Territorio
Marechiaro annega nella burocrazia
Libera fruizione ma non sarà attrezzato. Ecco il perché. La storia del lido dal 2005 ad oggi
Trani - sabato 2 giugno 2012
8.45
Almeno per questa estate sul lido Marechiaro non potranno essere svolte attività di spiaggia libera attrezzata. La gente potrà andare al mare, potrà prendere li il sole, ma nessuno potrà montare strutture né garantire servizi a prescindere dall'esistenza di un contratto di gestione con un privato. Il perché è presto detto: manca l'autorizzazione demaniale.
La storia del lido è figlia di una burocrazia contorta che non ha fatto sconti alle ambizioni della precedente amministrazione di valorizzare un tratto di mare (recuperato nel 2005 con l'inizio dei lavori di sistemazione del litorale) ed oggi al centro di un rimpallo di responsabilità e competenze ed al centro anche dell'attenzione dell'autorità giudiziaria, la qual cosa impone cautela a tutti i soggetti coinvolti.
Nel 2005, per poter dare inizio ai lavori sul lungomare, il Comune di Trani ottenne dalla Regione la concessione dell'area per un anno, nelle more dell'approvazione del piano coste e di una legge regionale specifica (poi approvata il 23 giugno del 2006) che avrebbe disciplinato la tutela e l'uso della costa. Allo scadere di quell'anno, non essendo ancora terminati i lavori e non essendo stata ancora approvata la legge (questione di pochi mesi) la Regione Puglia rinnovò di un altro anno la concessione demaniale.
Con l'approvazione della legge regionale 17/2006 cominciano i primi problemi. La legge fissa dei requisiti che cominciano pericolosamente a cozzare con le intenzioni dell'amministrazione di Trani, decisa ad ultimare i lavori per poi appaltare il lido con un apposito bando di gestione. Nessuno si pone eventuali problemi e così nasce Marechiaro. Il lido apre nel 2007, il contratto di gestione invece parte dal 2008: appalto quinquennale, scadenza 2013. Ad agosto nasce il beach club Cocomero, un investimento costato al gestore della struttura qualcosa come 200mila euro. L'accesso al lido è pubblico, chi vuole può usufruire a pagamento di servizi e comodità extra (ombrelloni, bar-ristoro e lettini), a nessuno viene precluso l'ingresso. La formula funziona ma c'è sempre il problema dell'annuale rinnovo della concessione demaniale. Per altri due anni (2008 e 2009) le cose filano lisce come l'olio in virtù di alcuni atti della Regione che avvalorano l'aspettativa del rinnovo da parte del Comune. Dal 2010 però tutto cambia. La Regione si mette di traverso: l'autorizzazione demaniale viene negata, la stagione però parte ma in modo quasi impercettibile. Ci si mette anche la magistratura di mezzo. La bomba Marechiaro di fatto è innescata.
Si arriva al 2011. La Regione, sollecitata dal Comune, cambia ancora idea e formalizza una sua interpretazione sulla scorta del decreto legislativo 42/2004, riconoscendo così alla materia delle specifiche competenze statali: l'Ente regionale pertanto non sarebbe più tenuto al rilascio dell'autorizzazione demaniale. Ogni decisione viene rimessa ad altro organo (la Capitaneria di porto). Il pallino è ora nelle mani dell'autorità marittima. Il procedimento è però in piena fase istruttoria.
L'estate 2012 intanto è alle porte. Il gestore ha le mani legate ed incassa anche il duro colpo dei danneggiamenti al lido. Fino a febbraio del 2012 nessun atto vandalico si registra allo stabilimento. Di colpo iniziano i blitz notturni. La prima denuncia del gestore viene formalmente presentata alle Forze dell'ordine alla fine di marzo. E' la prima di una lunga serie. Marechiaro viene fatto oggetto di continue incursioni. Si arriva ai giorni nostri ed alla decisione assunta dall'amministrazione di ripulire il lido e di sigillare i locali un tempo utilizzati per il bar ristoro. Marechiaro ammaina bandiera bianca, via anche l'insegna.
