Vita di città
«Non sparate sullo stato»
Lettera aperta di un cittadino tranese sui recenti fatti di Arezzo
Trani - martedì 13 novembre 2007
Riceviamo e pubblichiamo:
«Sono figlio di un poliziotto che per oltre 30 anni ha indossato con orgoglio una divisa che mi ha fatto amare. Sicuramente si rivolterebbe nella tomba se oggi non mettessi in pratica gli insegnamenti da lui ricevuti fra cui il senso civico, l'attaccamento alle istituzioni ed allo stato, il senso del dovere, l'integrità morale di chi non si è fatto mai corrompere pur guadagnando uno stipendio che ci ha permesso di vivere degnamente senza mai poterci permettere di strafare. E' stato un vero servitore dello stato come c'è ne sono tantissimi che ogni giorno affrontano il loro lavoro sprezzanti del pericolo che corrono sulle strade per garantire a noi tutti sicurezza e civiltà. Ha indossato le stellette fiero e consapevole del loro simbolo e valore, cercando di svolgere sempre al meglio il compito affidatogli e di non commettere errori ma forse gli è capitato qualche volta di sbagliare sicuramente non con dolo. Per quanto io sappia ha avuto la fortuna di non dover mai sparare contro un essere umano ma oggi mi chiedo se ci fosse stata la necessità ed avesse compiuto il suo dovere ammazzando qualcuno sarei stato figlio di un assassino? Sono convinto di no perché avrebbe fatto solo il suo dovere derivante da un giuramento!!
Per questi motivi oggi sento il dovere di rivolgere un pensiero di solidarietà al poliziotto che forse ha ammazzato un bravo ragazzo convinto che non era quello il suo fine ultimo ed alla sua famiglia in particolare ai suoi figli affinché non si sentano "figli di un assassino". Se è stata la sua pistola a provocare la morte di quel bravo ragazzo sono convinto che sta già scontando una pena che non finirà mai per il rimorso che lo tormenterà per tutta la vita.
A tutti può capitare di sbagliare e poi di pagare in proporzione all'errore commesso ma non scordiamoci che è un singolo che sbaglia. Non è possibile estendere a tutta una categoria l'errore di un singolo strumentalizzando poi l'accaduto per altri scopi. Prima che sia troppo tardi fermiamo tutti quelli che criminalizzando l'operato dei lavoratori con le stellette fomentano un clima di odio che alla fine si ritorcerà contro noi stessi, lasciamoli lavorare con la serenità di cui hanno bisogno facendoli sentire amati dai cittadini di uno Stato che hanno giurato di difendere anche a prezzo della loro stessa vita.
Ricordo in tempi passati, quando si consideravano buoni i tutori dell'ordine, le copertine dei giornali mettevano in evidenza i loro gesti eroici, oggi i media quasi fanno diventare buoni i criminali ed i fautori della illegalità e iscrivono nella lista dei cattivi chi porta una divisa. Chiedo a tutti i genitori di intervenire nei confronti dei loro figli trasmettendo gli insegnamenti necessari ad una convivenza civile, alla politica di non dimenticare che è parte di uno Stato che va salvaguardato da chi per biechi fini personali approfitta anche delle disgrazie, agli insegnanti di dedicare più tempo ed attenzione all'educazione civica, al mondo dello sport che sia veicolo di incontro e non di scontro di cittadini con la stessa passione.
Vivere in un paese libero civile e migliore si può solo se veramente lo vogliamo tutti. Spero che questo mio sfogo sia fatto proprio da tanti BRAVI cittadini e portato all'attenzione del Capo dello Stato nostro sommo garante.»
Vito Cialdella
«Sono figlio di un poliziotto che per oltre 30 anni ha indossato con orgoglio una divisa che mi ha fatto amare. Sicuramente si rivolterebbe nella tomba se oggi non mettessi in pratica gli insegnamenti da lui ricevuti fra cui il senso civico, l'attaccamento alle istituzioni ed allo stato, il senso del dovere, l'integrità morale di chi non si è fatto mai corrompere pur guadagnando uno stipendio che ci ha permesso di vivere degnamente senza mai poterci permettere di strafare. E' stato un vero servitore dello stato come c'è ne sono tantissimi che ogni giorno affrontano il loro lavoro sprezzanti del pericolo che corrono sulle strade per garantire a noi tutti sicurezza e civiltà. Ha indossato le stellette fiero e consapevole del loro simbolo e valore, cercando di svolgere sempre al meglio il compito affidatogli e di non commettere errori ma forse gli è capitato qualche volta di sbagliare sicuramente non con dolo. Per quanto io sappia ha avuto la fortuna di non dover mai sparare contro un essere umano ma oggi mi chiedo se ci fosse stata la necessità ed avesse compiuto il suo dovere ammazzando qualcuno sarei stato figlio di un assassino? Sono convinto di no perché avrebbe fatto solo il suo dovere derivante da un giuramento!!
Per questi motivi oggi sento il dovere di rivolgere un pensiero di solidarietà al poliziotto che forse ha ammazzato un bravo ragazzo convinto che non era quello il suo fine ultimo ed alla sua famiglia in particolare ai suoi figli affinché non si sentano "figli di un assassino". Se è stata la sua pistola a provocare la morte di quel bravo ragazzo sono convinto che sta già scontando una pena che non finirà mai per il rimorso che lo tormenterà per tutta la vita.
A tutti può capitare di sbagliare e poi di pagare in proporzione all'errore commesso ma non scordiamoci che è un singolo che sbaglia. Non è possibile estendere a tutta una categoria l'errore di un singolo strumentalizzando poi l'accaduto per altri scopi. Prima che sia troppo tardi fermiamo tutti quelli che criminalizzando l'operato dei lavoratori con le stellette fomentano un clima di odio che alla fine si ritorcerà contro noi stessi, lasciamoli lavorare con la serenità di cui hanno bisogno facendoli sentire amati dai cittadini di uno Stato che hanno giurato di difendere anche a prezzo della loro stessa vita.
Ricordo in tempi passati, quando si consideravano buoni i tutori dell'ordine, le copertine dei giornali mettevano in evidenza i loro gesti eroici, oggi i media quasi fanno diventare buoni i criminali ed i fautori della illegalità e iscrivono nella lista dei cattivi chi porta una divisa. Chiedo a tutti i genitori di intervenire nei confronti dei loro figli trasmettendo gli insegnamenti necessari ad una convivenza civile, alla politica di non dimenticare che è parte di uno Stato che va salvaguardato da chi per biechi fini personali approfitta anche delle disgrazie, agli insegnanti di dedicare più tempo ed attenzione all'educazione civica, al mondo dello sport che sia veicolo di incontro e non di scontro di cittadini con la stessa passione.
Vivere in un paese libero civile e migliore si può solo se veramente lo vogliamo tutti. Spero che questo mio sfogo sia fatto proprio da tanti BRAVI cittadini e portato all'attenzione del Capo dello Stato nostro sommo garante.»
Vito Cialdella