Vita di città
Marcia della Pace: i ragazzi rilanceranno Trani
Verso un percorso comune: il rispetto del prossimo, chiunque esso sia
Trani - mercoledì 7 febbraio 2018
Credo che la bella iniziativa della Marcia della Pace organizzata dall'ACR (Azione Cattolica Ragazzi) debba avere in futuro ancora più risalto sui media locali. Certo, la febbre da calcio che si respirava in città, ha fatto passare un po' tutto in secondo piano. Credo però che in un momento storico tanto delicato e complesso per la nostra città, un evento del genere, cui hanno partecipato tutte le parrocchie, con centinaia di giovani ragazzi al seguito, debba spingere ad una riflessione prolungata nel tempo e che coinvolga più soggetti ed enti educativi.
Una Marcia della Pace che si organizza da vent'anni e che trova continuità ed entusiasmo sempre nuovi soprattutto da parte di coloro che saranno i cittadini di domani, deve portare all'inizio di un nuovo percorso. Perse le speranze sull'attuale classe dirigente, è giusto che la città parta da loro, dai protagonisti di questa eccellente manifestazione, che vede protagonisti giovani che un domani possano essere primi attori del rilancio della città. Penso a personalità che già promettono tanto in tal senso come, tanto per fare un nome, Valentina D'Argento, attuale responsabile della ACR di Trani, ma in generale a tutti quei ragazzi che non hanno fatto della manifestazione un evento fine a se stesso, ma un'occasione di riflessione. Quest'ultima già cominciata nei mesi scorsi attraverso il catechismo, ha portato ad un'analisi su due scottanti problemi sociali, che poi hanno costituito il fulcro della manifestazione. E quali nodi sono tanto discussi e costituiscono un enorme problema sociale? Sicuramente il bullismo nelle scuole e l'integrazione degli extracomunitari.
Due aspetti diversi sui quali riflettere ma che sottendono un percorso comune: il rispetto del Prossimo, chiunque esso sia. Un punto di partenza dunque per cercare pace e condivisione, impegno e passione, per cercare un domani di vivere in una Trani migliore. Dobbiamo aiutare questi ragazzi, noi tutti, docenti, catechisti, genitori, a mantenere vivo questo spirito di accoglienza e tolleranza. In questi giorni in cui continuano ad uscire film sull'Olocausto, patito dal popolo ebreo durante la Seconda Guerra Mondiale abbiamo due armi per fare in modo che la barbarie non dilaghi ancora: lo studio della Storia e iniziative come la Marcia di domenica che siano fonte e spinta di amore verso il prossimo. Sperando che i nostri rappresentanti istituzionali assumano almeno una parte di quello spirito: rispetto, tolleranza, solidarietà.
Una Marcia della Pace che si organizza da vent'anni e che trova continuità ed entusiasmo sempre nuovi soprattutto da parte di coloro che saranno i cittadini di domani, deve portare all'inizio di un nuovo percorso. Perse le speranze sull'attuale classe dirigente, è giusto che la città parta da loro, dai protagonisti di questa eccellente manifestazione, che vede protagonisti giovani che un domani possano essere primi attori del rilancio della città. Penso a personalità che già promettono tanto in tal senso come, tanto per fare un nome, Valentina D'Argento, attuale responsabile della ACR di Trani, ma in generale a tutti quei ragazzi che non hanno fatto della manifestazione un evento fine a se stesso, ma un'occasione di riflessione. Quest'ultima già cominciata nei mesi scorsi attraverso il catechismo, ha portato ad un'analisi su due scottanti problemi sociali, che poi hanno costituito il fulcro della manifestazione. E quali nodi sono tanto discussi e costituiscono un enorme problema sociale? Sicuramente il bullismo nelle scuole e l'integrazione degli extracomunitari.
Due aspetti diversi sui quali riflettere ma che sottendono un percorso comune: il rispetto del Prossimo, chiunque esso sia. Un punto di partenza dunque per cercare pace e condivisione, impegno e passione, per cercare un domani di vivere in una Trani migliore. Dobbiamo aiutare questi ragazzi, noi tutti, docenti, catechisti, genitori, a mantenere vivo questo spirito di accoglienza e tolleranza. In questi giorni in cui continuano ad uscire film sull'Olocausto, patito dal popolo ebreo durante la Seconda Guerra Mondiale abbiamo due armi per fare in modo che la barbarie non dilaghi ancora: lo studio della Storia e iniziative come la Marcia di domenica che siano fonte e spinta di amore verso il prossimo. Sperando che i nostri rappresentanti istituzionali assumano almeno una parte di quello spirito: rispetto, tolleranza, solidarietà.