Politica
Non si scherza col futuro di Amet
Santorsola (Sel) ed Operamolla chiedono un serio confronto in Consiglio
Trani - lunedì 16 settembre 2013
11.50
Mimmo Santorsola (consigliere comunale di Sinistra e libertà) ed Ugo Operamolla lasciano intendere di voler aprire una discussione politica in Consiglio comunale sul futuro di Amet. «Non è opportuno parlare del futuro di una azienda di cui il Comune di Trani è socio unico – scrivono i due consiglieri - senza aver prima discusso in sede consiliare del bilancio comunale e, di conseguenza, senza aver preso visione dei conti predisposti dal consiglio di amministrazione e convalidati dai revisori dei conti. Noi almeno non avremmo voluto farlo ma, da qualche settimana, intorno all'Amet si è scatenata una bagarre incredibile e quella che era un fiore allo occhiello della comunità locale si è trasformata, d'un tratto, in un peso improduttivo del quale tutti vorrebbero liberarsi».
Eppure, ad aprile di quest'anno, la giunta aveva promesso che avrebbe risolto la situazione debitoria sussistente nei confronti dell'Amet utilizzando parte di un fondo vincolato di circa tre milioni di euro derivante da un (presunto) avanzo di bilancio. «Dopo lo scampanio allegro per la inaspettata ricchezza – scrivono Santorsola e Operamolla - sulla vicenda è calato il silenzio, un lungo silenzio ed un continuo spreco di soldi distribuiti a pioggia a questo o quel cantante, a questa o quella cooperativa, a questa o a quella famiglia sino a che, all'improvviso, l'Amet è tornata alla ribalta e le più rosee aspettative si sono trasformate in colori sbiaditi ed i rumori della festa sono diventate campane a morto. Il futuro dell'azienda e di quanti in essa trovano lavoro è in pericolo. Che cosa è cambiato, ci siamo chiesti: il CdA, l'amministratore delegato, qualche consulente inappropriato? Possibile che in soli due mesi siano stati capaci di compiere questo miracolo negativo? Non riusciamo a crederci ma, quand'anche fosse vero, non si vede il motivo per cui ogni consigliere, ogni membro del consiglio di amministrazione debba improvvisarsi manager e suggerire soluzioni improprie, sbandierare cifre, proporre smembramenti e vendite».
Santorsola e Operamolla si lasciando andare ad un paragone calcistico: «E' vero, quando si parla di calcio tutti gli italiani assurgono al ruolo di Ct della nazionale, ma si tratta di un gioco, qualche volta di sport vero. In questo caso, invece, è in ballo il futuro di una azienda che ha un significato per Trani, un'azienda che ha assicurato il lavoro a tante famiglie e che è quasi unica nella nostra regione. Organizziamoci per non parlare a vanvera e per non fare il gioco del nemico. Facciamo che una volta tanto la politica sia seria e si occupi seriamente, nelle sedi opportune, dei problemi della città cercando di dare un futuro sicuro all'azienda ed a tutti quelli che da essa dipendono non perché l'Amet abbia bisogno di Trani ma perché Trani ha bisogno dell'Amet».
Eppure, ad aprile di quest'anno, la giunta aveva promesso che avrebbe risolto la situazione debitoria sussistente nei confronti dell'Amet utilizzando parte di un fondo vincolato di circa tre milioni di euro derivante da un (presunto) avanzo di bilancio. «Dopo lo scampanio allegro per la inaspettata ricchezza – scrivono Santorsola e Operamolla - sulla vicenda è calato il silenzio, un lungo silenzio ed un continuo spreco di soldi distribuiti a pioggia a questo o quel cantante, a questa o quella cooperativa, a questa o a quella famiglia sino a che, all'improvviso, l'Amet è tornata alla ribalta e le più rosee aspettative si sono trasformate in colori sbiaditi ed i rumori della festa sono diventate campane a morto. Il futuro dell'azienda e di quanti in essa trovano lavoro è in pericolo. Che cosa è cambiato, ci siamo chiesti: il CdA, l'amministratore delegato, qualche consulente inappropriato? Possibile che in soli due mesi siano stati capaci di compiere questo miracolo negativo? Non riusciamo a crederci ma, quand'anche fosse vero, non si vede il motivo per cui ogni consigliere, ogni membro del consiglio di amministrazione debba improvvisarsi manager e suggerire soluzioni improprie, sbandierare cifre, proporre smembramenti e vendite».
Santorsola e Operamolla si lasciando andare ad un paragone calcistico: «E' vero, quando si parla di calcio tutti gli italiani assurgono al ruolo di Ct della nazionale, ma si tratta di un gioco, qualche volta di sport vero. In questo caso, invece, è in ballo il futuro di una azienda che ha un significato per Trani, un'azienda che ha assicurato il lavoro a tante famiglie e che è quasi unica nella nostra regione. Organizziamoci per non parlare a vanvera e per non fare il gioco del nemico. Facciamo che una volta tanto la politica sia seria e si occupi seriamente, nelle sedi opportune, dei problemi della città cercando di dare un futuro sicuro all'azienda ed a tutti quelli che da essa dipendono non perché l'Amet abbia bisogno di Trani ma perché Trani ha bisogno dell'Amet».