia professione».
La battaglia personale del giostraio si protrae ormai da tre anni, dal settembre del 2006 quando la sua azienda subì il trasferimento coattivo delle giostre da piazza Plebiscito all'ingresso della villa, sul lato del lungomare Chiarelli, sito che poi si è rivelato essere di proprietà del Demanio. Dopo aver subito il sequestro delle strutture (anno 2007), Lestingi ha provato vanamente a proseguire in altro luogo la propria attività.
Di recente, dopo una delle tante proteste inscenate, Lestingi è stato ricevuto dall'ingegnere capo dell'ufficio tecnico, Giuseppe Affatato, per ricevere chiarimenti su uno degli ultimi progetti presentati. Dal Comune gli hanno risposto che esiste un regolamento (approvato dal Commissario straordinario, Angelo Trovato) in cui si individuano cinque aree destinate ad accogliere attrattive per bambini. Le aree verranno assegnate mediante partecipazione ad un bando di gara, in fase di redazione. Al bando potranno partecipare tutti i giostrai che operano in campo nazionale, indistintamente. Lestingi però rivendica l'applicazione di una legge (la numero 337 del 1968) che tutela i lavoratori residenti e tiene conto degli anni di anzianità lavorativa.
Lestingi ha così deciso di andare avanti con la protesta. «Questa amministrazione - spiega - ha messo in ginocchio una famiglia intera e due società distinte. Non ho più nulla da perdere. Stavolta sono intenzionato ad andare avanti ad oltranza, rivendicando il diritto al lavoro sancito dall'articolo 4 della Costituzione e l'applicazione delle leggi che tutelano la categoria e la mia professione».