Cronaca
Omicidio De Girolamo, rinviato a giudizio Savino Lops
Accusato di essere l'assassino dell'imprenditore edile tranese
Trani - venerdì 28 febbraio 2014
00.02
Il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Trani Francesco Zecchillo ha rinviato a giudizio il 34enne Savino Lops con l'accusa di esser l'assassino di Nunzio De Girolamo, l'imprenditore edile ucciso il 13 maggio 2011. Il suo cadavere, crivellato di colpi di pistola, fu trovato occultato nel pozzo di un podere di Bisceglie prospiciente la Strada Provinciale per Andria.
Oltre a Savino Lops è stato rinviato a giudizio suo fratello Lorenzo per le accuse di ricettazione riciclaggio. Il processo inizierà dinanzi alla Corte d'Assise di Trani il 18 aprile. Archiviata, invece, la posizione del padre Nicola Lops perché deceduto: fu trovato impiccato in un terreno fra Bisceglie e Trani due giorni dopo l'omicidio De Girolamo.
Nicola Lops conosceva da tempo De Girolamo. Tra i due c'erano rapporti di conoscenza legati anche all'attività lavorativa. Lops era, infatti, una delle maestranze di cui si avvaleva De Giorlamo. Da ultimo era stato incaricato dei lavori di pitturazione nel complesso residenziale che sorge a Trani in Contrada San Luca. E proprio qui si anniderebbe il movente del barbaro omicidio. Il delitto sarebbe maturato al culmine di una discussione per il pagamento di ulteriori acconti su quei lavori. De Girolamo, perciò, sarebbe stato invitato ad un incontro a Bisceglie, rivelatosi una trappola assassina.
Secondo quanto ricostruito dalle indagine condotte dai Carabinieri e coordinate dal pubblico ministero Michele Ruggiero, Nicola Lops e suo figlio Savino avrebbero minacciato De Girolamo per farsi consegnare diecimila euro in contanti che l'imprenditore edile aveva con sé. De Girolamo si sarebbe rifiutato e perciò picchiato e sparato. I Lops avrebbero così preso i diecimila euro e avrebbero occultato, verso mezzogiorno, il cadavere di De Girolamo nel pozzo del casolare abbandonato. Il rinvenimento del corpo martoriato avvenne nel pomeriggio per il fumo che fu notato uscire dal casolare dove l'auto della vittima era stata incendiata.
Il pubblico ministero Ruggiero ha contestato a Savino Lops, in concorso col papà poi deceduto, le accuse di omicidio aggravato e premeditato, sottrazione di cadavere, rapina e danneggiamento. Lorenzo Lops avrebbe ricevuto dal padre e/o dal fratello ottomila euro, sapendo, secondo l'accusa, che quella somma era frutto della drammatica rapina.
I familiari di De Girolamo si sono costituiti parte civile a mezzo degli avvocati Luigi Mastromauro ed Antonio Florio.
Oltre a Savino Lops è stato rinviato a giudizio suo fratello Lorenzo per le accuse di ricettazione riciclaggio. Il processo inizierà dinanzi alla Corte d'Assise di Trani il 18 aprile. Archiviata, invece, la posizione del padre Nicola Lops perché deceduto: fu trovato impiccato in un terreno fra Bisceglie e Trani due giorni dopo l'omicidio De Girolamo.
Nicola Lops conosceva da tempo De Girolamo. Tra i due c'erano rapporti di conoscenza legati anche all'attività lavorativa. Lops era, infatti, una delle maestranze di cui si avvaleva De Giorlamo. Da ultimo era stato incaricato dei lavori di pitturazione nel complesso residenziale che sorge a Trani in Contrada San Luca. E proprio qui si anniderebbe il movente del barbaro omicidio. Il delitto sarebbe maturato al culmine di una discussione per il pagamento di ulteriori acconti su quei lavori. De Girolamo, perciò, sarebbe stato invitato ad un incontro a Bisceglie, rivelatosi una trappola assassina.
Secondo quanto ricostruito dalle indagine condotte dai Carabinieri e coordinate dal pubblico ministero Michele Ruggiero, Nicola Lops e suo figlio Savino avrebbero minacciato De Girolamo per farsi consegnare diecimila euro in contanti che l'imprenditore edile aveva con sé. De Girolamo si sarebbe rifiutato e perciò picchiato e sparato. I Lops avrebbero così preso i diecimila euro e avrebbero occultato, verso mezzogiorno, il cadavere di De Girolamo nel pozzo del casolare abbandonato. Il rinvenimento del corpo martoriato avvenne nel pomeriggio per il fumo che fu notato uscire dal casolare dove l'auto della vittima era stata incendiata.
Il pubblico ministero Ruggiero ha contestato a Savino Lops, in concorso col papà poi deceduto, le accuse di omicidio aggravato e premeditato, sottrazione di cadavere, rapina e danneggiamento. Lorenzo Lops avrebbe ricevuto dal padre e/o dal fratello ottomila euro, sapendo, secondo l'accusa, che quella somma era frutto della drammatica rapina.
I familiari di De Girolamo si sono costituiti parte civile a mezzo degli avvocati Luigi Mastromauro ed Antonio Florio.