Vita di città
Monastero: Antiquaria va avanti. La polemica pure
Catalano: «Hanno cercato in tutti i modi di boicottarci». Il Comune ha rilasciato l'autorizzazione per il Monastero dal 28 giugno
Trani - sabato 22 ottobre 2011
12.42
La mostra Antiquaria nel monastero di Colonna va avanti nonostante l'ordinanza di «cessazione immediata dell'attività» firmata dal comandante di polizia municipale per la mancanza di un certificato di prevenzione incendi del monastero. In mattinata i vigili sono entrati nei locali dove si sta svolgendo l'esposizione per scattare alcune foto che verranno utilizzate, con tutta probabilità, per una successiva denuncia nei confronti dell'organizzazione che ha deciso comunque di non fermare la mostra, in programma dal 20 al 23 ottobre.
Mentre i vigili effettuavano il sopralluogo, Antonio Catalano della Metropolis events spiegava ai cronisti le sue ragioni. «Abbiamo tutti i requisiti per stare aperti. Quello che sta accadendo in queste ore è solo un misero tentativo di boicottare una manifestazione che dovrebbe rappresentare un vanto per la città di Trani. Invece c'è chi sta giocando sporco alle spalle di espositori giunti da tutta Italia per lavorare».
Catalano si presenta con un faldone di carte e documenti. «Il Comune ci ha rilasciato l'autorizzazione per utilizzare il Monastero fino dallo scorso 28 giugno, dandoci soltanto tre prescrizioni: la presentazione dell'assicurazione per furti e incendio, di una relazione tecnica sulla mostra, ed il pagamento del canone. Abbiamo ottemperato a tutte e tre le cose e nei tempi giusti, seguendo lo stesso iter burocratico che ci aveva permesso di realizzare Antiquaria, sempre nel monastero, non più tardi di aprile scorso. Da quando abbiamo aperto invece è successo di tutto».
Catalano spiega: «Da giovedì, dal Comune ci stanno tempestando di richieste di documentazione aggiuntiva. A richieste verbali abbiamo presentato documenti scritti, soddisfando ogni richiesta, anche la più bizzarra, pervenuta a mostra già aperta, in cui un dirigente ci chiedeva se il contenuto delle bombole degli estintori fosse proporzionale alla quantità di legno presente nel monastero. Venerdì mattina sono stato personalmente al Comune per cercare di capire quale fosse il reale problema ma mi hanno detto che sia i dirigenti che il segretario generale erano assenti. A distanza di poche ore ci hanno notificato l'ordinanza di inagibilità del monastero. Ditemi voi cosa devo pensare: davamo fastidio a qualcuno?».
Catalano, di concerto con gli espositori, ha deciso di andare avanti: «E' vero, è in piedi la possibilità di richiedere un maxi risarcimento per il danno, morale e materiale, che ci è stato arrecato. A noi però non interessano i soldi. Vogliamo solo lavorare».
Sulla vicenda, sono intervenuti anche i Verdi di Trani: «Questa storia - scrivono Michele Di Gregorio e Franco Laurora - è l'ennesima dimostrazione della superficialità con la quale si amministrano le istituzioni pubbliche nella nostra città. Oramai è chiaro a tutti: a Trani, che chi prima si sveglia, la mattina decide. Sarebbe anche uno spettacolo comico da godersi tranquillamente bevendo una bibita, se a rimetterci non fosse l'immagine della nostra città in un settore, quello turistico, che dovrebbe essere il fondamento della nostra economia. Ma oltre alle magre figure che, grazie a tale improvvisazione, rimedia la nostra città, dovremmo considerare gli eventuali danni materiali che tali vicende estemporanee possono causare. E' evidente che se agli espositori è stato garantito che tutto era a posto e, invece, alla immediata vigilia dell'apertura (grazie alla solerte sollecitazione di alcuni consiglieri di maggioranza) si scopre che mancava un atto autorizzatorio, ciò comporterà un probabile contenzioso giudiziario. Per questo adesso siamo proprio curiosi di vedere in che maniera sarà risolta la vicenda e su chi ricadranno le eventuali conseguenze negative della storia. Per questo sarebbe opportuno che, per una volta, venisse garantito il rispetto del sano principio del chi sbaglia paga».
Mentre i vigili effettuavano il sopralluogo, Antonio Catalano della Metropolis events spiegava ai cronisti le sue ragioni. «Abbiamo tutti i requisiti per stare aperti. Quello che sta accadendo in queste ore è solo un misero tentativo di boicottare una manifestazione che dovrebbe rappresentare un vanto per la città di Trani. Invece c'è chi sta giocando sporco alle spalle di espositori giunti da tutta Italia per lavorare».
Catalano si presenta con un faldone di carte e documenti. «Il Comune ci ha rilasciato l'autorizzazione per utilizzare il Monastero fino dallo scorso 28 giugno, dandoci soltanto tre prescrizioni: la presentazione dell'assicurazione per furti e incendio, di una relazione tecnica sulla mostra, ed il pagamento del canone. Abbiamo ottemperato a tutte e tre le cose e nei tempi giusti, seguendo lo stesso iter burocratico che ci aveva permesso di realizzare Antiquaria, sempre nel monastero, non più tardi di aprile scorso. Da quando abbiamo aperto invece è successo di tutto».
Catalano spiega: «Da giovedì, dal Comune ci stanno tempestando di richieste di documentazione aggiuntiva. A richieste verbali abbiamo presentato documenti scritti, soddisfando ogni richiesta, anche la più bizzarra, pervenuta a mostra già aperta, in cui un dirigente ci chiedeva se il contenuto delle bombole degli estintori fosse proporzionale alla quantità di legno presente nel monastero. Venerdì mattina sono stato personalmente al Comune per cercare di capire quale fosse il reale problema ma mi hanno detto che sia i dirigenti che il segretario generale erano assenti. A distanza di poche ore ci hanno notificato l'ordinanza di inagibilità del monastero. Ditemi voi cosa devo pensare: davamo fastidio a qualcuno?».
Catalano, di concerto con gli espositori, ha deciso di andare avanti: «E' vero, è in piedi la possibilità di richiedere un maxi risarcimento per il danno, morale e materiale, che ci è stato arrecato. A noi però non interessano i soldi. Vogliamo solo lavorare».
Sulla vicenda, sono intervenuti anche i Verdi di Trani: «Questa storia - scrivono Michele Di Gregorio e Franco Laurora - è l'ennesima dimostrazione della superficialità con la quale si amministrano le istituzioni pubbliche nella nostra città. Oramai è chiaro a tutti: a Trani, che chi prima si sveglia, la mattina decide. Sarebbe anche uno spettacolo comico da godersi tranquillamente bevendo una bibita, se a rimetterci non fosse l'immagine della nostra città in un settore, quello turistico, che dovrebbe essere il fondamento della nostra economia. Ma oltre alle magre figure che, grazie a tale improvvisazione, rimedia la nostra città, dovremmo considerare gli eventuali danni materiali che tali vicende estemporanee possono causare. E' evidente che se agli espositori è stato garantito che tutto era a posto e, invece, alla immediata vigilia dell'apertura (grazie alla solerte sollecitazione di alcuni consiglieri di maggioranza) si scopre che mancava un atto autorizzatorio, ciò comporterà un probabile contenzioso giudiziario. Per questo adesso siamo proprio curiosi di vedere in che maniera sarà risolta la vicenda e su chi ricadranno le eventuali conseguenze negative della storia. Per questo sarebbe opportuno che, per una volta, venisse garantito il rispetto del sano principio del chi sbaglia paga».