Sanità
Luciana Capone vittima di malasanità al Dimiccoli di Barletta
La testimonianza vissuta in prima persona dalla consigliera tranese
Trani - giovedì 7 giugno 2018
11.45
Premetto che nello scorso consiglio comunale, indetto per cercare di "salvare il salvabile" di quello che rimane dell'ex ospedale di Trani, in qualità di consigliere comunale, ho dato il mio contributo a tale nobile ed auspicabile "salvataggio". Il giorno 05/06/2018, purtroppo, non ho potuto partecipare al successivo consiglio comunale della città di Trani poiché dovevo sottopormi ad una visita medica presso il presidio ospedaliero di Barletta Dimiccoli, ma, mio malgrado, ho subito sulla mia pelle un'incresciosa situazione che mi ha confermato che quasi sempre non è importante il contenitore, ma il contenuto. Mi spiego: come detto, avevo in programma una visita medica presso l'ospedale di Barletta e, pur avendo appuntamento per le ore undici, sono arrivata verso le ore nove onde poter assolvere agli obblighi burocratici.
Nel momento in cui mi sono recata presso il Cup per pagare il ticket, ho verificato che l'eliminacode non aveva i "numeretti" e, dopo essermi accertata che non ci fossero avvisi circa la procedura da seguire per pagare il ticket, ho provato a chiedere, con gentilezza, all'impiegato presente nei pressi dell'accesso alle casse, di spiegarmi la procedura di prenotazione ma questi, con fare arrogante ed ineducato, mi ha gridato di non disturbare poichè troppo indaffarato. Mi sono messa diligentemente in coda ed in attesa, prima di scoprire che per prenotarsi occorreva scrivere il proprio nome su un foglio messo sul banco della reception incustodita. Ciononostante ho scritto il mio nome ed ho continuato ad aspettare, non senza rilevare che durante la inutile attesa causata dall'indisponenza del dipendente ASL, numerosi altri pazienti si erano prenotati prima di me, ho così preso il numero 89.
Verso le ore 11, orario fissato per la visita, per correttezza, sono andata in reparto per avvisare il medico che non ero ancora riuscita a pagare il ticket e, subito dopo, sono ritornata al Cup e il display mostrava che erano arrivati al numero 81. Ho aspettato ancora per poi vedere che l'impiegato, giunto al numero 81, ha smesso di chiamare secondo l'ordine di precedenza; ha azzerrato il display del contatore e ha iniziato a chiamare, nominativamente da un elenco in suo possesso e secondo un ordine da lui stabilito, almeno altre trenta persone facendole mettere in coda per il pagamento. A quel punto, non capendo cosa stesse succedendo, gli ho chiesto più volte quando sarebbe arrivato il mio turno, essendo consapevole di dover attendere lo scorrimento di sole altre 8 persone.
Ma questi, ignorando ripetutamente le mie richieste, ha continuato imperterrito a chiamare altre persone dal predetto elenco, facendole accodare, urlando che la colpa era di noi cittadini e di come votavano fino ad affermare che io ero l'ultima. Gli ho chiesto cosa c'entrava la politica col decidere in autonomia quale nominativo dovesse passare prima e nel contempo gli ho chiesto il suo nome e cognome e che mansione avesse all'interno della Asl, non potendo rilevare detti dati dal cartellino identificativo poiché non indossato.
A questo punto, visibilmente adirato, ha iniziato ad urlare: "è da stamattina che mi stai a rompere le palle, meno male che stai malata, tu stai malata?....tu stai malata? Figuriamoci se stavi bene come dovevi essere". Naturalmente contrariata e adirata ho chiamato il 113 ma in attesa che il centralino passasse la chiamata al Commissariato di Barletta è caduta la linea e solo grazie alla gentilezza delle persone che assistevano sbigottite alla sua ineducazione, e al mio evidente stato di malessere, sono finalmente riuscita a pagare il ticket ed a terminare alle 14.30.
È gente come questa che non consente anche a chi fa il proprio dovere di avere buoni risultati. È gente come questa che va allontanata e combattuta. Ho già provveduto a segnalare per iscritto l'incresciosa situazione alla ASL e sto valutando di adire le vie legali. Il contenitore può essere importante, ma valutiamo sempre prima il contenuto.
- Luciana Capone
Nel momento in cui mi sono recata presso il Cup per pagare il ticket, ho verificato che l'eliminacode non aveva i "numeretti" e, dopo essermi accertata che non ci fossero avvisi circa la procedura da seguire per pagare il ticket, ho provato a chiedere, con gentilezza, all'impiegato presente nei pressi dell'accesso alle casse, di spiegarmi la procedura di prenotazione ma questi, con fare arrogante ed ineducato, mi ha gridato di non disturbare poichè troppo indaffarato. Mi sono messa diligentemente in coda ed in attesa, prima di scoprire che per prenotarsi occorreva scrivere il proprio nome su un foglio messo sul banco della reception incustodita. Ciononostante ho scritto il mio nome ed ho continuato ad aspettare, non senza rilevare che durante la inutile attesa causata dall'indisponenza del dipendente ASL, numerosi altri pazienti si erano prenotati prima di me, ho così preso il numero 89.
Verso le ore 11, orario fissato per la visita, per correttezza, sono andata in reparto per avvisare il medico che non ero ancora riuscita a pagare il ticket e, subito dopo, sono ritornata al Cup e il display mostrava che erano arrivati al numero 81. Ho aspettato ancora per poi vedere che l'impiegato, giunto al numero 81, ha smesso di chiamare secondo l'ordine di precedenza; ha azzerrato il display del contatore e ha iniziato a chiamare, nominativamente da un elenco in suo possesso e secondo un ordine da lui stabilito, almeno altre trenta persone facendole mettere in coda per il pagamento. A quel punto, non capendo cosa stesse succedendo, gli ho chiesto più volte quando sarebbe arrivato il mio turno, essendo consapevole di dover attendere lo scorrimento di sole altre 8 persone.
Ma questi, ignorando ripetutamente le mie richieste, ha continuato imperterrito a chiamare altre persone dal predetto elenco, facendole accodare, urlando che la colpa era di noi cittadini e di come votavano fino ad affermare che io ero l'ultima. Gli ho chiesto cosa c'entrava la politica col decidere in autonomia quale nominativo dovesse passare prima e nel contempo gli ho chiesto il suo nome e cognome e che mansione avesse all'interno della Asl, non potendo rilevare detti dati dal cartellino identificativo poiché non indossato.
A questo punto, visibilmente adirato, ha iniziato ad urlare: "è da stamattina che mi stai a rompere le palle, meno male che stai malata, tu stai malata?....tu stai malata? Figuriamoci se stavi bene come dovevi essere". Naturalmente contrariata e adirata ho chiamato il 113 ma in attesa che il centralino passasse la chiamata al Commissariato di Barletta è caduta la linea e solo grazie alla gentilezza delle persone che assistevano sbigottite alla sua ineducazione, e al mio evidente stato di malessere, sono finalmente riuscita a pagare il ticket ed a terminare alle 14.30.
È gente come questa che non consente anche a chi fa il proprio dovere di avere buoni risultati. È gente come questa che va allontanata e combattuta. Ho già provveduto a segnalare per iscritto l'incresciosa situazione alla ASL e sto valutando di adire le vie legali. Il contenitore può essere importante, ma valutiamo sempre prima il contenuto.
- Luciana Capone