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Nuove videocamere di sorveglianza a Trani: «Legambiente: alcuni spazi pubblici continuano ad essere abbandonati a loro stessi»

L'associazione accende i riflettori sull'area naturalistica di Boccadoro

«Se da una parte accogliamo con soddisfazione l'installazione delle nuove telecamere di videosorveglianza a Trani, dove gli episodi di microcriminalità dilagano sempre più (augurandoci che vengano in ogni caso ben posizionate, all'interno del giardino di Villa Bini ad esempio e non "nei pressi" dove l'utilità sarebbe azzerata), dall'altra parte numerosi continuano ad essere i luoghi di proprietà comunale ancora abbandonati a se stessi.

Prendiamo l'esempio dell'area naturalistica di Boccadoro, dove tanti volontari negli ultimi anni, appartenenti a diverse associazioni di volontariato, gruppi di cittadini e studenti si sono e si stanno impegnando per la riqualificazione del luogo, piantando oltre 200 alberi, organizzando incontri e visite guidate, clean-up, concerti e mostre artistiche, investendo autonomamente fondi, tempo ed energie proprie. Come molti frequentatori avranno notato, all'ingresso dell'area, al fine di garantire la tutela della stessa quale fondamentale corridoio ecologico per una elevatissima biodiversità di uccelli stanziali e migratori, è regolarmente presente un divieto di transito per le auto. Purtroppo, constatiamo che da qualche settimana non c'è più. Ma torniamo indietro nel tempo: già il 26 luglio 2022, la scrivente denunciava la sparizione della suddetta segnalazione stradale sia alla Polizia Locale che a mezzo social network e, grazie all'intervento degli agenti, i cartelli stradali furono reinstallati nei mesi successivi, non uno ma ben due divieti di transito. Lo scorso anno ne è sparito uno, ma era rimasto intatto quello principale, all'ingresso dell'area recintata. Qualche mese fa è sparito anche quest'ultimo, nuovamente prontamente reinstallato dalla Polizia locale, su ennesima segnalazione.

Dal 12 settembre 2024, però, il cartello è stato nuovamente vistosamente eradicato dal suolo e attualmente l'area ne risulta sprovvista, così come è stata scalfita e cancellata anche la parte della cartellonistica turistica, dai nostri volontari a proprie spese installata, che riportava il divieto di accesso alle auto. Cartellonistica che qualche tempo fa è stata incendiata e poi reinstallata dai volontari.

Siamo certi che, grazie al lavoro della Polizia locale, la cartellonistica sarà presto reimpianta ma, visto l'accanimento contro tale area, questo non è abbastanza.

Le numerose segnalazioni da parte dei volontari alla Polizia Locale e all'Assessora di riferimento sulla continua presenza di numerose auto nell'area (e addirittura gente che arrostisce in spiaggia incrementando esponenzialmente il rischio incendio), specie nei weekend, servono a ben poco. Gli agenti di Polizia Locale sono sempre troppo pochi per ricoprire le emergenze sparse sul lungo e vasto territorio tranese.

Ci chiediamo dunque se quell'area, che ricordiamo essere di proprietà comunale, fondamentale luogo per la città in cui volontari e studenti stanno dedicando tantissimo tempo per sottrarla alla microcriminalità attraverso attività ed incontri (e in cui il Comune di Trani ha più volte espresso volontà di istituire un Ecomuseo), debba continuare ad essere abbandonata.

Non potrebbero alcune di queste telecamere o almeno camere di rilevamento targhe supportare il lavoro della Polizia Locale nell'individuazione delle auto e motocicli in ingresso all'area in oggetto? Non sarebbe il caso di installare dei dissuasori, quali barriere antiparcheggio, con chiave fornita esclusivamente ai proprietari terrieri frontisti? Non sarebbe il caso, dopo anni di costante impegno, di rispondere alle esigenze manifestate dalla cittadinanza e rendere finalmente più sicura e realmente protetta quell'area?

Tutto questo rientra in un ampio percorso che da anni non si sta affrontando: la riqualificazione Green del litorale nord della città. Tale pianificazione dovrebbe tutelare le poche aree naturali e naturalistiche presenti nel territorio tranese, che si sono autonomamente riqualificate negli anni grazie all'abbandono antropico dell'area e che ora rappresentano veri tesori da preservare, e prevedere la conversione della volumetria industriale, laddove già esistente sotto forma di abbandonati capannoni, spesso con tetti in amianto in degrado, in volumetria turistico-ricettiva.

I volontari del terzo settore dedicano da anni tutte le ore del loro tempo, sottraendole al lavoro, al tempo libero, alle amicizie, per tutelare aree della città, per generare cittadinanza attiva, per stimolare le coscienze degli organi politici. Noi siamo stanchi ma continueremo questa lotta impari contro la microcriminalità, ma è proprio il pubblico, che di questo ne fa il suo lavoro, a dover dare una risposta netta e a dover prendere delle concrete decisioni Ora!»: lo dichiara Cristina Monterisi di Legambiente Trani.
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