Enti locali
«Non mi faccio tenere sotto schiaffo da nessuno»
Il Sindaco di Trani ha rassegnato le dimissioni
Trani - mercoledì 27 settembre 2006
"Voglio che nemmeno per un momento i cittadini di Trani possano pensare che il loro sindaco sia più legato alla poltrona che al bene della città". Con queste parole il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, ha rassegnato alle 12.15 di quest'oggi le sue "irrevocabili" dimissioni da primo cittadino. La decisione è maturata "un attimo dopo aver appreso che nella seduta odierna del Consiglio comunale era venuto meno il numero legale". Seduta convocata per approvare alcuni punti importanti, quali su tutti, quello riguardante "gli equilibri di bilancio e la verifica dello stato di attuazione dei programmi". Al secondo appello, fra le fila della maggioranza, mancavano i consiglieri comunali Roberto Gargiuolo (assente giustificato), Giuseppe Laraia (partito Repubblicano), Francesco Pizzichillo, Giuseppina Chiarello e Domenico Triminì, questi ultimi tre appartenenti all'Udc (presenti invece Gigi Riserbato e Pasquale de Toma, anch'essi dell'Udc).
"Sono ben conscio di fare un atto in sé negativo per la città considerato che non è un bene lasciarla senza una guida politica – spiega Tarantini - tuttavia non ci sono ragioni sufficienti per tollerare che il Consiglio comunale possa continuare a vivere sotto lo schiaffo di qualcuno, secondo una logica perversa del ‘do ut des'. È necessario ristabilire un principio etico nella politica: chi si candida a fare il consigliere comunale deve avere a cuore il destino della propria città e non il proprio o quello del suo partito. La città sappia che esistono sindaci che sotto schiaffo non si fanno mettere da nessuno. Ora, ai cittadini il compito di giudicare tutto questo." Continua Tarantini: "Questa amministrazione è stata la prima a presentare, a inizio mandato, un documento molto dettagliato con l'elenco dei numeri e dei fatti che avrebbe realizzato: è uno strumento che sta nelle mani dei cittadini attraverso cui possono verificare come la maggior parte delle cose lì scritte sono state effettivamente realizzate. I problemi di oggi non fanno riferimento a nessuna argomentazione di tipo politico riferito, questo termine, al merito effettivo dei provvedimenti che si andavano a votare. Bensì si tratta di problemi di rappresentatività, di pesi e contrappesi, di bilancio e bilancini. Ebbene, io faccio il sindaco e non il farmacista e quindici dico basta ai bilancini. Alcuni consiglieri chiedevano cose che erano condicio sine qua non - come poi è effettivamente stato - per presenziare al Consiglio comunale, ma non hanno ancora compreso che il sottoscritto e questa amministrazione in questi tre anni hanno lavorato tutti i santi giorni nell'esclusivo interesse della città e non per altro. Chi conosce quanto amore io provi per Trani può capire quanto dolore io stia provando in questo momento, ma Pinuccio Tarantini non ha mai soggiaciuto al ricatto di chicchessia tanto meno a quello dei consiglieri in questione".
"Sono ben conscio di fare un atto in sé negativo per la città considerato che non è un bene lasciarla senza una guida politica – spiega Tarantini - tuttavia non ci sono ragioni sufficienti per tollerare che il Consiglio comunale possa continuare a vivere sotto lo schiaffo di qualcuno, secondo una logica perversa del ‘do ut des'. È necessario ristabilire un principio etico nella politica: chi si candida a fare il consigliere comunale deve avere a cuore il destino della propria città e non il proprio o quello del suo partito. La città sappia che esistono sindaci che sotto schiaffo non si fanno mettere da nessuno. Ora, ai cittadini il compito di giudicare tutto questo." Continua Tarantini: "Questa amministrazione è stata la prima a presentare, a inizio mandato, un documento molto dettagliato con l'elenco dei numeri e dei fatti che avrebbe realizzato: è uno strumento che sta nelle mani dei cittadini attraverso cui possono verificare come la maggior parte delle cose lì scritte sono state effettivamente realizzate. I problemi di oggi non fanno riferimento a nessuna argomentazione di tipo politico riferito, questo termine, al merito effettivo dei provvedimenti che si andavano a votare. Bensì si tratta di problemi di rappresentatività, di pesi e contrappesi, di bilancio e bilancini. Ebbene, io faccio il sindaco e non il farmacista e quindici dico basta ai bilancini. Alcuni consiglieri chiedevano cose che erano condicio sine qua non - come poi è effettivamente stato - per presenziare al Consiglio comunale, ma non hanno ancora compreso che il sottoscritto e questa amministrazione in questi tre anni hanno lavorato tutti i santi giorni nell'esclusivo interesse della città e non per altro. Chi conosce quanto amore io provi per Trani può capire quanto dolore io stia provando in questo momento, ma Pinuccio Tarantini non ha mai soggiaciuto al ricatto di chicchessia tanto meno a quello dei consiglieri in questione".