Eventi e cultura
Oggi in biblioteca si torna a parlare di adozione ed affido
Ospiti i giudici onorari del Tribunale dei minori di Bari
Trani - venerdì 14 settembre 2018
L'Assessorato alle Politiche sociali della Città di Trani, in collaborazione con il Comitato Teniamoci per Mano, promuove il convegno ADOZIONE E AFFIDO: CROCEVIA DI STORIE in cui interverranno, in qualità di relatori, i Giudici onorari del Tribunale dei Minori di Bari, Maria Vurchio e Alessandro Costantini.
Oltre a farci emozionare per l'amore che trasudano, le storie di affido e di adozione ci raccontano, nella maggior parte dei casi, di un'opportunità indispensabile alla Vita per quei minori che nascono in situazioni di grave svantaggio: il bambino affidato è un minore costretto a sopportare il peso di traumi legati, ad es., alla violenza domestica, nonché a quello del "non senso" rispetto alla sua condizione di attesa di una famiglia; invece, il bambino straniero adottato è quello che subisce la sottrazione del quadro culturale in cui è nato, venendo interrotti i legami affettivi, i riferimenti spazio temporali, ed il rapporto, sebbene acerbo, con la lingua madre. Un bambino costretto a subire l'abbandono, patisce una più o meno lunga e sofferta fase di transizione, nella speranza di entrare a far parte di una nuova famiglia, magari in un paese diverso da quello in cui è nato e questo, nella sua vicenda esistenziale, si traduce come una brusca interruzione del processo di relazione individuale e collettiva in cui era inserito.
In questo quadro di grande sofferenza, le famiglie affidatarie ed adottive possono venir considerate un "fattore di protezione" per i minori coinvolti; tuttavia, si rende necessario che si verifichino alcune condizioni nel processo di accoglienza e di educazione dell'adottato-affidato affinché il suo sviluppo possa realizzarsi pienamente. Pertanto, il percorso di resilienza del minore adottato-affidato si deve impiantare entro il contesto sociale che accoglie il bambino, in cui un ruolo privilegiato è assunto dalla famiglia: trattasi di un processo, che seppur individuale, dev'essere comunque declinato al plurale.
Nella situazione degli adottivi e dei bambini affidati, pertanto, ci si deve interrogare specificamente su quali aspetti del loro vissuto e quali atteggiamenti educativi degli adulti caregivers supportino la loro capacità di resistenza e di ricostruzione creativa.
A tal proposito, la psicologia odierna ci ha introdotti al concetto di resilienza, rivelando come le persone resilienti siano soggetti in grado di condurre una vita socialmente integrata e soggettivamente soddisfacente malgrado gli eventi sfavorevoli cui devono, o hanno dovuto, far fronte.
Il Comitato, istituito a sostegno della genitorialità adottiva e delle famiglie affidatarie, è diretto a sostenere ogni iniziativa utile a garantire la tutela dell'infanzia ed il diritto del fanciullo a vivere in un contesto familiare di amore e comprensione. Con il contributo costante e gratuito di esperti nel settore e di professionisti in ambito giuridico, del servizio pubblico, e della psicoterapia relazionale e familiare, il Comitato si propone di diffondere la cultura dell'accoglienza familiare promuovendo gli istituti dell'adozione e dell'affido, di organizzare incontri formativi e di accompagnamento diretti a famiglie affidatarie, adottive, coppie e singoli, disponibili all'accoglienza dei minori, fornendo supporto a tutti coloro che intraprendono questa strada o desiderano farlo in futuro.
Oltre a farci emozionare per l'amore che trasudano, le storie di affido e di adozione ci raccontano, nella maggior parte dei casi, di un'opportunità indispensabile alla Vita per quei minori che nascono in situazioni di grave svantaggio: il bambino affidato è un minore costretto a sopportare il peso di traumi legati, ad es., alla violenza domestica, nonché a quello del "non senso" rispetto alla sua condizione di attesa di una famiglia; invece, il bambino straniero adottato è quello che subisce la sottrazione del quadro culturale in cui è nato, venendo interrotti i legami affettivi, i riferimenti spazio temporali, ed il rapporto, sebbene acerbo, con la lingua madre. Un bambino costretto a subire l'abbandono, patisce una più o meno lunga e sofferta fase di transizione, nella speranza di entrare a far parte di una nuova famiglia, magari in un paese diverso da quello in cui è nato e questo, nella sua vicenda esistenziale, si traduce come una brusca interruzione del processo di relazione individuale e collettiva in cui era inserito.
In questo quadro di grande sofferenza, le famiglie affidatarie ed adottive possono venir considerate un "fattore di protezione" per i minori coinvolti; tuttavia, si rende necessario che si verifichino alcune condizioni nel processo di accoglienza e di educazione dell'adottato-affidato affinché il suo sviluppo possa realizzarsi pienamente. Pertanto, il percorso di resilienza del minore adottato-affidato si deve impiantare entro il contesto sociale che accoglie il bambino, in cui un ruolo privilegiato è assunto dalla famiglia: trattasi di un processo, che seppur individuale, dev'essere comunque declinato al plurale.
Nella situazione degli adottivi e dei bambini affidati, pertanto, ci si deve interrogare specificamente su quali aspetti del loro vissuto e quali atteggiamenti educativi degli adulti caregivers supportino la loro capacità di resistenza e di ricostruzione creativa.
A tal proposito, la psicologia odierna ci ha introdotti al concetto di resilienza, rivelando come le persone resilienti siano soggetti in grado di condurre una vita socialmente integrata e soggettivamente soddisfacente malgrado gli eventi sfavorevoli cui devono, o hanno dovuto, far fronte.
Il Comitato, istituito a sostegno della genitorialità adottiva e delle famiglie affidatarie, è diretto a sostenere ogni iniziativa utile a garantire la tutela dell'infanzia ed il diritto del fanciullo a vivere in un contesto familiare di amore e comprensione. Con il contributo costante e gratuito di esperti nel settore e di professionisti in ambito giuridico, del servizio pubblico, e della psicoterapia relazionale e familiare, il Comitato si propone di diffondere la cultura dell'accoglienza familiare promuovendo gli istituti dell'adozione e dell'affido, di organizzare incontri formativi e di accompagnamento diretti a famiglie affidatarie, adottive, coppie e singoli, disponibili all'accoglienza dei minori, fornendo supporto a tutti coloro che intraprendono questa strada o desiderano farlo in futuro.