Il problema della mancanza di autorizzazione demaniale colpirà non solo Marechiaro. Sul lungomare anche altre strutture, fino allo scorso anno spiagge libere attrezzate, non potranno offrire i servizi. Anno zero per tutti.
La storia del lido è figlia di una burocrazia contorta che non ha fatto sconti alle ambizioni della precedente amministrazione di valorizzare un tratto di mare (recuperato nel 2005 con l'inizio dei lavori di sistemazione del litorale) ed oggi al centro di un rimpallo di responsabilità e competenze ed al centro anche dell'attenzione dell'autorità giudiziaria, la qual cosa impone cautela a tutti i soggetti coinvolti.
Nel 2005, per poter dare inizio ai lavori sul lungomare, il Comune di Trani ottenne dalla Regione la concessione dell'area per un anno, nelle more dell'approvazione del piano coste e di una legge regionale specifica (poi approvata il 23 giugno del 2006) che avrebbe disciplinato la tutela e l'uso della costa. Allo scadere di quell'anno, non essendo ancora terminati i lavori e non essendo stata ancora approvata la legge (questione di pochi mesi) la Regione Puglia rinnovò di un altro anno la concessione demaniale.
Con l'approvazione della legge regionale 17/2006 cominciano i primi problemi. La legge fissa dei requisiti che cominciano pericolosamente a cozzare con le intenzioni dell'amministrazione di Trani, decisa ad ultimare i lavori per poi appaltare il lido con un apposito bando di gestione. Nessuno si pone eventuali problemi e così nasce Marechiaro. Il lido apre nel 2007, il contratto di gestione invece parte dal 2008: appalto quinquennale, scadenza 2013. Ad agosto nasce il beach club Cocomero, un investimento costato al gestore della struttura qualcosa come 200mila euro. L'accesso al lido è pubblico, chi vuole può usufruire a pagamento di servizi e comodità extra (ombrelloni, bar-ristoro e lettini), a nessuno viene precluso l'ingresso. La formula funziona ma c'è sempre il problema dell'annuale rinnovo della concessione demaniale. Per altri due anni (2008 e 2009) le cose filano lisce come l'olio in virtù di alcuni atti della Regione che avvalorano l'aspettativa del rinnovo da parte del Comune. Dal 2010 però tutto cambia. La Regione si mette di traverso: l'autorizzazione demaniale viene negata, la stagione però parte ma in modo quasi impercettibile. Ci si mette anche la magistratura di mezzo. La bomba Marechiaro di fatto è innescata.
Si arriva al 2011. La Regione, sollecitata dal Comune, cambia ancora idea e formalizza una sua interpretazione sulla scorta del decreto legislativo 42/2004, riconoscendo così alla materia delle specifiche competenze statali: l'Ente regionale pertanto non sarebbe più tenuto al rilascio dell'autorizzazione demaniale. Ogni decisione viene rimessa ad altro organo (la Capitaneria di porto). Il pallino è ora nelle mani dell'autorità marittima. Il procedimento è però in piena fase istruttoria.
L'estate 2012 intanto è alle porte. Il gestore ha le mani legate ed incassa anche il duro colpo dei danneggiamenti al lido. Fino a febbraio del 2012 nessun atto vandalico si registra allo stabilimento. Di colpo iniziano i blitz notturni. La prima denuncia del gestore viene formalmente presentata alle Forze dell'ordine alla fine di marzo. E' la prima di una lunga serie. Marechiaro viene fatto oggetto di continue incursioni. Si arriva ai giorni nostri ed alla decisione assunta dall'amministrazione di ripulire il lido e di sigillare i locali un tempo utilizzati per il bar ristoro. Marechiaro ammaina bandiera bianca, via anche l'insegna.
Il problema della mancanza di autorizzazione demaniale colpirà non solo Marechiaro. Sul lungomare anche altre strutture, fino allo scorso anno spiagge libere attrezzate, non potranno offrire i servizi. Anno zero per tutti.