Enti locali
Liberalizzazioni, Trani propende per il sì
Incontro fra amministrazione e associazioni di categoria. Solo Trani lifestyle è contraria alle liberalizzazioni
Trani - venerdì 3 febbraio 2012
10.35
Trani potrebbe ben presto imitare Barletta e redigere un’ordinanza che permetterà ai commercianti di restare sempre aperti. Si è svolta a Palazzo di città una riunione fra l’assessore al commercio, Luca Memola, ed i rappresentanti delle varie associazioni di categoria presenti sul territorio per discutere delle liberalizzazioni. Memola, dopo aver ascoltato delle delegazioni di commercianti nelle scorse settimane, aveva ritenuto opportuno ascoltare le associazioni prima di decidere sul da farsi e strutture una proposta organica e quanto più condivisa.
Dall’incontro, organizzato nell’ufficio Suap del Comune, è emerso che solo un’associazione (Trani lifestyle) è contraria alle liberalizzazioni e favorevole al rispetto dei limiti di orari di apertura e chiusura delle attività commerciali e dell’obbligo di chiusura domenicale. Tutte le altre sono orientate al recepimento della disciplina introdotta dal governo.
Un «sì» che suona più come un «obbedisco» è quello di Unimpresa Bat che ha formalizzato all’assessore Memola una richiesta nella quale si invita il sindaco di Trani a sollecitare l’impugnazione dei provvedimenti da parte della Regione Puglia di fronte alla Corte costituzionale «in quanto – spiega Savino Montaruli – le decisioni assunte dal governo Monti sottraggono poteri alla Regione in materia di commercio».
Anche Confcommercio ha espresso un «sì» sofferto: «Non riteniamo – ha detto Girolamo Acquaviva - che questo intervento sia la soluzione a tutti i mali, ma non possiamo far altro che recepire le direttive statali. Le liberalizzazioni vanno a vantaggio della grande distribuzione e potrebbero invece penalizzare i piccoli commercianti. Sono provvedimenti che sanno poco di sviluppo. Più che liberalizzare gli orari e le aperture, sarebbe stato più utile trovare delle soluzioni per aumentare i salari o per abbassare la pressione fiscale alle aziende. Temiamo il Far west in assenza di regole certe».
L'assessore al commercio, Luca Memola, ha sintetizzato in poche righe l'intendimento dell'amministrazione: «L'amministrazione comunale ha preso atto che la legge Brambilla prima ed il decreto salva Italia dopo, liberalizzano le aperture domenicali. Nei prossimi giorni predisporremo l'ordinanza che deve essere notificata alla polizia locale di Trani. La Regione Puglia dovrebbe far ricorso alla Corte Costituzionale poiché rivendica la propria competenza sulla materia. Nel frattempo la normativa vigente è quella che prevede la liberalizzazione delle aperture domenicali. Il Comune di Trani, quindi, adeguandosi alla normativa si riserva di intervenire con una successiva ordinanza solo se queste liberalizzazioni creeranno problemi legati all’ordine pubblico o alla sicurezza».
Dall’incontro, organizzato nell’ufficio Suap del Comune, è emerso che solo un’associazione (Trani lifestyle) è contraria alle liberalizzazioni e favorevole al rispetto dei limiti di orari di apertura e chiusura delle attività commerciali e dell’obbligo di chiusura domenicale. Tutte le altre sono orientate al recepimento della disciplina introdotta dal governo.
Un «sì» che suona più come un «obbedisco» è quello di Unimpresa Bat che ha formalizzato all’assessore Memola una richiesta nella quale si invita il sindaco di Trani a sollecitare l’impugnazione dei provvedimenti da parte della Regione Puglia di fronte alla Corte costituzionale «in quanto – spiega Savino Montaruli – le decisioni assunte dal governo Monti sottraggono poteri alla Regione in materia di commercio».
Anche Confcommercio ha espresso un «sì» sofferto: «Non riteniamo – ha detto Girolamo Acquaviva - che questo intervento sia la soluzione a tutti i mali, ma non possiamo far altro che recepire le direttive statali. Le liberalizzazioni vanno a vantaggio della grande distribuzione e potrebbero invece penalizzare i piccoli commercianti. Sono provvedimenti che sanno poco di sviluppo. Più che liberalizzare gli orari e le aperture, sarebbe stato più utile trovare delle soluzioni per aumentare i salari o per abbassare la pressione fiscale alle aziende. Temiamo il Far west in assenza di regole certe».
L'assessore al commercio, Luca Memola, ha sintetizzato in poche righe l'intendimento dell'amministrazione: «L'amministrazione comunale ha preso atto che la legge Brambilla prima ed il decreto salva Italia dopo, liberalizzano le aperture domenicali. Nei prossimi giorni predisporremo l'ordinanza che deve essere notificata alla polizia locale di Trani. La Regione Puglia dovrebbe far ricorso alla Corte Costituzionale poiché rivendica la propria competenza sulla materia. Nel frattempo la normativa vigente è quella che prevede la liberalizzazione delle aperture domenicali. Il Comune di Trani, quindi, adeguandosi alla normativa si riserva di intervenire con una successiva ordinanza solo se queste liberalizzazioni creeranno problemi legati all’ordine pubblico o alla sicurezza».