Territorio
Mare negato, Trani si candida per la bandiera nera
Legambiente sulla situazione degli accessi al mare. Colangelo: «Il fenomeno è peggiorato»
Trani - venerdì 22 luglio 2011
Puntuale come l'asfissiante afa estiva si ripresenta la problematica degli accessi al mare lungo la costa tranese. Legambiente Trani sottolinea lo stato emergenziale lungo la costa sud della città. Secondo Pierluigi Colangelo, presidente del circolo tranese, rispetto all'anno scorso sono stati chiusi ulteriori accessi. Poiché le condizioni sono notevolmente peggiorate rispetto alle stagioni precedenti Colangelo non esclude che la città di Trani possa essere candidata l'anno prossimo alla bandiera nera nella graduatoria che Legambiente annualmente redige per segnalare le situazioni di maggiore degrado.
Legambiente ha avviato un'istanza amministrativa per ciò che riguarda un tratturo, coincidente con il civico 71, da sempre aperto al pubblico pur ricadendo in una strada privata ad uso pubblico. «Si è constatato – spiega Colangelo - che negli ultimi metri di questo tratturo i proprietari di un terreno hanno ritenuto utile impedire il prosieguo del percorso con una recinzione metallica a guardia del nulla. Nulla, infatti, ricade su tale terreno se non sterpaglie».
Il recente piano urbanistico del Comune di Trani riconosce tre strade di accesso al mare trasversali alla strada statale 16. «E' una viabilità virtuale e non reale – prosegue Colangelo - che sarà realizzata in un futuro molto remoto, ossia solo quando gli insediamenti edilizi della fascia costiera saranno concretizzati. Purtroppo vi è la mancanza di volontà da parte dell'amministrazione comunale a procedere con gli espropri che potrebbero, perlomeno, garantire immediatamente il solo accesso pedonale».
Alla situazione cronica e drammatica degli accessi si sovrappone la delibera dell'autorità di bacino del 13 giugno scorso che individua lungo la fascia costiera a nord e sud di Trani alcuni importanti ed estesi tratti in frana o ad elevato rischio idraulico connesso sia allo sbocco di impluvi od all'erosione costiera. «L'apposizione dei vincoli dell'autorità di bacino, prima che impedire gli accessi al mare, dovrebbero servire a scongiurare l'abusivismo edilizio che dilaga in questi tratti di costa mettendo a repentaglio la staticità degli edifici e la salvaguardia della vita umana. A tal proposito ci piacerebbe che oltre a garantire il mare negato le amministrazioni, a partire da quella comunale, si adoperassero di verificare se tali strutture abusive siano dotate di congrui impianti per la raccolta delle acque reflue e degli scarichi inquinanti».
Legambiente ha avviato un'istanza amministrativa per ciò che riguarda un tratturo, coincidente con il civico 71, da sempre aperto al pubblico pur ricadendo in una strada privata ad uso pubblico. «Si è constatato – spiega Colangelo - che negli ultimi metri di questo tratturo i proprietari di un terreno hanno ritenuto utile impedire il prosieguo del percorso con una recinzione metallica a guardia del nulla. Nulla, infatti, ricade su tale terreno se non sterpaglie».
Il recente piano urbanistico del Comune di Trani riconosce tre strade di accesso al mare trasversali alla strada statale 16. «E' una viabilità virtuale e non reale – prosegue Colangelo - che sarà realizzata in un futuro molto remoto, ossia solo quando gli insediamenti edilizi della fascia costiera saranno concretizzati. Purtroppo vi è la mancanza di volontà da parte dell'amministrazione comunale a procedere con gli espropri che potrebbero, perlomeno, garantire immediatamente il solo accesso pedonale».
Alla situazione cronica e drammatica degli accessi si sovrappone la delibera dell'autorità di bacino del 13 giugno scorso che individua lungo la fascia costiera a nord e sud di Trani alcuni importanti ed estesi tratti in frana o ad elevato rischio idraulico connesso sia allo sbocco di impluvi od all'erosione costiera. «L'apposizione dei vincoli dell'autorità di bacino, prima che impedire gli accessi al mare, dovrebbero servire a scongiurare l'abusivismo edilizio che dilaga in questi tratti di costa mettendo a repentaglio la staticità degli edifici e la salvaguardia della vita umana. A tal proposito ci piacerebbe che oltre a garantire il mare negato le amministrazioni, a partire da quella comunale, si adoperassero di verificare se tali strutture abusive siano dotate di congrui impianti per la raccolta delle acque reflue e degli scarichi inquinanti».